FALLIMENTO LATINA AMBIENTE, COMUNE NON SARÀ PARTE CIVILE: “È LA CORTE DEI CONTI AD ESSERE COMPETENTE”

Matilde Celentano
Matilde Celentano

Latina Ambiente, il Sindaco Matilde Celentano, in una nota, fa capire le intenzioni del Comune che non si costituirà parte civile nell’udienza preliminare

In una nota, il sindaco di Latina Matilde Celentano scioglie la riserva sulla costituzione di parte civile nell’udienza preliminare che, il prossimo 9 maggio, riprenderà davanti al Gup del Tribunale di Latina. Tra gli indagati, come noto, ci sono due collaboratore dell’attuale prima cittadina: Stefano Gori e l’attuale consulente giuridico della Sindaca, l’avvocato Giacomo Mignano. Ebbene, il Comune di Latina non si costituirà parte civile.

Il procedimento penale vede coinvolti gli amministratori che hanno guidato la società Latina Ambiente nel corso degli anni, oltreché a presidenti e consiglieri del Consiglio d’Amministrazione, revisori dei conti e professionisti. All’inizio erano in 34 gli indagati, infine sono scesi a 26 perché alcune posizioni sono state archiviate. Devono rispondere di aver provocato il dissesto della Latina Ambiente Spa, con l’omissione dei controlli contabili e di bilancio nel periodo tra il 2007 e il 2010.

Dopo l’arresto del Gip Giorgia Castriota (giudice titolare del procedimento su Latina Ambiente), avvenuto ad aprile 2023, il procedimento era passato in mano al collega Mario La Rosa il quale, però, dopo aver rinviato l’udienza, non è più nell’ufficio Gip-Gup, ma è diventato giudice monocratico e collegiale presso il Tribunale di Latina. Lo scorso 24 gennaio, un nuovo giudice, Laura Morselli, in qualità di giudice per l’udienza preliminare, si era ritrovata nella sua competenza il procedimento che stenta ad andare avanti. Per la cronaca, la curatela fallimentare di Latina Ambiente, tramite l’avvocato Preziosi, aveva presentato la propria richiesta di costituirsi parte civile, mentre dal Comune di Latina non era ancora arrivata alcuna richiesta. Peraltro, in questi mesi, con la nuova amministrazione comunale a marca centrodestra, guidata dalla Sindaca Matilde Celentano, è andata in porto una mega transazione per i debiti che il Comune di Latina ha con la vecchia Latina Ambiente.

In uno dei capi d’accusa viene spiegato che 22 degli indagati avrebbero occultato “perdite nel corso della gestione 2007-2013, perdite stimate in non meno di 18 milioni e mezzo di euro circa, mediante l’imputazione di ricavi e proventi Tia extra rispetto ai montanti Pef dello stesso periodo, con conseguente erosione del capitale sociale“. La perdita di capitale nel corso degli anni è stata di 18,5 milioni di euro. In un altro capo d’imputazione, quello che coinvolge più indagati, c’è l’accusa grave di bancarotta fraudolenta.

Tra l’altro, il curatore fallimentare della Latina Ambiente, Lorenzo Palmerini, è stato nominato dalla stessa amministrazione Celentano come Presidente dell’azienda dei beni comuni (ABC), che si occupa del servizio d’igiene urbana a Latina. Senza contare che lo stesso Palmerini è anche nella condizione di essere al contempo consulente della Rida Ambiente, la società che gestisce l’impianto Tmb ad Aprilia nel quale il Comune di Latina conferisce l’indifferenziato. Da una parte c’è Abc che dovrebbe spingere sulla raccolta differenziata, d’altra gli interessi di Rida che guadagna sui conferimenti dell’indifferenziato. Altra storia, non meno spinosa. Tornando a Latina Ambiente, il Comune ha de deciso e lo fa con una dichiarazione ufficiale della Sindaca Matilde Celentano.

“Sulla questione Latina Ambiente, sulle implicazioni politiche che si sono volute imprimere al caso e sulle novità recentemente intervenute, ci siamo confrontati a lungo nel corso di un recente consiglio comunale, e non ho mai smesso di interrogarmi sull’opportunità o meno di sostenere la costituzione del Comune di Latina come parte civile nel processo che vede imputate 26 persone.

