RESET: IL PROCESSO PER MAFIA AL CLAN TRAVALI RINVIATO IN AUTUNNO. TANTE LE ECCEZIONI DELLA DIFESA

Da sinistra: Alessandro Zof, Gianluca Ciprian, Costantino “Cha Cha” Di Silvio, Angelo “Palletta” Travali e Francesco Viola. Sono tutti accusati dalla DDA di far parte del medesimo Clan Travali

Processo “Reset”: il procedimento che vede alla sbarra 30 imputati, la maggior parte dei quali accusati di associazione mafiosa, slitta in autunno

Una sequela di eccezioni preliminari da parte del collegio difensivo e il Tribunale che si riserva rinviando in autunno il processo. Giornata interlocutoria per il procedimento che contesta al clan Travali il 416 bis e non poteva essere altrimenti dal momento che si tratta di uno dei processi più importanti presso il Tribunale di Latina. Tanto per cominciare tra le decine di parti offese o vittime – professionisti, commercianti e cittadini comuni – nessuno si è presentato in aula.

Ad essersi costituiti parte civile il Comune di Latina e l’Associazione antimafia “Antonino Caponnetto”.

Prima ancora che gli avvocati del nutrito collegio difensivo muovessero in aula le eccezioni preliminari, tre imputati hanno rilasciato dichiarazioni spontanee, video-collegati dalle carceri in cui sono reclusi. Alessandro Zof detto “Il Topo” ha sostenuto di aver presentato diverse istanze per permesso di necessità senza avere alcuna risposta. Luigi Ciarelli, il numero tre del clan omonimo del Pantanaccio, ha dichiarato di voler sostenere il processo ma di essere incompatibile con il carcere per il suo cattivo stato di salute. Ciarelli ha dichiarato di essere invalido civile a livello psichiatrico all’80%, oltreché ad avere diverse patologie e affrontato situazioni difficili in carcere. L’uomo ha detto di aver iniziato lo sciopero della fame e della sete: vuole essere trasferito in una struttura speciale a Napoli dove potersi curare. Da ultimo, Angelo Travali, che ha specificato di voler affrontare il giudizio richiedendo il rito abbreviato, considerato lo sdoppiamento del processo: da una parte l’odierno procedimento principale e dall’altra il processo sull’omicidio Giuroiu dove sono imputati lui e il fratello Salvatore Travali.

Tra le eccezioni c’era quella dell’avvocato Siciliano per l’agente di polizia Carlo Ninnolino, a cui è seguita l’affine eccezione dell’avvocato Marino per Roberto Pasini. Infatti, sia per Ninnolino che per Pasini, gli avvocati difensori hanno ribadito, in sostanza, il principio del ne bis in idem, secondo il quale un giudice non può esprimersi due volte sulla stessa azione se questa è già stata giudicata. Entrambi vengono accusati della stessa dinamica dei fatti (secondo l’accusa però si tratta di circostanze diverse rispetto a quelle per cui furono processati) che li portò a processo nel procedimento denominato “Don’t Touch” (processo che ha già emesso condanne passate in giudicato per i principali imputati del processo odierno denominato “Reset”: su tutti i fratelli Travali e “Cha Cha”), ossia quelle di informatori rispetto alle indagini del Clan. In quel caso, entrambi furono assolti.

Ninnolino, secondo quanto riportato dal suo avvocato, sarebbe stato trasferito già a novembre 2014 al centralino di Polizia e non era più in servizio nella Squadra Mobile: per tale circostanza non si sarebbe determinata la possibilità di “soffiare” notizie d’indagine. Inoltre, per l’avvocato, risultato non determinate le circostanze per cui avrebbe incontrato Pasini e ricevuto soldi. L’avvocato Marino per Pasini si è unito alle eccezioni di Ninnolino avendo avuto lo stesso esito di assoluzione nel processo precedente Don’t Touch. Non ci sarebbero novità accusatorie se non le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia considerato dal legale non sorrette da riscontri.

Dopodiché, sia l’avvocato Irace per Angelo Travali, che gli avvocati Vitelli e Cardillo Cupo per Salvatore Travali hanno sostenuto le eccezioni per i loro assistiti, chiedendo che il fascicolo venga dato indietro al Pm per le opportune valutazioni. E poi ancora eccezioni di incompetenza territoriale anche per Valentina Travali e Giorgia Cervoni.

Il Pm Luigia Spinelli ha proposto il rigetto di tutte le eccezioni e il collegio del Tribunale presieduto dal Giudice Francesco Valentini ha rinviato al prossimo 14 ottobre, data in cui verranno sciolte le riserve sulle richieste della difesa.

I reati contestati, a vario titolo, sono diversi: associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, numerose  estorsioni aggravate anch’esse dal metodo mafioso, oltreché a ipotesi di corruzione.

Sul banco degli imputati, diversi protagonisti della malavita pontina: Angelo Travali (in carcere), Salvatore Travali (in carcere), Angelo Morelli, Vera Travali, Alessandro Zof (in carcere), Ermes Pellerani (ai domiciliari), Davide Alicastro (ai domiciliari), Fabio Benedetti, Costantino “Cha Cha” Di Silvio (in carcere), Antonio Neroni, Antonio Giovannelli (ai domiciliari), Dario Gabrielli (in carcere per altra causa), Mirko Albertini, Silvio Mascetti (in carcere), Matteo Gervasi, Francesca De Santis, Antonio Peluso (in carcere), Manuel Ranieri (in carcere), Shara Travali, Valentina Travali (in carcere, recentemente destinataria di un altro provvedimento afferente all’inchiesta dei Carabinieri denominata “Status Quo”), Giorgia Cervoni, Riccardo Pasini, Luigi Ciarelli (in carcere), Corrado Giuliani, Franco “Ciccio” Della Magna, Denis Cristofori, Carlo Ninnolino, Valeriu Cornici (in carcere), Alessandro Anzovino (in carcere), Christian Battello (in carcere) e Tonino Bidone.

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