VARIANTE Q3: SEQUESTRATO IL CENTRO COMMERCIALE IN VIA DEL LIDO A LATINA

I carabinieri del Nipaf di Latina hanno sequestrato, su disposizione del Tribunale, il centro commerciale di nuova costruzione in via del Lido, ricadente nella cosiddetta variante Q3

Su disposizione del giudice per le indagini preliminare del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, i Carabinieri Forestali hanno apposto i sigilli alla struttura che costituisce, secondo le ipotesi degli investigatori, un corpo unico e non tre medie strutture come invece fatto passare dal Comune di Latina.

L’inchiesta, condotta dal Procuratore Capo Giuseppe De Falco e dal sostituto Giuseppe Miliano, ha portato quindi al sequestro delle strutture già realizzate che dovrebbero ospitare Maury’s, Mc Donald’s e Eurospin. Tra le ipotesi di reato contestate c’è la lottizzazione abusiva. Una vicenda spinosa che ha portato quindi a porre i sigilli e nominare come custode giudiziario lo stesso costruttore della Green Building che ha realizzato il complesso: Luigi Corica.

Lo scorso novembre, la vicenda della cosiddetta variante Q3 si era arricchita di un nuovo capitolo. La questione del centro commerciale che dovrebbe sorgere a ridosso della SS Pontina, poco prima del ponte blu, su Via del Lido, è ancora più grave di quello che sembrava. Senza contare l’indagine della Procura di Latina che non risulta essere terminata, anzi. Da ciò che emergeva già pochi mesi fa, la stessa Procura aveva già chiesto il sequestro dell’area su cui è stato costruito, in realtà, un unico centro commerciale di cui tanto si è discusso sin dalla prima amministrazione Coletta e dall’avvio della prima indagine poi archiviata. Una richiesta di sequestro sulla quale ci sarebbero stati dubbi dalle parti del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina.

C’è da dire che, fino a oggi, sono stati passati ai raggi X da un gruppo di imprenditori della zona, contrari al progetto commerciale nell’area, i titoli unici 13/2021 e 6/2022 che autorizzano due superfici di vendita rispettivamente di 1374 metri quadrati e di 1900 metri quadrati.

Recentemente, una missiva dei suddetti imprenditori chiedeva a Sindaco e organi tecnico-amministrativi, compreso il Suap e il direttore generale Agostino Marcheselli, di “verificare, relativamente all’intervento in corso di realizzazione all’angolo tra la Via del Lido e la Via Ferrazza, il rispetto delle norme in materia di edilizia, urbanistica, viabilità e sicurezza stradale“.

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Come noto, uno degli aspetti ancora poco chiari della questione è rappresentato dal fatto che, nel 2021, un documento dell’allora segretario generale del Comune di Latina, Rosa Iovinella, ha rigettato la proposta di deliberazione che proponeva l’eliminazione del vincolo di destinazione d’uso alberghiero all’interno dell’area Q3 dove ieri, 29 novembre, è stato inaugurato la prima delle medie strutture di vendita. In realtà, queste tre strutture non sono altro che un imponente centro commerciale che si trova nella stessa area della città di un altro centro commerciale, il “Morbella”.

L’allora segretario generale Iovinella respinse la proposta di “cambio di destinazione d’uso”, non ritenendo sufficiente il cosiddetto “ordinato sviluppo del territorio”, richiamato nella proposta. L’ordinato sviluppo del territorio, infatti, non rappresentava un elemento bastevole a motivare una variante quale è quella del Piano Particoleraggiato Q3. E in più non è sufficiente neanche la motivazione per cui una variante del genere consentirebbe la cessione di ulteriori aree a standard di parcheggi pubblici.

La motivazione della proposta di eliminazione del vincolo, almeno nel 2021, era ancora carente. E a leggere le motivazioni di Iovinella furono non solo la dirigente, ma anche l’allora sindaco di Latina, Damiano Coletta, l’assessore Francesco Castaldo e la vice-sindaca Maria Paola Briganti. Il resto è storia nota con il rilascio dei titoli autorizzatori al privato da parte dell’ufficio Suap del Comune di Latina e la nuova indagine del Procuratore Capo di Latina. Al fondo il fatto che l’area su cui è sorto il complesso aveva destinazione alberghiera e non commerciale, come invece fu autorizzato dal Comune di Latina e dalla prima Giunta Coletta.

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La delibera di Giunta del 2021 (amministrazione Coletta) e i permessi a costruire del Suap del Comune di Latina, firmata dal dirigente Stefano Gargano, hanno dato il lasciapassare a tre strutture commerciali e quindi, in teoria, vi sarebbe dovuto essere un passaggio in consiglio comunale per consentire un cambio di destinazione d’uso per trasformare l’area in commerciale.

Fin qua la storia in estrema sintesi, perché la stessa storia aggiungeva lo scorso 30 novembre, come accennato, un nuovo capitolo. Il 29 novembre, una riunione fiume in Comune tra i collaboratori più stretti della Sindaca Matilde Celentano per capire quali passi fare. Da Piazza del Popolo, c’era prudenza e attesa per ciò che avrebbe fatto la magistratura, anche in ragione della circostanza che gli uffici avevano ribadito che la documentazione sarebbe stata in regola.

Solo che quegli stessi uffici, ossia il servizio Attività Produttive (Suap), con una ordinanza firmata dal dirigente Stefano Gargano, hanno intimato alle due società che hanno aperto la prima delle tre medie strutture di cessare l’attività aperta appena il giorno prima. Aperto “Maury’s”, il marchio della grande distribuzione organizzata; chiuso Maury’s, dopo poco.

L’ordinanza si originava dal fatto che, dopo un paio di passaggi societari avvenuti in appena due giorni, il 29 novembre il Suap ha comunicato alle due società, “Punto Immobiliare srl” e “Gamy srl”, l’improcedibilità e il divieto di apertura dell’attività di media struttura di vendita. Lo stesso giorno la Punto Immobiliare srl aveva presentato la Segnalazione Certificata di Agibilità con contestuale fine lavori di cui al titolo unico n°6/2022 presso l’immobile a destinazione commerciale.

Il Suap, quindi, ordinava ai due titolari delle due società “la cessazione immediata dell’attività in media struttura di vendita presso l’immobile a destinazione commerciale perché privo di titoli autorizzativi all’apertura”. E pensare che, come detto, fu proprio il Suap e lo stesso dirigente, nel 2022, a produrre in atti i permessi a costruire.

Una situazione ingarbugliata, ora arrivata a un punto di svolta con il sequestro della magistratura.

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