Non sono io il giudice, né voglio sostituirmi al lavoro del Tribunale, sono stata eletta dai cittadini per perseguire l’interesse pubblico e sento il dovere di trovare la risposta migliore agli interrogativi che mi assillano, senza indietreggiare di un passo dalla mia natura di convinta garantista.

Mi conforta aver ritrovato questo stesso spirito nell’amministrazione che mi ha preceduto, quella guidata dall’ex sindaco Coletta, che il 19 luglio 2016, il giorno prima dell’udienza preliminare per il procedimento della variante al Ppe di Borgo Piave, all’esito di una riunione informale della Giunta aveva assunto la decisione, che sarebbe valsa come indirizzo generale, di attendere l’esito dell’udienza preliminare prima di costituirsi parte civile nei procedimenti che vedano coinvolti amministratori o dipendenti dell’Ente.

Ma d’altra parte è un segnale da cogliere e approfondire la presa di posizione di un gruppo di dirigenti del Comune di Latina che invitati dall’Avvocatura comunale il 23 febbraio 2023 ad esprimere un parere sulla opportunità di procedere con la costituzione di parte civile dell’ente, avevano coralmente concordato sull’opportunità di posticipare la eventuale costituzione di parte civile dell’amministrazione in data successiva allo svolgimento dell’udienza preliminare, “difettando, al momento, la rappresentazione di come le condotte oggetto di imputazione abbiano inciso negativamente sull’Ente”, di talché “la costituzione verrebbe ad essere fondata sulle valutazioni in ordine al solo danno “all’immagine dell’amministrazione, anche per il clamore mediatico”.

A margine di tale presa di posizione, accompagnata dall’attività di interlocuzione, formalizzata tra l’Amministrazione e la Curatela del Fallimento della Società, che sta conducendo alla definizione di ogni partita di dare ed avere con la società in bonis, evidenzio che la  Corte Suprema di Cassazione a Sezioni Unite, la n.31755 del 5 dicembre 2019, nel chiarire definitivamente i termini di vicende, quali quella di cui si discute ha chiarito  che l’accertamento per il risarcimento del danno derivante da bancarotta fraudolenta per il fallimento della società partecipata è di competenza della Corte dei Conti.

Questa pronuncia, unitamente al fatto che il pubblico ministero nella richiesta di rinvio a giudizio non ha ipotizzato un danno per il Comune di Latina che, peraltro, non risulta tra le parti offese nel procedimento, rimanda a un’altra giurisdizione, ovvero quella contabile, il compito di stabilire se la gestione della società partecipata Latina Ambiente sia stata fonte di danni patrimoniali per il Comune di Latina o meno. A tal proposito l’Amministrazione, all’esito della definizione della intrapresa conciliazione delle rispettive partite con la Curatela, si riserva di trasmettere ai Giudici contabili tutti gli atti riguardanti sulle vicende della Latina Ambiente e sulle cause che hanno condotto al suo fallimento, per far verificare una volta per tutte, chi effettivamente ne sia responsabile. E per fare questo non ci sarà bisogno di attendere gli esiti del giudizio penale.

Ma non ho voluto fermarmi qui. Per fugare anche i dubbi residui, la Giunta ha chiesto  una consulenza professionale per verificare, anche alla luce delle recenti novità intervenute nel rapporto tra la Curatela del fallimento Latina Ambiente e il Comune di Latina, se ricorrano o meno gli estremi per sostenere una eventuale costituzione del Comune parte civile nel procedimento per la presunta bancarotta della partecipata fallita, ovvero se la tutela degli interessi dell’ente e dei cittadini debba molto più opportunamente avvenire in altra sede.

Perché tanta attenzione da parte mia? Semplicemente perché ci sono ben 26 persone coinvolte nel procedimento in questione, persone per le quali vale la presunzione di innocenza e verso le quali questa amministrazione, in linea con l’atteggiamento garantista già osservato a suo tempo dalla precedente amministrazione e dai dirigenti dell’Ente, non intende assumere iniziative che domani potrebbero rivelarsi frettolose, per le conseguenze che ne deriverebbero.

Non voglio infine sottacere che tra quelle 26 persone coinvolte ci sono persone che godono della mia piena fiducia, per le quali, come per tutti, vale la presunzione di innocenza, che non può essere sbandierata a corrente alternata”.

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