“STATUS QUO”, DE BELLIS MAI INTERCETTATO: “MA QUEL MAURIZIO ERA LUI”

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Maurizio De Bellis

Operazione Status Quo, prosegue il processo per spaccio di droga a carico del 56enne di Latina Maurizio De Bellis

È l’unico ad aver scelto il rito ordinario nei vari processi derivanti dall’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma eseguita il 20 aprile 2022 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina e denominata “Status Quo”.

Difeso dall’avvocato Oreste Palmieri, al 55enne De Bellis viene contestato il reato di spaccio di droga. Il processo si svolge davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina Simona Sergio e al Pm della Procura/DDA di Roma, Luigia Spinelli.

A fine marzo, sono stati condannati dal Tribunale di Roma, in abbreviato, gli altri co-imputati, mentre Maria Grazia Di Silvio, altra coinvolta nell’operazione “Status Quo”, è processata a Latina col rito abbreviato condizionato.

De Bellis, condannato a luglio 2022 per un altro episodio di spaccio di sostanza stupefacenti (mezzo di chilo di cocaina da destinarsi alla zona pub di Latina), fu arrestato nell’operazione Status Quo (per cui è ristretto ancora ai domiciliari) con l’accusa di aver fornito droga a Valentina Travali e alla sua famiglia di riferimento.

Da ciò che è emerso nella fasi di indagini e nel processo a carico di De Bellis, a casa Travali, anche dopo la maxi operazione antimafia denominata Reset (per cui è in corso un processo da 30 imputati in cui viene contestata l’associazione mafiosa), si continuava a vendere droga, anche alla presenza di minorenni. Il portato probatorio a carico di De Bellis, accusato di essere un fornitore della famiglia che aveva come hub principale l’appartamento numero 40, sito ai cosiddetti Palazzoni di Viale Nervi, ci sono anche i documenti che il Pm Spinelli, tra cui un aggravamento di misura cautelare risalente al 2011, ha prodotto. A significare che “Billy” De Bellis, nel frattempo raggiunto da una nuova misura di sorveglianza speciale ad aprile scorso, è nel mondo dello smercio della droga da anni. Una circostanza raccontata all’Antimafia anche dal collaboratore di giustizia Agostino Riccardo che parlò di De Bellis come abituale fornitore di droga dei Travali (“ha sempre venduto droga già dagli anni ’90…era legato a Giuseppe Travali, poteva muovere fino a 50 chili al mese”), in rapporti con Angelo Travali e Gianluca Campoli (entrambi co-imputati nel processo “Status Quo).

Oggi, 3 maggio, è ripresa la testimonianza del Luogotenente dei Carabinieri che all’epoca delle indagini “Status Quo” era in servizio al Nucleo Investigativo di Latina (ora ai Nas). L’indagine, come specificato dall’investigatore, nasce da una informativa della Direzione Distrettuale Antimafia riguardo all’attività di spaccio che andava in scena presso l‘appartamento dei Palazzoni, una casa popolare Ater, la cui assegnazione in capo a Maria Grazia Di Silvio, successivamente, a luglio 2022, è stata fatta decadere dal Comune di Latina. È lì che, aveva ricordato il Carabiniere lo scorso marzo, che spacciava Valentina Travali, così come certificato dall’ormai famigerato video-rap. Una casa “storicamente citata come luogo di spaccio”, ha detto a chiare lettere il militare dell’Arma, perché occupata prima da Peppone Lo Zingaro, al secolo Giuseppe Travali, indagato anche lui nell’inchiesta “Status Quo”, ma deceduto a giugno 2021, e, in seguito, da Angelo e Salvatore Travali, considerati, insieme a Costantino “Cha Cha” Di Silvio, a capo del sodalizio processato per mafia nel procedimento “Reset”.

Secondo gli inquirenti, a fornire la droga per lo spaccio a Valentina Travali, anche dopo gli arresti di “Reset” che coinvolsero i fratelli, era proprio Maurizio De Bellis. Il militare dell’Arma ha ripercorso, nella scorsa udienza, le fasi dell’indagine confermando tutto: dalla cocaina che si vendeva a 50 euro al grammo, al crack cucinato, ai nomi dati alla stessa cocaina (“peruviana”), fino al mezzo con cui i Travali si spostavano: in particolare la Nissan Micra di Maria Grazia Di Silvio. Due i luoghi di scambio in cui è coinvolto De Bellis: l’uno si trova su Via Isonzo, un normalissimo bar; l’altro, a 400 metri dalla villa del De Bellis sulla SS Pontina, ossia il locale denominato “0773”.

Oggi, al controesame svolto dall’avvocato Palmieri, il Luogotenente dei Carabinieri ha confermato che De Bellis non è mai stato né fotografato né ripreso da alcuna telecamera mentre cedeva droga al gruppo Travali. Né, peraltro, vi sono intercettazioni telefoniche o ambientali dirette tra De Bellis e Valentina e Giuseppe Travali.

Il militare dell’Arma ha voluto specificare, però, che De Bellis, in una intercettazione tra altri due indagati, avrebbe detto che mai sarebbe andato a casa dei Travali per paura che un domani gli contestassero l’associazione per delinquere (considerato che la famiglia è ormai riconosciuta dalla DDA come un clan).
Gli indizi a carico di De Bellis sono unicamente quelli forniti dai rilevamenti Gps e dalle celle telefoniche agganciate nei luoghi di scambio che avveniva tra l’imputato e il co-imputato, già condannato in primo grado col rito abbreviato, Gianluca Campoli (marito di Shara Travali, sorella di Angelo, Salvatore e Valentina).

La droga veniva scambiata nei pressi dei locali “0773” e “P3”, a non molta distanza dalla villa di De Bellis che si trova al chilometro 75 della SS Pontina. È inoltre emerso, nella fasi del controesame, che tra le intercettazioni vi sarebbero anche altri due “Maurizio”, di cui uno non identificato. Un particolare che ha sottolineato l’avvocato Palmieri. Eppure, il Carabiniere interrogato ha spiegato che nelle fasi di indagine vi fosse sicurezza dell’identità di De Bellis per via dei tracciati Gps, delle risultanze delle celle telefoniche e per alcune conversazioni degli altri indagati che facevano riferimento a “Maurizio” senza equivoci sulla circostanza che si trattasse di De Bellis. Sull’imputato, inoltre, gli indizi sarebbero rilevanti anche per un discorso fatto al telefono da Maria Grazia Di Silvio riguardo a una storia sentimentale e il pregresso dell’imputato, già coinvolto in importanti operazioni anti-droga, tra cui quella denominata Balena Bianca (risalente a oltre 10 anni fa).

Finito il contro-esame, il processo è stato rinviato al 31 maggio. Una data ravvicinata per il fatto che il prossimo 27 giugno scadranno i termini della misura cautelare di De Bellis che, al momento, si trova in una comunità a Palestrina.

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