LE IMBECCATE DI CASTRIOTA SU GIUDICI E PM: IL PROCURATORE DE FALCO VOLEVA SEGNALARLA AL CSM

Tribunale di Latina
Tribunale di Latina

Scandalo nella sezione penale del Tribunale di Latina: le nomine sulle società sequestrate messe in pericolo, ecco cosa ha scatenato l’attivismo del Gip Giorgia Castriota

Secondo le accuse della Procura e della Guardia di Finanza perugine, il Gip Castriota nominava o faceva nominare il suo compagno e i suoi amici come amministratori giudiziari, rappresentati legali o coadiutori nelle società sequestrate all’imprenditore pluri-indagato Fabrizio Coscione.

Il giudice, per quanto emerso dall’attività degli inquirenti umbri, vuole controllare tutto. Dalle intercettazioni viene fuori anche che sarebbe stata ben consapevole della incompatibilità di assegnare incarichi al compagno Silvano Ferraro nell’ambito delle procedure giudiziarie. A gennaio 2023, parlando con la cancelliera Rita Sacchetti (imputata in uno dei processi derivanti dall’inchiesta sul sistema dell’ex giudice della sezione fallimentare Antonio Lollo), Castriota appare arrabbiata poiché stanno girando alcune voci sulla sua relazione con Ferraro. Nell’ordinanza, il Gip di Perugia scrive che “cerca in tutti i modi di negare, parlando di “insinuazioni” a loro carico, rappresentando di averne discusso anche con un collega dell’Ufficio GIP – il dr. Giuseppe Molfese – che, come si vedrà, si è informato anche direttamente presso Ferraro”

il Giudice Castriota nega di aver avuto ruoli nella nomina del Ferraro che infatti, formalmente, è stata fatta dall’amministratore Evangelista sebbene, secondo gli inquirenti umbri e per quanto affermato dallo stesso Ferraro, sembra sia avvenuto il contrario: è Ferraro a “tirare dentro” Evangelista nella procedura delle società sequestrate all’imprenditore Fabrizio Coscione.

In una intercettazione tra Castriota e Ferarro, quest’ultimo parlando del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, collega a Latina di Castriota, dice: “ehh lui ha provato a farmi parlare ma non c’è riuscito(…)come quando me disse “ma state insieme tu e Giorgia?” ..No!!(…)ho detto “perchè? “…”no perchè..”guarda …(…) per me sarebbe meglio perché stare insieme ad una collega io mi fido ancora di più”.

Ad ogni modo, il focus dell’inchiesta perugina sul presunto pilotaggio delle nomine è un altro. Castriota è preoccupata quando potrebbe essere nominato l’eventuale curatore per le società (di Coscione) che lei stessa è accusata di voler portare al fallimento. Emerge infatti che Castriota non avrebbe mai voluto come curatore fallimentare il dottor Bernardino Quattrociocchi, noto commercialista e Presidente del Mof di Fondi.

Giorgia Castriota
Giorgia Castriota

Per far sì che tutto si avvii verso il fallimento, serve che a Coscione, il dominus delle società sequestrate, sia contestata la bancarotta e venga comminata una condanna. Ad ogni modo, occorre che non venga dissequestrata la galassia delle società di Coscione. Ecco perché, il Gip Castriota contatta il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Clara Trapuzzano, “al fine di evitare – scrive il Gip di Perugia nell’ordinanza – che questa, ricevuta la domanda di dissequestro del compendio societario da parte del Coscione, decida in senso favorevole, dicendole che le società coinvolte stanno per fallire, e quindi passerebbero dall’amministrazione giudiziaria al fallimento senza soluzione di continuità, e che pertanto il sequestro va mantenuto”.

