VOTO DI SCAMBIO POLITICO-MAFIOSO: TESTIMONIANZE DI RICCARDO E PUGLIESE NULLE, TUTTO DA RIFARE

Renato Pugliese
Renato Pugliese, uno dei due collaboratori di giustizia nel processo Alba Pontina

Voto di scambio politico-mafioso: assegnato a un nuovo collegio di giudici il processo che vede alla sbarra Emanuele Forzan e Raffaele Del Prete

La breve udienza di oggi, 9 gennaio, è servita solo a stabilire che, sulla base del provvedimento del Presidente del Tribunale di Latina, Caterina Chiaravalloti, il processo per voto di scambio politico-mafioso, a carico dei due imputati Emanuele Forzan e Raffaele Del Prete, sarà incardinato presso il terzo collegio del Tribunale pontino. A dare conto di quanto deciso, è stata la Presidente del II collegio, Francesca Coculo, la quale, nella scorsa udienza del 5 dicembre, ha dichiarato la sua incompatibilità a svolgere il processo.

Un altro particolare non di poco conto è rappresentato dal fatto che il nuovo collegio dovrà riesaminare i collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese, oltreché all’esponente politico latinense, Bruno Creo. Il processo riprenderà il prossimo 13 giugno.

Già a marzo 2022, il precedente collegio del Tribunale composto dal Presidente Gian Luca Soana e dai giudici Fabio Velardi e Elena Nadile si era dichiarato incompatibile con questo procedimento penale.

Il motivo stava ne fatto che in tale processo sono compresi, non come imputati, ma come personaggi citati e parti integranti delle prove che si dovrebbero formare in dibattimento, personaggi legati all’altro processo, ossia quello dell’inchiesta madre Alba Pontina, nel quale è stato giudicato il Clan Di Silvio capeggiato da Armando detto “Lallà” e a presiedere quel Collegio era proprio il Giudice Soana.

Ma se la prima incompatibilità era stata dichiarata subito, stavolta si sono già svolte udienze. Il collegio ha rilevato che sussiste una causa di incompatibilità del Presidente Coculo in quanto membro anche del collegio che ha pronunciato la sentenza 2103 del 2021, per la quale le altre componente (i giudici Trapuzzano e Villani) sono stati autorizzati dal presidente del tribunale ad astenersi dalla trattazione del presente procedimento per aver pronunciato quella decisione. Per tali motivi il presidente Coculo ha dichiarato di astenersi dalla trattazione del procedimento, disponendo la restituzione degli atti al Presidente del Tribunale.

Un processo disgraziato, se si pensa che oltre al cambio di due collegi, c’è stato già il cambio del Presidente – il giudice Francesco Valentini, trasferito alla Corte d’Appello di Napoli – che doveva sostituire il precedente giudice Gian Luca Soana. Disgraziato sì, ma sicuramente molto importante, se si considera che questo tipo di reato non era stato ancora contestato nell’intero Lazio, compreso il Tribunale di Roma. Al momento, ci sono processi, alcuni dei quali andati a sentenza, in Campania (Santa Maria Capua Vetere), Calabria e Sicilia.

Il processo, come noto, vede sul banco degli imputati l’imprenditore dei rifiuti Raffaele Del Prete e l’ex collaboratore della Lega in Regione Lazio, nonché responsabile elettorale per la lista “Noi con Salvini” alle elezioni comunali di Latina nel 2016, Emanuele Forzanassunto di nuovo in Regione dal consigliere regionale Angelo Tripodi

I due imputati, Forzan e Del Prete, oggi come sempre presenti in Aula, furono arrestati il 13 luglio 2021 nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla contestazione del voto politico-mafioso riferibile alla campagna elettorale del 2016 a Latina (Comunali). L’imprenditore nel ramo dei rifiuti Raffaele Del Prete è accusato di aver dato soldi ad Agostino Riccardo, ex affiliato al Clan Di Silvio, oggi collaboratore di giustizia, in cambio di voti, attacchinaggio e visualizzazione dei manifesti elettorali in favore di Matteo Adinolfi (della lista “Noi con Salvini”), attualmente europarlamentare della Lega e, nel 2016, in corsa per diventare consigliere comunale. Carica che, alla fine, raggiunse con 449 voti. La posizione di Adinolfi, però, è stata archiviata definitivamente a ottobre 2022 per decisione della sezione Gip/Gup del Tribunale di Roma, su richiesta della stessa Procura/DDA di Roma.

Per l’accusa, Del Prete avrebbe dato a Riccardo circa 45mila euro. A costituire, secondo inquirenti e investigatori, il ruolo di collettore anche Emanuele Forzan. L’inchiesta fu portata a compimento da Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e Squadra Mobile di Latina. Oggi, in aula, a rappresentare l’accusa, c’era il Pubblico Ministero della Procura/DDA di Roma ,Francesco Gualtieri, mentre il collegio difensivo è composto dagli avvocati Parente, Scognamiglio, Marino e Papaevangeliu.

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