I COMPENSI AGLI “AMICI” E GLI STIPENDI EXTRA DEL GIUDICE DI LATINA TRA ROLEX E AS ROMA

Giorgia Castriota
Giorgia Castriota

Arresto del giudice di Latina Giorgia Castriota: ecco a quanto ammontano i compensi per gli “amici” nominati

L’accordo al centro dell’indagine della Procura di Perugia, che ha coinvolto il gip Castriota e i consulenti romani Salvatore Ferraro e Silvana Vitto, era di riversare una parte dei soldi “a Castriota, che quelle nomine ha favorito ed avallato, in completa violazione di legge ed in esecuzione di un disegno criminoso ben delineato, che suggerisce l’esistenza di uno schema collaudato che va avanti da anni e che, verosimilmente, si è realizzato, come dovrà essere verificato, anche in altre occasioni”.

“Un gruppo ben strutturato – prosegue nell’ordinanza il Gip del Tribunale di Perugia, Natalia Giubilei – composto principalmente dalla coppia Castriota-Ferraro, che si è mosso al fine di conferire incarichi al secondo o, comunque, ad amici compiacenti disposti a nominarlo, al fine di percepire compensi, se effettivamente legittimi e dovuti per la totalità è da verificare, in procedure capienti nelle quali ‘c’è una marea di sordi’ da spartirsi”.

Esemplificativa la catena delle nomine. Il 14 novembre 2018 il Gip Castriota, successivamente all’esecuzione del sequestro delle quote societarie detenute dall’imprenditore di Nettuno Fabrizio Coscione, indagato per reati fiscali dalla Procura pontina, nomina Stefano Evangelista amministratore giudiziario di varie società, fra cui la ISP Logistica. Evangelista, a sua volta, a dicembre dello stesso anno, comunicaa al GIP di avvalersi, quale coadiutore, di Silvano Ferraro, ed il magistrato “vista” la comunicazione.

Con il successivo decreto del 24 marzo 2021, il Giudice emette l’estensione del sequestro preventivo, con il quale dispone i sigilli per equivalente delle quote di vari soggetti giuridici, fra cui la ISP SERVIZI S.r.l. nominando, nel contempo, il Evangelista come amministratore giudiziario, poiché “già nominato nella procedura di sequestro della ISP Logistica S.r.l.”.

Per quanto riguarda la nomina di Evangelista, è emerso come la stessa sia stata fatta in accordo, o forse su suggerimento, di Ferraro che, in varie conversazioni, se ne attribuisce il merito

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Dopo le nomine, l’indagine ricostruisce il sistema delle retrocessioni di denaro a Castriota. Le elargizioni di Ferraro, compagno amante del magistrato pontino Castriota, avvengono anche attraverso regali, quali il pagamento dell’abbonamento allo stadio, per un valore di circa 4.000 euro, per le partite della AS Roma. Un circostanza per la quale, tra l’altro, Ferraro si lamenta, affermando chiaramente come la relazione con la Castriota sia motivata principalmente da motivi di interesse economico,.

A febbraio 2023, in una conversazione con un interlocutore, Ferraro riferisce di aver pagato le spese per l’abbonamento per assistere agli incontri della squadra di calcio della AS Roma: “È voluta venì con me allo stadio, gli ho fatto l’abbonamento…omissis…4.000 euro l’abbonamento tribuna d’onore…”.

Interlocoture: ma scusa, perché non ci dai un taglio?  

Ferraro: Perché c’ho una serie di cose che mi legano a lei sotto il profilo lavorativo e devo prima risolve

Interlocoture: Ancora?

Ferraro: e sì e sì, non se scio…, non se finiscono 

Interlocoture: è però cosi cazzo essere tenuti per le palle! mamma mia, non è vita amico mio!

