L’APPARTAMENTO DELLO SPACCIO E DEL VIDEO-RAP AI PALAZZONI TOLTO AI TRAVALI/DI SILVIO

Scala M, lotto 46 dei Palazzoni, Latina
Scala M, lotto 46 dei Palazzoni, Latina

Il Comune emette l’atto che fa decadere la casa popolare assegnata a Maria Grazia Di Silvio, nota alle cronache giudiziarie e madre dei fratelli Angelo, Salvatore e Valentina Travali

Il 30 giugno scorso, il Comune di Latina, tramite il Servizio Patrimonio e cinque atti distinti del Dirigente Paolo Cestra, ha disposto provvedimenti riguardanti altrettanti alloggi della cosiddetta edilizia residenziale pubblica. Quello che, fuori dal linguaggio burocratico e spesso politicamente corretto, è il grande patrimonio di case popolari che a Latina e in Italia ha costituito una base di solidarietà irrinunciabile e decisiva per la coesione e tenuta sociale. Una coesione spesso tradita dal fatto che le case popolari sono state ghettizzate, ridotte a ripostiglio oscuro della città e per questo marginalizzate, creando cappe di criminalità e senso di rivalsa in chi vi abitava.

Maria Grazia Di Silvio intervistata dal giornalista Carlo Marsilli nella trasmissione "Non è l'Arena" andata in onda l'anno scorso su La7. Erano passate poche settimane dall'operazione della DDA "Reset" (2021)
Maria Grazia Di Silvio intervistata dal giornalista Carlo Marsilli nella trasmissione “Non è l’Arena” andata in onda l’anno scorso su La7. Erano passate poche settimane dall’operazione della DDA “Reset” (2021)

Di questi cinque provvedimenti, quattro sono di assegnazioni a favore di famiglie per case che si trovano presso i cosiddetti Palazzoni in Viale Nervi (nel quartiere ex Q4), in Via Pionieri della Bonifica (le case popolari di Campo Boario) e in Via Londra (zona cimitero). Si tratta di zone che per anni sono state considerate zone difficili, dominate dalla presenza di appartenenti ai clan rom della città ma dove la stragrande maggioranza delle famiglie lavora e vive una vita da cittadini perbene.

L’ultimo dei provvedimenti, invece, è una decadenza di una casa popolare molto particolare, anch’essa ai Palazzoni della Q4. Si tratta della casa assegnata a Maria Grazia Di Silvio, una donna conosciuta alle cronache, nipote del “re di Roma” Vittorio Casamonica (quello del funerale e dei petali lanciati dall’elicottero “abusivo” sulla Roma agostana del 2015), persino intervistata da una nota trasmissione televisiva di ambito nazionale e recentemente coinvolta nell’indagine dei Carabinieri di Latina denominata “Status Quo”.

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Peraltro, in quella stessa inchiesta, nella parte lavorata dalla Squadra Mobile di Latina, emerge una contestazione con l’aggravante mafiosa: la gambizzazione di un uomo che gestiva una tabaccheria al centro di Latina, di fianco allo Stadio Francioni, colpevole a detta del clan di avere denunciato anni prima proprio Maria Grazia Di Silvio per una tentata estorsione. A finire indagati per l’episodio violento a colpi d’arma da fuoco il figlio di “Graziella”, il noto Angelo Travali, come mandante, e il presunto esecutore materiale Mohamed Jandoubi, ex compagno della figlia di Maria Grazia Di Silvio: Valentina Travali.

Ebbene, ora, il Dirigente del Servizio Patrimonio Paolo Cestra ha firmato il decreto di decadenza dell’assegnazione dell’alloggio Erp per quello che era a tutti gli effetti l’appartamento dello spaccio, già finito all’attenzione della cronaca locale e nazionale per il famigerato video rap con cui alcuni giovani dei Palazzoni inneggiavano alla fama criminale di Angelo e Salvatore Travali e al fratellastro, nonché altro figlio di Maria Grazia Di Silvio, Alessandro Anzovino. Tutti e tre coinvolti nel maxi processo antimafia denominato “Reset”. Per quel video, Valentina Travali, ritratta a contare i soldi, ha pagato con un paio di condanne: una per spaccio di droga e l’altra per il possesso di una penna pistola.

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Condanne, clamore mediatico, ma nessun provvedimento per quell’appartamento ubicato in Viale Nervi 44, presso il lotto 46, alla scala M, interno 40. Qualcosa però è cambiato con l’ultima inchiesta dei militari dell’Arma denominata “Status Quo”, poiché il 31 maggio l’Ater, l’ente regionale proprietario dell’appartamento, ha comunicato al Comune che “agli esiti degli accertamenti eseguiti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina, è emerso che l’assegnataria esercita attività illecite all’interno dell’immobile consegnato, disattendendo completamente la disposizione normativa“. C’è da dire che la vera tessitrice dello spaccio era Valentina Travali ma a rimetterci è la madre Maria Grazia Di Silvio, ad ogni modo, secondo la magistratura, beneficiaria della medesima attività illegale.

Valentina Travali: la 35enne è presente nel video (l’immagine è tratta da lì) dove giovanissimi, tra cui un nipote dei Travali, inneggiava a malavita e gang. Nei versi finali della canzone, l’auspicio che i fratelli Travali, Angelo e Salvatore, escano dl carcere. Dal 17 febbraio 2021, con l’operazione Reset, al Clan Travali/Cha Cha è contestato il 416 bis

“L’attività illecita svolta dalla Travali – annotava il Giudice per le indagini preliminari di Roma Conforti nell’ordinanza che ha emesso le misure cautelari nell’ambito dell’operazione “Status Quo” concretizzata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina guidato dal Maggiore Antonio De Lise – è sicuramente fiorente, non solo tenuto conto dei cospicui rifornimenti emersi nel breve arco temporale delle indagini, ma anche perché lei stessa si vanta di poter sostenere economicamente, oltre ai propri figli, il fratello Angelo (in carcere) e la sua famiglia, la madre Di Silvio Maria Grazia, il padre Giuseppe Travalli, il fratello Alessandro Anzovino e la compagna di quest’ultimo“.

Ma c’è di più perché il Servizio Patrimonio del Comune di Latina annota che l’assegnataria, ossia Maria Grazia Di Silvio, è risultata morosa nel pagamento dei canoni di locazione convenuti, per un importo che ammonta a 9.813 euro. Una morosità accumulata nel tempo e che fa scattare la decadenza, peccato solo che l’Ater, per accertarla, abbia avuto bisogno della spinta degli investigatori dell’Arma. Senza di quella, la morosità che durava da anni sarebbe rimasta impunita.

Un provvedimento di decadenza che, come specifica nell’atto il Comune di Latina, ha carattere definitivo e non è soggetto a proroghe.

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