SPERONATO E PESTATO A BORGO MONTELLO: APPELLO CONFERMA CONDANNE PER I 2 AGGRESSORI

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Incidente e pestaggio in Via Campovivo a Borgo Montello: Corte d’Appello conferma condanna per Emidio Cirolla e Stefano Miozzi

Giudicati col rito abbreviato in primo grado, i due uomini sono stati condannati dal Gup del Tribunale di Latina Giorgia Castriota a 8 anni di reclusione per il tentato omicidio di Fabrizio Bruno avvenuto il 29 luglio dello scorso anno, a fronte della richiesta del pm Claudio De Lazzaro che aveva chiesto per entrambi 10 anni.

Nonostante la difesa dei due uomini avesse prospettato una tamponamento e non un’azione di speronamento dell’auto di Bruno, presentando anche una perizia e un richiamo al processo per associazione per delinquere e truffa che la vittima aveva in corso presso il Tribunale di Udine, Cirolla e Miozzi hanno rimediato una condanna.

Ora, anche la Corte d’Appello conferma le condanne con un piccolo sconto e l’assoluzione per l’estorsione contestata anche dal Procuratore generale della Corte d’Appello: per entrambi, Cirolla e Miozzi, la pena è di 7 anni e 4 mesi. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Naso, Barbesin e Vita.

Cirolla fu arrestato grazie alla segnalazione da parte di una signora che riferì agli Agenti di Polizia di aver notato che uno dei conducenti coinvolti nel sinistro tra due autovetture in Via Campovivo stava colpendo ripetutamente con calci, sul corpo e sul capo, un uomo che era steso sull’asfalto. Si trattava, ovviamente, di Fabrizio Bruno originario di Anzio e coinvolto in vicende penale afferenti alle truffe con le auto.

Miozzi, invece, socio di Cirolla, fu arrestato lo scorso gennaio dalla Squadra di polizia giudiziaria del distaccamento della Polizia Stradale di Aprilia, insieme alla Squadra di polizia giudiziaria compartimentale di Roma, in seguito ad accertamenti e testimonianze acquisite. L’uomo si trovava con Cirolla al momento dell’incidente e del pestaggio.

All’origine dell’incidente e del successivo pestaggio ci sarebbero delle questioni di lavoro e la compravendita di un’auto da parte di Cirolla che, pur pagando, non avrebbe avuto l’auto da Bruno.

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