VARIANTE Q3: “C’È LA MAGISTRATURA CHE INDAGA, NON SI PARLA”. LA COMMISSIONE SENZA ESITI

La Commissione Trasparenza di oggi 9 novembre
La Commissione Trasparenza di oggi 9 novembre

Variante Q3, oggi il seguito della Commissione Trasparenza: dall’incontro dei commissari in Comune un nulla di fatto

Pur essendo invitato, il dirigente del Comune di Latina, Paolo Cestra, non ha riferito nulla alla Commissione, così come l’avvocato dell’ente, Alessandra Capozzi. Secondo i tecnici convocati oggi dalla commissione “Trasparenza” del Comune di Latina, presieduta dalla consigliera comunale d’opposizione, Floriana Coletta (LBC), non è opportuno dichiarare alcunché dal momento che c’è in corso un’indagine della magistratura. “Siamo arrivati tardi”, lo dice a chiare lettere l’avvocato del Comune. E allora?

Praticamente niente. La commissione, che si è svolta in meno di un’ora, ha visto contrapposti, comprese alcune diatribe non aventi a che fare con l’oggetto del dibattito, i consiglieri di maggioranza e opposizione. Il centrodestra, per quanto riguarda l’affaire della variante sotto indagine, dopo anni di polemiche contro di lei, prende a prestito, stavolta, la figura di Rosa Iovinella. Nell’aprile 2021, come noto, l’allora segretario generale del Comune di Latina aveva rigettato la proposta di deliberazione dell’allora Giunta Coletta che proponeva l’eliminazione del vincolo di destinazione d’uso alberghiero all’interno dell’area Q3 dove a breve sorgeranno le tre strutture finite, praticamente un nuovo centro commerciale.

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Iovinella, peraltro, considerata la prima indagine del sostituto procuratore Giuseppe Miliano (poi archiviata nell’autunno 2020), costituì un gruppo di lavoro ad hoc, proprio per dirimere la questione e analizzare la proposta di eliminazione di vincolo di destinazione d’uso proposto della Dirigente “Politiche di Gestione e Assetto del Territorio”, Eleonora Daga.

L’allora segretario generale Iovinella respinse la proposta di “cambio di destinazione d’uso”, non ritenendo sufficiente il cosiddetto “ordinato sviluppo del territorio”, richiamato nella proposta. L’ordinato sviluppo del territorio, infatti, non rappresentava un elemento bastevole a motivare una variante quale è quella del Pianto Particoleraggiato Q3. E in più non è sufficiente neanche la motivazione per cui una variante del genere consentirebbe la cessione di ulteriori aree a standard di parcheggi pubblici.

La motivazione della proposta di eliminazione del vincolo, almeno nel 2021, era ancora carente. E a leggere le motivazioni di Iovinella furono non solo la dirigente, ma anche l’allora sindaco di Latina, Damiano Coletta, l’assessore Francesco Castaldo e la vice-sindaca Maria Paola Briganti. Il resto è storia nota con il rilascio dei titoli autorizzatori al privato da parte dell’ufficio Suap del Comune di Latina e la nuova indagine del Procuratore Capo di Latina.

La delibera di Giunta e i permessi a costruire hanno dato il lasciapassare a tre strutture commerciali e quindi, in teoria, vi sarebbe dovuto essere un passaggio in consiglio comunale per consentire un cambio di destinazione d’uso per trasformare l’area in commerciale. Su questo punto, il centrodestra concentra il punto forte del suo ragionamento: ormai l’avete fatto e non capiamo quale sia stato l’interesse pubblico.

Fu la stessa Iovinella a firmare quella delibera, ribatte l’opposizione anche oggi. Solo che, sempre secondo la maggioranza di centrodestra, l’ex segretario generale si limitò a firmare da verbalizzante, senza dare nessuna approvazione, anzi ribadendo la sua contrarietà.

Ad assistere alla Commissione Trasparenza c’era anche il responsabile dell’associazione di categoria di Codici, Antonio Bottoni, che, in una nota, “esprime la più profonda delusione per come si è svolta e conclusa la seduta della Commissione Trasparenza del Comune, convocata per le ore 11 di questa mattina per proseguire i lavori interrotti precedentemente in relazione alla cosiddetta “Variante Q3”.

Infatti al rappresentante di  Codici non è stato consentito di prendere la parola per due volte, avendo interesse a fornire alcune precisazioni in merito ad affermazioni secondo cui a cura di Codici sarebbe in corso una procedura dinanzi all’Autorità Amministrativa, che sarebbe stata investita del merito della questione.

Ciò è bastato, insieme alla evocazione che su questa vicenda si sono riaccesi i riflettori della Procura della Repubblica di Latina, per non consentire a Codici semplicemente di specificare che attualmente la questione che vede contrapposto il Comune e questa Associazione, si ricorda, portatrice di interessi diffusi, è stata trasferita in appello dinanzi al Consiglio di Stato ma non chiedendo a questo Organo di Giustizia Amministrativa di entrare nel merito degli atti bensì su un fatto preliminare, cioè la negata ostentazione degli atti il cui accesso era stato negato dal dirigente preposto, nonostante la richiesta fosse stata effettuata ai sensi della legge sull’accesso civico, che non prevede neppure la specificazione delle motivazioni per cui si chiede l’accesso e senza che vi fossero motivi ostativi, precisamente previsti dalla legge.

In effetti a Codici, solo a seguito del ricorso al TAR, è stato consentito soltanto un accesso parziale ad alcuni documenti e non ad altri che erano stati specificati, la cui conoscenza è ritenuta di fondamentale interesse e per questo e solo per questo motivo oggi è in corso la controversia tra Codici ed il Comune, cioè proprio su una questione di trasparenza.

Appare evidente che, molto probabilmente, se Codici avesse potuto offrire questa delucidazione ai Consiglieri comunali componenti la Commissione Trasparenza, ciò avrebbe potuto consentire non solo la prosecuzione dei lavori ma anche un dibattito più ampio e più approfondito.

Resta il rammarico per una vicenda sulla quale Codici ha acceso i riflettori sin dal gennaio 2019 e che prosegue lasciando dietro di se una scia di scarsa trasparenza, sulla quale Codici non può che augurarsi che venga fatta completamente luce, nell’interesse di tutti ed, in primo luogo, della cittadinanza”.

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