TESSERE GONFIATE ALL’UGL: A GIUDIZIO IL TERRACINESE CAPONE. L’IMBARAZZO DI DURIGON

Claudio Durigon e Paolo Capone
Claudio Durigon e Paolo Capone (foto settembre 2018)

Tessere gonfiate nell’Ugl: il segretario generale dell’Ugl, originario di Terracina, è stato rinviato a giudizio per il caso emerso due anni fa

Secondo il giornale “Domani”, con un articolo scritto dal giornalista Federico Marconi, Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, è stato destinatario di un decreto di citazione diretta a giudizio da parte del sostituto procuratore di Roma, Francesco Tucci. L’indagine si riferisce alle tessere gonfiate del sindacato e Capone sarebbe accusato di aver falsificato i numeri degli iscritti fino a 20 volte.

Come ricorda Domani, la storia può creare qualche imbarazzo al Governo e al sottosegretario al Lavoro, un tempo vice di Capone nell’Ugl, prima dell’approdo, nel 2018, in politica con la Lega. Si parla ovviamente del latinense Claudio Durigon che, tra gaffe e rapporti opachi, dopo la caduta dal governo Draghi, è tornato in sella nel governo di Giorgia Meloni. Senza contare che, sempre sul giornale “Domani” e sulla trasmissione “Piazzapulita” in onda su La7, si fa di nuovo menzione di una vicenda già emersa: l’inchiesta che coinvolgerebbe direttamente Durigon il quale avrebbe acquistato una casa a prezzo di favore una casa dell’Enpaia (Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura) in via Cortina d’Ampezzo a Roma beneficiando dello sconto del 30% destinato a coloro che sono inquilini da almeno tre anni.

Ad ogni modo, il pubblico ministero Francesco Tucci, nel chiedere il rinvio a giudizio del terracinese Capone, contesta al segretario generale Francesco Paolo Capone il reato di falso ideologico in atto pubblico per aver dichiarato “in qualità di segretario generale dell’organizzazione sindacale Unione Generale del Lavoro”, con dichiarazioni sostitutive di certificazione, “inviate alla IV divisione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali”, un numero di iscritti non veritiero. I dati sotto accusa sarebbero quelli degli iscritti al 31 dicembre 2018 e al 31 dicembre 2019: sarebbero stati autocertificati da Capone 1.766.187 tessere il primo anno e 1.820.451 il secondo.

Anni importanti che, fino al 2018, vedevano protagonista l’attuale leghista Durigon il quale, nel 2018, come rivelato da Latina Tu, prima di entrare in Parlamento aveva nominato come dirigente regionale dell’Ugl un certo Simone Di Marcantonio, in seguito imputato e condannato in primo grado nel processo per mafia al Clan Di Silvio denominato “Scarface” e soprattutto sotto processo per aver fatto da prestanome all’imprenditore contiguo alla ‘ndrangheta, Sergio Gangemi.

Ora, come fanno notare gli organi d’informazione nazionale, il Ministero in cui è sottosegretario Durigon dovrà costituirsi parte civile nel prossimo processo a Capone. Lo farà? Se la truffa è stata ai danni dello Stato, questo stesso non dovrebbe esimersi. O almeno sarebbe così in un Paese normale.

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