Da qui parte l’azione di Castriota che interloquisce con i Pubblici Ministeri che si occupano del procedimento, sollecitando l’istanza di sequestro conseguente alla relazione inviata da Evangelista (amministratore giudiziario delle società sequestrate), anche al fine di estendere il sequestro ai Consorzi legati alle società del Coscione, soprattutto quando il Tribunale di Latina, all’esito del procedimento penale, dichiarerà la propria incompetenza territoriale a favore del Tribunale di Velletri. È qui Castriota va nel panico, nel timore che anche l’amministrazione giudiziaria possa passare a Velletri, arrivando a parlare della vicenda con il Procuratore Aggiunto di Latina, Carlo Lasperanza. E per di più Castriota coinvolge anche il Presidente del Tribunale di Latina, Caterina Chiaravalloti, che dovrà decidere del fallimento e che quindi dovrà nominare il curatore, suggerendole la conferma di Evangelista.

Da sottolineare che nessuno dei giudici già citati o che si citeranno sono coinvolti nell’indagine di Perugia.

A novembre 2022, Castriota parla anche con il Pm Marco Giancristofaro ribadendogli la necessità del fallimento: “abbiamo capito che la cosa migliore era farle fallire direttamente perché c’hanno debiti da tutte le parti”.

Non paga, Castriota interloquisce anche il Pm Andrea D’Angeli perché proceda a richiedere un provvedimento di sequestro di ulteriori Consorzi, asseritamente riconducibili a Coscione: “fammi un favore tu a me e io a te, fra virgolette per la giustizia“.

Di lì a breve, Castriota contatta anche il Procuratore Aggiunto Lasperanza dicendogli di aver parlato col Pm D’Angeli e ribadendo che “a me per levarmi questa situazione, nel senso per levare questo (nda: Coscione) dal delinquere mi interessa sicuramente il sequestro preventivo di 4 milioni eccetera, ma anche per equivalente sui consorzi. Perchè praticamente se io gli levo i consorzi, gli ho levato tutte le attività a questo punto e mi diceva Evangelista che i consorzi sono sull’orlo del fallimento, faccio fallire pure quello così me lo levo proprio davanti”.

Giuseppe De Falco
Giuseppe De Falco, Procuratore della Repubblica di Latina

Il primo febbraio 2023, però, il giudice monocratico Trapuzzano – che secondo Castriota “si stavano intortando” – per le società sequestrate di Coscione dichiara l’incompetenza per territorio in favore del Tribunale di Velletri. È qui che Castriota manifesta il timore di perdere l’amministrazione giudiziaria dei compendi sequestrati a Coscione. È così che, sottolinea il gip del Tribunale di Perugia, Castriota propone un nuovo sequestro per la ISP Servizi S.r.l. (società sequestrata a Coscione), di ulteriori somme quantificabili in € 500.000, nonché la contestazione di ulteriori reati in seno alla ISP LOGISTICA S.r.l., preoccupata che le società sottoposte a sequestro possano ritornare nella disponibilità di Coscione.

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Nel mezzo una serie vorticosa di contatti con i Pm Giancristofaro, D’Angeli e l’Aggiunto Lasperanza al quale dice “non vi fate scappà a Coscione che lo voglio vede’ in galera”.

A seguito – scrive il Gip perugino nell’ordinanza – della declaratoria di incompetenza territoriale del Tribunale di Latina a favore di quello di Velletri, il GIP pone in essere tutta una serie di condotte volte a bypassare il problema di un eventuale dissequestro, anche parziale, delle società, con conseguente restituzione delle stesse al Coscione, premendo presso la Procura perché sia celere nel presentare l’istanza di sequestro delle stesse società e di altre collegate, per gli ulteriori reati segnalati da Evangelista nei confronti di Coscione, nonché  facendo portare avanti, nel contempo, la domanda di fallimento; il tutto per mantenere il controllo delle società, con un possibile ruolo del Ferraro che, a questo punto, da coadiutore, potrebbe passare ad amministratore, dal momento che Evangelista, divenendo curatore, diventerebbe incompatibile.

