RAPINA IN GIOIELLERIA A PONTINA: SI COSTITUISCE IL GIOVANE CONDANNATO LO SCORSO ANNO

La rapina effettuata in una gioielleria a Pontinia
La rapina effettuata in una gioielleria a Pontinia

Alessandro Cante, 23enne di Giugliano, latitante da ormai sei mesi e condannato per una rapina a Pontinia si è costituito

Cante aveva fatto perdere le sue tracce quando presso il Tribunale di Latina era stata pronunciata la sua condanna pari a 3 anni e 8 mesi di reclusione per la rapina commessa in una gioielleria di Pontinia.

Ieri il giovane ha deciso spontaneamente di costituirsi presso la casa circondariale di Bellizzi Irpino.

Cante e gli altri della banda erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione “San Gennaro”, condotta dalla Squadra Mobile di Latina, che, a ottobre 2020, portò agli arresti di due dei rapinatori considerati i “trasfertisti” che dalla Campania erano venuti nel capoluogo per commettere una rapina. Successivamente, dopo quattro giorni, si era costituito un terzo, per l’appunto Alessandro Cante.

A dicembre 2022, è stato il Giudice per l’udienza preliminare, Mario La Rosa, a emettere le condanne per due dei coinvolti accusati di rapina aggravata, lesioni e furtoGiovanni Moccia giudicato col rito abbreviato e, per l’appunto, il 23enne Alessandro Cante che ha ottenuto il patteggiamento. Moccia, 41 anni, originario di Napoli, ma trasferito a Latina, ha rimediato una condanna a 4 anni di reclusione; Cante, originario di Giugliano, a 3 anni e 8 mesi. Sono arrivate, invece, due assoluzioni per altri due uomini ritenuti dagli investigatori complici della rapina avvenuta a Pontinia nel maggio 2020.

Il 28 maggio 2020, infatti, fu messa a segno una rapina presso una gioielleria a Pontinia. I rapinatori, col volto travisato da mascherine chirurgiche e cappellini con visiera, avevano aggredito con efferata violenza il proprietario dell’esercizio commerciale e sua moglie, accoltellando l’uomo alle spalle e picchiando la donna, per poi trafugare un bottino costituito da diamanti ed oggetti in oro, del valore complessivo di 30.000 euro circa. Poco dopo, i banditi si erano alla fuga utilizzando un’autovettura con targhe rubate. 

L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura di Latina, si era basata essenzialmente sull’analisi delle immagini dei sistemi videosorveglianza del Comune di Pontinia e di quelli limitrofi; è stata così identificata la “batteria” dei rapinatori, incensurati, alcuni dei quali esecutori materiali della rapina ed altri funzionali all’organizzazione criminale sia in veste di basisti, sia per aver fornito un apporto logistico alla banda e per aver ospitato i malviventi in un appartamento a Latina, nella loro disponibilità.

L’attività di polizia giudiziaria era stata eseguita tra le città di Latina, Fondi e Napoli, da agenti della Squadra Mobile di Latina, con il supporto della Squadra Mobile e del Reparto Prevenzione Crimine di Napoli.

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