Un altro “regalo” da parte di Ferraro è stato quello in occasione del Natale 2020, quando l’uomo ha eseguito un bonifico di 1.000 euro in favore della Castriota. Tuttavia uno dei regali più rilevanti risalente a marzo 2023 l’08.03.23: un Rolex del valore di 6.300 euro, oggetto che la Castriota stessa, parlando col compagno qualche giorno prima, aveva detto di desiderare, suggerendogli di chiedere il compenso per l’attività in relazione alla società SELOG s.r.l., “al fine, evidente, di avere dall’uomo del denaro ulteriore per estinguere le rate della macchina e farsi “un regalino… che tanto un Rolex mi piacerebbe tanto…”.

E il giudice Castriota, in una delle tante intercettazioni, riferisce all’amica Stefania Vitto proprio sul suo alto tenore di vita: “Diciamo che spendo una marea di soldi vabbè appunto per la casa, per la benzina che lo sai meglio di me quant’è, e vabbè ste cose qua spendo perché il cibo a Roma, perché io so’ stata dal Castoro li costa molto di più, spendo ste cose, vabbè poi spendo di psicologi e psichiatri, io vabbè quello non è indifferente la cifra“.

I pagamenti di Ferraro a favore della Castriota, ad ogni modo, così come quelli di Vitto alla medesima Giudice (nel suo caso anche le ricariche di una Postepay) avvengono sia attraverso la consegna di denaro in contanti, sia attraverso il pagamento delle spese sostenute dal Giudice, quali quelle per la domestica.

Ma ciò che va evidenziato, per capire il giro di soldi messo in piedi, sono i compensi ricevuti da amministratori giudiziari e rappresentanti legali per cui Castriota, secondo la Procura, si sarebbe adoperata affinché fossero nominati.

Per quanto riguarda l’amministratore giudiziario Stefano Evangelista (indagato) si hanno diversi pagamenti: a maggio 2019, il Gip Castriota firma e “liquida a favore, a titolo di mero accontom, la somma di euro 25.000 oltre IVA“; a maggio 2020, sempre come acconto, “euro 35.000 oltre IVA spese di cassa previdenziale“; a novembre 2011 “liquida a titolo di ulteriore acconto in favore dell’amministratore Stefano Evangelista la somma di euro 20.000 (ventimila) mensili da corrispondersi entro il 10 di ogni mese“.

Nel periodo compreso tra il 14 novembre 2018 (data di nomina ad amministratore giudiziario) e il 15 febbraio 2023, Evangelista ha emesso fatture per € 144.506,00 nei confronti della ISP LOGISTICA S.r.l. e per € 193.440,00 nei confronti della ISP SERVIZI S.r.l. Queste ultime sono società sequestrate all’imprenditore di Nettuno, Fabrizio Coscione, ossia colui il quale che ha denunciato il presunto sistema sviluppatosi attorno ai suoi beni e favorito dal Gip Castriota. In tutto, Evangelista ha percepito compensi per 337.946 in cinque anni.

Nello stesso periodo di cinque anni, Silvano Ferraro ha emesso, come ditta individuale, fatture nei confronti dei soggetti giuridici in amministrazione giudiziaria percependo, quindi, un compenso pari a complessivi 312.986 euro. Soldi che sono derivati sempre dalla gestione di ISP LOGISTICA S.r.l. e ISP SERVIZI S.r.l.

Stefano Schifone, altro “protetto” del Gip Castriota, risulta aver dichiarato redditi percepiti dalle aziende in amministrazione giudiziaria per complessivi per € 202.314,04 in riferimento alle società di logistica ISP LOGISTICA S.r.l., ISP SERVIZI S.r.l., QUICK LOGISTICS S.r.l., BUSSINESS SERVICE PONTINA S.r.l. e VIN.CO S.r.l.