Dal 10 marzo 2023 hanno inizio una serie di conversazioni afferenti le preoccupazioni del Giudice Castriota in ordine ad una revoca parziale, ad opera della Procura di Velletri, dell’originario sequestro nei confronti delle aziende riconducibili a Coscione; da qui il Giudice si adopera per far arrivare il proprio provvedimento di sequestro, sollecitando l’istanza alla Procura, in modo da far annotare il vincolo reale prima del dissequestro o, comunque, contestualmente allo stesso, per evitare che Coscione rientri in possesso, anche per poco, delle quote societarie, andando anche in contrasto con il Pubblico Ministero titolare del fascicolo, poiché il nuovo decreto di sequestro impone il vincolo anche sui Consorzi che controllano le società del Coscione, al di là quindi della stessa richiesta.

Castriota da un lato sollecita i colleghi della Procura di Latina a mandare l’istanza di sequestro, a cui lei è disponibile a rispondere praticamente in tempo reale, dall’altro a chiedere ai Pubblici Ministeri stessi di agire presso la Guardia di Finanza affinché ritardino l’esecuzione del dissequestro parziale emesso dalla Procura di Velletri, in modo da eseguire i due provvedimenti in maniera contestuale.

La volontà di Castriota è di procedere rapidamente nell’esecuzione del nuovo provvedimento di sequestro. Lo riferisce all’amica e co-indagata Stefania Vitto, sostenendo che pur non avendo ancora ricevuto il fascicolo dalla Procura, ha già preparato la misura cautelare. Dopo aver ottenuto la misura cautelare, Castriota esprime il proprio compiacimento verso se stessa “…ancora deve venire chi mi si fotte…”; al che informa la stessa Vitto che la Guardia di Finanza ritarderà tranquillamente l’esecuzione della revoca parziale del primo sequestro, permettendogli di eseguire prima, in tal modo, il nuovo decreto

Solo che il 15 marzo 2023, l’Aggiunto, Lasperanza, informa Castriota che il Pm D’Angeli non ha firmato il decreto del sequestro scritto dal Gip “poiché in disaccordo con l’estensione da questa operata anche ai Consorzi“. Il Gip Castriota, dalle intercettazioni, pare fuor di sé “vogliamo continuare a pigliarci in giro, volete pigliare per il culo il GIP che mi sto incazzando come una iena perché io sono scesa già da Soana e gliel’ho già detto che mi sono seccata di questa storia perché a me questo fatto non mi piace proprio, perché quando io scrivo una cosa deve essere obbedita la cosa che scrivo. Non è che la Procura fa come cazzo gli pare”.

Dopo questo episodio, prima D’Angeli e poi, soprattutto, il Procuratore Capo di Latina, Giuseppe De Falco, ritengono che il decreto del GIP sia un provvedimento ultra petita, ossia oltre il richiesto. E Castriota, non curante di ciò che sta smuovendo nei colleghi, va oltre, contattando anche il giudice della Corte d’Appello, Ald Morgigni (un tempo a Latina e per un breve periodo nel 2022 di nuovo nel capoluogo pontino), in modo che la possa far parlare col Procuratore Generale della Corte d’Appello di Roma Salvatore Vitello.

Manovre, queste ultime, tese a far effettuare una “moral suasion” presso il Procuratore di Latina (De Falco) e, di riflesso, verso il Sostituto (D’Angeli), affinché venga disposto il decreto di sequestro che significa per lei e i suoi amici la “continuità” di nomine remunerative e retrocessioni di denaro. Di lì a breve, a fine marzo 2023, il Procuratore De Falco chiederà che Castriota sia segnalata al Consiglio superiore della magistratura.

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Secondo il giudice per le indagini preliminare di Perugia, le azioni del GIP hanno costituito un danno sia per il Coscione stesso, che ha visto depauperare le sue società fino al fallimento, che per lo Stato, di cui il Coscione era debitore, il cui diritto al risarcimento è stato così verosimilmente compromesso.

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