DISCARICA A LATINA, CONVOCATO CONSIGLIO COMUNALE DEL CAPOLUOGO. DALLA PISANA BOCCIATA AUTOSUFFICIENZA DEGLI ATO

Discarica Latina
Sotto l'area indicata dal Consorzio Roma-Latina dove realizzare la discarica di servizio. Si trova al confine nell'agglomerato industriale di Pontinia, zona Plasmon nel Comune di Latina

Il Consiglio Comunale di Latina si muove sulla discarica provinciale. L’assise è stata convocata per il 30 luglio con due punti all’ordine del giorno: occhi puntati sul sito di stoccaggio da individuare nel territorio pontino

Due soli punti saranno discussi dal Consiglio Comunale di Latina che sarà chiamato in prima convocazione giovedì 30 luglio e si svolgerà il giorno successivo, a partire dalle 10: l’individuazione di un sito di stoccaggio per chiusura ciclo dei rifiuti nel territorio della provincia di Latina e il sopralluogo alla sede dell’Aziende dei Beni Speciali (Abc) da parte dei due consiglieri comunali, in quota Lega, Vincenzo Valletta e Massimiliano Carnevale da cui sono derivate due denunce incrociate. Una dei consiglieri leghisti – accompagnati nel loro tour di ispezione ad Abc, dal segretario comunale del partito di Salvini, Armando Valiani – la quale ha esposto la situazione emergenziale dei rifiuti latinensi nei giorni caldi in cui Rida Ambiente aveva smesso di accogliere i rifiuti indifferenziati anche dal Comune di Latina; l’altra da parte degli organi dell’Azienda speciale che hanno querelato i tre leghisti “responsabili di aver forzato le regole di accesso al perimetro aziendale” così da “provocare il licenziamento dell’addetto al servizio di portineria”.

Leggi anche:
ABC DENUNCIA I LEGHISTI ENTRATI DI NOTTE NELL’ISOLA ECOLOGICA DI LATINA

Entrambi temi molto spinosi che hanno fatto ampiamente discutere. D’altra parte è sicuramente dirimente la prima delle questioni: ossia dove realizzare la discarica di servizio prevista dal piano provinciale dei rifiuti nel territorio pontino. Una decisione sui si giocherà la capacità politica di Latina Bene Comune e del Sindaco Damiano Coletta al fine di scongiurare che Latina, ammorbata da quasi mezzo secolo di Borgo Montello, sia costretta ad ospitare una nuova discarica, sebbene commisurata alle leggi, ai regolamenti e al sentiment contemporanei. E senza contare che in ballo, questi giorni, c’è l’approvazione in Consiglio Regionale del Piano Rifiuti che si auspica possa dare strumenti efficaci per evitare che i territori non siano costretti più a supplire alle deficienze gestionali delle aree fuori provincia.

Leggi anche:
DISCARICA IN PROVINCIA: SEZZE E SERMONETA DICONO NO, LATINA DORME. L’OPPOSIZIONE: “SÌ ALL’INCENERITORE”

Latina città è indiziata a ospitare la discarica, lo sanno tutti. E alcuni degli amministratori della provincia, compresi taluni indirizzi dell’informazione, fanno pesare il fatto che Latina ha la raccolta differenziata più scadente se si eccettuano Sezze e le isole. Ora, finalmente, la maggioranza del consiglio comunale prende atto del pericolo e convoca una seduta d’urgenza, tanto più che il Consorzio Roma-Latina ha indicato, come aree dove realizzare il sito di stoccaggio che ospiterebbe tutti gli inerti della provincia, in una zona da 140mila mq nei pressi della Plasmon, nell’agglomerato industriale di Pontinia ma già nel Comune di Latina.

Leggi anche:
ECCO LE AREE IN BALLO PER LA DISCARICA IN PROVINCIA: SPUNTA SEZZE, CONFERMA PER ZONA TRA LATINA E SERMONETA SCALO

Una decisione che, negli ultimi mesi, ha occupato il dibattito politico, con lo strappo deciso dai sindaci civici della provincia – Coletta, Terra, Gervasi, Guidi e Villa – molto critici con la gestione del Presidente della Provincia. Nessuna decisione a tavolino, hanno scritto nettamente i cinque primi cittadini civici, facendo prospettare, se si va per logica, che qualcosa si è mosso senza che loro ne abbiano saputo niente. Un indizio è sicuramente la lettera che il Presidente provinciale Carlo Medici ha inviato all’Assessore al Ciclo dei Rifiuti di Regione Lazio Massimiliano Valeriani in cui allegava i quattri siti – Latina, Sermoneta, Cisterna, Sezze – su cui ragionare per realizzare la cosiddetta discarica di servizio per chiudere il ciclo dei rifiuti provinciale.