Non va peggio a Stefania Vitto, la consulente e imprenditrice nel campo del “pet food”. La donna, finita agli arresti domiciliari, risulta essere subentrata a Schifone Stefano nella carica di rappresentante legale/amministratore delle seguenti società SP LOGISTICA S.r.l., ISP SERVIZI S.r.l., QUICK LOGISTICS S.r.l., BUSSINESS SERVICE PONTINA S.r.l., NEW REAL ESTATE S.r.l., TELE IN S.r.l., SE.LOG S.r.l. e EUROX Soc. Sportiva Dilettantistica. Mensilmente, Vitto ha percepito 10mila euro dalla ISP LOGISTICA S.r.l. (€ 3.000), ISP SERVIZI S.r.l. (€ 3.000) e SELOG S.r.l. (€ 4.000). Per le altre società non viene indicata la somma, con la sola dicitura che l’Assemblea unitamente all’Amministratore Giudiziario delibera di “nominare amministratore unico la sig.ra Stefania Vitto con i poteri previsti dallo statuto e nei limiti previsti dalla legge, accettando la proposta di compenso richiesta”.

Un monte o mare di soldi (così come viene evidenziato dalle carte dell’indagine perugina) che trova esplicitazione in una conversazione tra Castriota e Vitto.

CASTRIOTA: sei pronta al tuo primo bonifico ricco?

VITTO: sei pronto al?

CASTRIOTA: a ricevere il tuo primo ricco stipendio

VITTO: – ride – prontissima, più pronta che mai, perché t’ho detto sti mesi so stati per me..mamma mia, era tanto che non andavo in rosso io è, era proprio tanto…

Secondo la Procura di Perugia, Castriota è andata oltre, nominando o comunque accordandosi per nominare non solo il compagno Ferraro, l’amico Schifone prima e l’amica Vitto poi, ma percependo direttamente da parte del primo e da quest’ultima, e indirettamente dall’amministratore Evangelista, parte del denaro liquidato da lei stessa all’interno dell’amministrazione, o corrisposto a titolo di compenso dalle società sequestrate.

La Guardia di Finanza di Perugia rileva che il giudice di Latina aveva un continuo bisogno di soldi e si sarebbe persino indebitata per pagare casa, pulizie, bollette. Nel corso delle intercettazioni emerge anche la sussistenza in capo al Giudice di un non meglio specificato debito nei confronti di un soggetto non identificato e genericamente nominato da Castriota come “quello”.

Le indagini avrebbero acclarato la percezione di denaro da parte di Ferraro, suo compagno, sia tramite quello che appare un vero e proprio stipendio mensile di 1.800 euro, sia attraverso il pagamento diretto di affitto, spese per la casa e la colf, il ripianamento di parte delle posizioni debitorie del Giudice, il pagamento di spese connesse al raggiungimento di località turistiche, nonché regalie di varia natura. Ferraro era nominato coadiutore giudiziario, per poi corrispondere a Castriota 1800 euro al mese.

Ferraro sarebbe stato considerato da Castriota anche uno che aveva fatto fortuna grazie a lei che, a più riprese, parlando con la domestica, sottolinea come il suo benessere economico dipenda unicamente dal Giudice stesso: “Silvano smettesse proprio di parlà, perchè da domani perde tutto! Mò mi sono seccata proprio. Mò lo revoco da tutte le parti così vediamo, come se la compra la macchina di € 30.000. Eh! Voglio vedere come stà, poi“.

E ancora, sempre sul compagno Ferraro: “lui (nda: Ferraro) non ha questi problemi perchè gliel’ho detto già l’altro giorno, prende 22.000 euro al mese, solo così. (…) Quindi, questi problemi.. noi gli diamo 22.000 euro al mese più iva. (…) Gliele paghiamo noi le tasse!e fatture ce l’ho qua, gliel’ho sbattute in faccia lunedì (…) lui piglia 22.000 € più iva, l’iva gliela paga lo Stato“.

Pare essere una convinzione del magistrato che le somme retrocesse a lei da parte di Ferraro siano un atto dovuto: “Le somme che ha pagato non erano le sue ma erano le mie. Così come le spese per l’appartamento romano sono corrisposte tramite bonifico da Ferraro, oppure il soggiorno a Cosenza per le festività natalizie.

