DURIGON: CHE COSA CI DICE L’INCHIESTA DI FANPAGE. LA SUA ESCALATION E IL SILENZIO PONTINO

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Claudio Durigon e Matteo Salvini
Claudio Durigon e Matteo Salvini

La prima puntata della video-inchiesta “Follow the money” realizzata da Backstair, costola dell’approfondimento investigativo di Fanpage.it, converge la sua attenzione sulla figura del deputato della Lega Claudio Durigon, attuale sottosegretario al Mef nel Governo Draghi

Dell’ex sindacalista Ugl di Latina, Claudio Durigon, ce ne occupiamo da tempo. Dopo l’inchiesta di Fanpage, dal titolo che richiama il dettame di Giovanni Falcone (“Segui i soldi”), dovrebbe essere indotta de plano una riflessione sul fatto che l’uomo di Salvini nel Lazio e in provincia di Latina deciderà il prossimo candidato sindaco alle elezioni amministrative del capoluogo. A poche ore dalla pubblicazione del video, ancora nessuna reazione da politica e informazione locali. Attendiamo (s)fiduciosi (si scusi il neologismo).

Un personaggio, Durigon, il quale, con uno dei suoi ultimi atti come Responsabile nazionale dell’Ugl prima di dimettersi in quanto deputato eletto e poi sottosegretario nel Governo Conte I, ha nominato, nel 2018, in qualità di Dirigente per lo stesso sindacato ex Cisnal, Simone Di Marcantonio, il trentenne di cui due anni fa Latina Tu svelò essere stato menzionato nell’inchiesta Alba Pontina in un episodio di voto di scambio.

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Secondo una vittima di estorsione/debitore di droga, entrato nelle grinfie della banda di Gianfranco Mastracci, noto referente locale dei clan rom allo Scalo, Di Marcantonio gli avrebbe offerto 50 euro per votare l’allora candidato sindaco alle elezioni comunali del 2016 Nicola Calandrini. Due anni dopo, Di Marcantonio lo ritroviamo Dirigente Ugl, sbarcato alla corte di Claudio Durigon.

È importante sottolineare come quella vittima di estorsione, interrogato dal Pm Luigia Spinelli, in una udienza del processo Alba Pontina, che contesta l’associazione mafiosa al Clan Di Silvio di Campo Boario, ha ritrattato quanto aveva dichiarato a verbale anni prima (nel 2016) di fronte agli uomini della Squadra Mobile di Latina.

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Ma c’è un particolare. L’ordinanza degli arresti di Alba Pontina, nella quale si può leggere, per la prima volta, il nome di Di Marcantonio, è pubblica dall’estate del 2018, giugno per l’esattezza. A maggio 2019, passato quasi un anno, Di Marcantonio, ritenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma prestanome, con la società Ride srl, di Sergio Gangemi (uomo vicino alla ‘ndranngheta e pregiudicato, con una condanna recente per estorsione mafiosa), sporge querela nei confronti della vittima di estorsione che lo aveva tirato in ballo per la compravendita di voti.

Sergio Gangemi e Simone Di Marcantonio
Sergio Gangemi e Simone Di Marcantonio

Il 12 novembre 2019, Di Marcantonio querela anche chi scrive. Ma se è facilmente comprensibile la querela nei confronti del sottoscritto (ormai va di moda), arrivata dopo che fu pubblicato l’articolo dei “50 euro” il 13 agosto (ndr: ha querelato lo scrivente il giorno prima che scadessero i termini), è più difficile capire come mai Di Marcantonio lascia passare quasi un anno per querelare la vittima di estorsione – per la cronaca, la Procura di Latina ha chiesto l’archiviazione della querela.

Proprio da marzo-aprile 2019, chi scrive aveva cominciato a fare le opportune verifiche sulla figura di Di Marcantonio e per una coincidenza lo stesso ex Dirigente Ugl querela la vittima di estorsione a maggio 2019. Successivamente, il 26 novembre 2019, interrogato dalla pm Spinelli, la vittima di estorsione ritratta. Sapeva la vittima delle denuncia mossagli contro da Di Marcantonio? Se sì, era serena la vittima per poter esporre su un fatto per il quale era stato denunciato?