Leggi anche:
RIFIUTI E DISCARICA, ROTTURA TRA SINDACI CIVICI E PRESIDENTE MEDICI: “NO A UN DESTINO SCELTO A TAVOLINO”

Insomma, un tema caldo, caldissimo, a tal punto che la doppia denuncia Lega-Abc, benché argomento di sicura vivacità, scolora rispetto a quella che, con tutta probabilità, è una delle questioni più difficili che il territorio pontino è chiamato ad affrontare.

La pensa così anche Giorgio Libralato, portavoce di quei cittadini di Via Monfalcone che di discariche, loro malgrado, se ne intendono: “La maggioranza del consiglio comunale di Latina ha, giustamente, con urgenza, convocato una seduta consiliare, urgente, visto l’atteggiamento della maggioranza in provincia (o della maggioranza della conferenza dei sindaci o del presidente della provincia a seconda delle interpretazioni) sull’indicazione dei siti per i rifiuti. Infatti proprio il comune di Latina, insieme ai vari sindaci civici, ha protestato in modo vigoroso. I cittadini auspicano che sull’argomento, come già avvenuto in passato, ci sia una decisione condivisa in favore del territorio, delle attività aziendali ad oggi esistenti, dell’economia locale, della salute dei cittadini e dell’ambiente troppe volte bistrattati anche nell’ultimo periodo con “decisioni calate dall’alto” come hanno detto i sindaci civici”.

Sicuramente le forze politiche avranno un atteggiamento diverso e forse più vicini ai territori rispetto a quanto oggi emerso alla Pisana dove la maggioranza ha bocciato la proposta di Gaia Pernarella per l’autosufficienza degli ATO – conclude Libralato – La richiesta era di non superare 1/3 rispetto alle necessità degli ATO in materia di produzione di rifiuti. Strano per anni hanno dichiarato il contrario. Quindi le loro dichiarazioni erano solo propaganda elettorale? Contrari all’autosufficienza degli ATO anche Fdi e Lega. Tornando al consiglio comunale i cittadini si aspettano che dopo la decisione in consiglio, qualsiasi essa sia, si continui il dialogo già instaurato dallo scorso anno in difesa dei diritti civili e sociali affinché possa portare a ridare dignità anche ai cittadini bistrattati di via Monfalcone. Magari il consiglio comunale tornerà a ribadire la richiesta di risarcimento ai cittadini in via Monfalcone finora ignorata dalla Pisana“.

Infine, a margine della convocazione del consiglio comunale, il sindaco di Latina Damiano Coletta ha diffuso, nelle ultime ore, una nota: “Ho ritenuto opportuno, venerdì della scorsa settimana, convocare con discreto anticipo un consiglio comunale sul tema dei rifiuti affinché fosse portata a conoscenza della cittadinanza, attraverso i loro rappresentanti, la questione di cui si sta già da tempo parlando in Provincia, quella cioè relativa al sito di stoccaggio che deve essere indicato alla Regione. Chiedo da tempo insieme ad altri Sindaci una cosa semplice, e immagino condivisibile: che vengano individuati dei criteri precisi perché la scelta possa essere la più oggettiva possibile. Dobbiamo poter condividere una decisione, che comprendo sia importante e necessaria, ma penso che non possiamo farlo con la sola pressione dell’urgenza e dell’immediatezza. Immagino che la comunità che rappresento non debba mai accettare una decisione predeterminata, in particolare in un caso importante come questo. Insieme ai Sindaci di altri Comuni del nostro territorio, ho chiesto all’Amministrazione provinciale di poter lavorare ad una situazione condivisa e trasparente: ovvero su un sito collocato in una zona industriale, idoneo sotto il profilo tecnico e ambientale, preferendo le aree che sono già in disponibilità pubblica. Un atto che dovrebbe essere poi deliberato dal Consiglio Provinciale, condiviso da tutti. Abbiamo fatto la proposta di indicare, comprendendo l’emergenza, un primo elenco di tre siti prima dell’approvazione del Piano Regionale dei Rifiuti. Quindi credo sia necessario che, oltre a parlarne in un contesto provinciale, la proposta debba essere condivisa anche nella più alta sede di discussione politica comunale, il Consiglio appunto. Un processo decisionale, per essere trasparente, deve essere pubblico. Compito primo della politica che vuole fare bene, è quello di non lasciare zone d’ombra“.

Articolo precedente

TERRACINA, CACCIATA DONNA E BAMBINO DA UNO STABILIMENTO ABUSIVO: SCATTA IL SEQUESTRO

Articolo successivo

ASSOCIAZIONI SPORTIVE A LATINA. RANIERI: INGENEROSE ALCUNE CRITICHE

Ultime da Politica