Non di meno sarebbero le utilità ricevute dall’amica e amministratore delle società sequestrate, Stefania Vitto, con la quale – scrive nell’ordinanza il Gip – “sin da subito interviene l’accordo corruttivo al fine di far percepire al Giudice parte dei compensi riconosciuti alla Vitto per la suddetta carica, accordo che prevede la corresponsione al Magistrato dell’importo di 3.000 euro mensili, attraverso l’attivazione di una carta Postepay intestata alla stessa Vitto, ma materialmente in possesso della Castriota che la utilizza per le proprie spese”. 

Stanca dei ritardi nei pagamenti del compagno Ferraro, è la stessa Castriota a dire alla sua domestica: “Tanto da ‘sto mese c’è Stefania e buonanotte e vaffanculo”.

Praticamente, secondo gli inquirenti, la Vitto aveva sostituito in tutto e per tutto Schifone, costretto a dimettersi da amministratore giudiziario in quanto denunciato da Coscione. Per dimostrare i passaggi di denaro, i Finanzieri di Perugia fanno un meticoloso lavoro che dimostra di come le due donne – Castriota e Vitto – si mettano d’accordo per trasferire i soldi con un giroconto sul conto Postepay, compresi gli inconvenienti.

C’è peraltro un episodio (ma non è il solo analogo ad esso) in cui Castriota si sostituisce al telefono alla Vitto per risolvere un ritardo nell’accreditamento dei soldi. Castriota interloquisce direttamente con l’operatore di Poste italiane e presentandosi come l’intestataria della carta Postepay, ossia la Vitto, sostituendosi, di fatto, ad essa.

Senta c’ho un problema…io ho fatto dal mio conto ..sulla mia poste pay evolution…una poste pay evolution su cui ho fatto un bonifico il 2 di dicembre che ancora però non è arrivato…capisco 4 giorni lavorativi però insomma …mi sembra un pò….” e a specifica domanda, risponde di essere “Stefania Vitto”, comunicando anche il codice fiscale. 

Alla fine, dopo diversi bonifici, le due donne si accordano per 3mila euro al mese. Vitto, infatti, percepiva quantomeno 10mila euro con gli incarichi nelle società sequestrate.

VITTO: ah, oggi t’ho accreditato i soldi quindi penso che domani ce li dovresti avere sulla carta comunque appena vedo che arrivano domani mattina io penso che in un giorno 

CASTRIOTA: quanto hai accreditato?

VITTO: 3 no (nda: 3.000,00 €)?

CASTRIOTA: e si, ma io domani devo, tu dimmelo cosi vado a pagare quella disgraziata   

VITTO: eh, 3 no? non avevamo detto cosi, giusto o me ricordo male?

CASTRIOTA: si si avevamo detto così

Anche Stefano Evangelista, altro indagato ma non destinatario di misura cautelare, avrebbe versato soldi a Ferraro che questi, a sua volta, consegnava alla Castriota: una quota che la Guardia di Finanza umbra calcola tra i 500 e i 1000 euro.

Infine – scrive nell’ordinanza il Gip perugino – “oltre all’illiceità della nomina di propri amici – Schifone e la Vitto – ed indirettamente del proprio compagno Ferraro (nda: che fa nominare) nell’amministrazione giudiziaria in violazione di legge, allo scopo di lucrare su tali nomine, facendosi versare sistematicamente denaro, e ricevendo altre utilità, sono emersi ulteriori e plurimi atti contrari ai doveri d’ufficio posti in essere dal GIP Castriota, per ciò che concerne la gestione delle società; si tratta di condotte omissive, quali l’omessa vigilanza, o la mancata denuncia di attività illecite, come gli indebiti versamenti di denaro da parte di Schifone, Bartoli e lo stesso Coscione agli organi della procedura, ma anche di condotte attive”.

E ad un certo punto “subentra l’intenzione di portare le società al fallimento, con nomina, quale curatore, dello stesso Evangelista, attività questa viene portata avanti dal GIP servendosi di altri colleghi, quali Pubblici Ministeri o, addirittura, la Presidente del Tribunale, al fine sia di coprire il proprio operato, nel timore che venga nominato curatore un soggetto estraneo al gruppo amicale/criminale, sia per continuare a lucrare sul denaro che potrebbe essere ricavato dal fallimento stesso”.

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