Al di là dei quesiti, gli ottimi giornalisti Sacha Biazzo e Carla Falzone, con la collaborazione di Adriano Biondi e Marco Billeci, coordinati da Francesco Piccinini, approfondiscono anche su Di Marcantonio: in particolare, sulla sua società Gestione&Soluzioni e gli interessi nel Volley Sabaudia. All’interno della società siede anche Emilio Pietrobono, l’uomo originario di Priverno diventato collaboratore di giustizia, in rapporti certi con il Clan Di Silvio/Di Stefano (l’altro ramo del clan nomade a Latina).

Luciano Iannotta
Luciano Iannotta

La Gestione&Soluzioni, secondo l’inchiesta di Backstair/Fanpage, finanzia le cene elettorali di un candidato vicino a Durigon con la prova di un bonifico a cui hanno avuto accesso i giornalisti. Interpellato da quest’ultimi, Di Marcantonio non risponde e glissa. Risponde invece il suo amico Andrea Fanti, candidato alle elezioni comunali, che dice di non aver dato un euro ai clan rom (diversamente da quanto raccontato dal pentito Agostino Riccardo), ma che fu acerrimo difensore di Di Marcantonio quando uscì l’articolo dei “50 euro” di Latina Tu e, soprattutto, fu coordinatore della campagna elettorale di Durigon alle Politiche 2018 e trait d’union con Luciano Iannotta.

Andrea Fanti al centro tra i fratelli Di Marcantonio
Andrea Fanti (al centro) tra i fratelli Di Marcantonio

D’altra parte, è noto che nel mondo Ugl e Lega le risposte alle domande sono rare, rarissime. Come quando Latina Tu provò a chiedere al segretario comunale Lega e Dirigente Ugl Armando Valiani di Di Marcantonio: Valiani buttò giù la cornetta, figurarsi.

Anche Durigon, interpellato da Carla Falzone, non risponde su Di Marcantonio e nemmeno su Luciano Iannotta, l’imprenditore sonninese al centro dell’inchiesta maleodorante “Dirty Glass. E sì che anche Iannotta, il cui marchio Italy Glass campeggiava sulle magliette della Nazionale di calcio Cantanti, aveva rapporti con Di Marcantonio e persino con il fratello di quest’ultimo.

Pesano enormemente, grazie alla video-inchiesta, le rivelazioni sull’Ugl tra tesseramenti gonfiati, nomine a uomini vicini al sindacato avvenute e promesse da Durigon nel mondo della politica ed espulsioni dallo stesso sindacato nei confronti di tutti coloro che hanno provato a chiedere dei rapporti con la Lega, dei bilanci, del reale numero degli iscritti (parrebbero essere 70mila a fronte del milione e 800mila dichiarati). Senza contare come Durigon definisce l’attuale Segretario dell’Ugl Paolo Capone: “Un coglione devastante“.

E, ancora, il ruolo pregresso, come consigliere, di Durigon in Fonditalia, un’organizzazione che gestisce centinaia di milioni di euro per la formazione. A beneficiare di questi fondi, per un cifra di circa 200mila euro, ci sono anche due società: Eyes srl e Magistra, entrambe collegate alla compagna di Durigon, Alessia Botta. Secondo una fonte interpellata da Backstair/Fanpage con Fonditalia “hanno creato un mondo parallelo affaristico“.

Ma ciò che rimarrà di più della prima puntata della video-inchiesta non saranno i rapporti tra crimine organizzato, politica, imprenditoria e sindacato a Latina e provincia. Lo stagno della Palude è stato solo materialmente prosciugato, ma rimane ben intonso quello morale e politico. La provincia “babba” riuscirà a rimbalzare tutto, tenere sotto-traccia, scordarsi l’indignazione anche questa volta.

Eppure, Durigon si lascia scappare una dichiarazione che non può non fare rumore, se non in Palude dove tutto s’annacqua, almeno a Roma dove è sottosegretario del Governo dei Migliori, e prima ancora lo era stato nel Ministero del Lavoro guidato da Luigi Di Maio. Secondo Durigon, la Lega non ha niente di cui preoccuparsi per le inchieste che la magistratura sta svolgendo su di loro (vedi alla voce i “tre commercialisti”) perché “quello che indaga della guardia di finanza“, “il generale”, “lo abbiamo messo noi“.

Ecco, Durigon sceglierà il prossimo candidato sindaco per il centrodestra a Latina, il quale probabilmente sarà il prossimo sindaco di Latina.

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