CENTRO MORBELLA: CENTOLA CONDANNATO, PERDE LA CAUSA PER DIFFAMAZIONE

Contenzioso al Centro Morbella: il Presidente del Centro Morbella Salvatore Centola perde la causa per diffamazione contro i consorziati

È il giudice monocratico del Tribunale civile di Latina Giulia Paolini a considerare infondata la causa per diffamazione intentata dal Presidente del cda e del consorzio degli operatori del centro Morbella di Latina, Salvatore Centola, contro diversi consorziati che firmarono una nota critica al Bilancio Consuntivo 2017 risalente al 26 febbraio 2018.

In realtà, secondo il Tribunale di Latina, quella nota oltreché a non costituire un elemento diffamatorio e non avendo prova che sia stata diffusa capillarmente dagli stessi consorziati, come asserito da Centola nella sua domanda di risarcimento (secondo il giudice “non ha offerto alcuna prova” a riguardo), è per di più critica nel senso positivo del termine.
Quella nota, sottolinea il giudice Paolini nella sua sentenza, ha finalità propositiva in quanto spiega che vi è da parte dei consorziati “ferma opposizione all’approvazione del consuntivo 2017” e “al fine di evitare avvisaglie giudiziarie proponiamo e chiediamo: il posticipo dell’approvazione del consuntivo 2017, il rifacimento e l’aggiustamento delle poste di bilancio secondo il nostro regolamento, l’adeguamento dello stesso alle normative correnti del codice civile, dichiarando la nostra disponibilità a contribuire alla sua nuova stesura”.

Parole che secondo Centola rappresentavano “espressioni infamanti”, armate di “volontà offensiva e denigratoria”. Senza contare che lo stesso Centola lamentava la diffusione dello scritto tramite e-mail. Per tale asserita diffamazione Centola chiedeva il risarcimento ai dieci consorziati per migliaia di euro: 150mila euro per danno morale, 100mila euro per danno esistenziale, più pagamento delle spese e rivalutazione monetaria delle cifre richieste.

Una richiesta evidentemente non accolta dal Tribunale civile che ha ritenuto per nulla diffamatorie le affermazioni dei consorziati sia nel merito che nel metodo di comunicazione.
Centola, la cui domanda è stata rigettata, è stato così condannato al pagamento delle spese, in favore di ciascuna parte convenuta, per una somma di 7.052 euro. Una cifra rilevante se si considera che va moltiplicato per dieci consorziati a cui Centola aveva fatto causa: oltre centomila euro.

Una stangata per il discusso Presidente che, solo un mese fa, ha visto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, ordinare alla Procura di Latina, le imputazione di truffa ed estorsione così da poterlo processare (leggi link sotto).

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