SPERONATO E PESTATO A LATINA: SCATTA IL SECONDO ARRESTO

L'auto speronata di Fabrizio Bruno
L'auto speronata di Fabrizio Bruno. La polizia stradale di Latina, nel 2011, scoprì un’organizzazione composta da nove persone, tutte arrestate, che gestiva un traffico di auto fantasma, truffando assicurazioni e società finanziarie: furono rivenuti anche 10 conti correnti bancari riconducibili al giro e finirono denunciate 22 persone. La mente – secondo gli investigatori – era un uomo residente a Borgo Montello: Fabrizio Bruno, l'uomo aggredito ieri dal 39enne di Nettuno. Lo scorso anno, nel 2019, Fabrizio Bruno è stato arrestato di nuovo nell'ambito dell'inchiesta Cars Lifting portata a compimento dalla Guardia di Finanza di Pordenone. Le accuse a carico di diversi indagati, tra cui persone di Aprilia, si originavano da un sistema di rivendita auto su Internet: vetture "ringiovanite" con cui gli indagati avrebbero messo a segno le loro truffe

Tentato omicidio del 29 luglio 2020: eseguita dalla Polizia Stradale di Aprilia una ulteriore misura cautelare a carico di un secondo soggetto coinvolto nella vicenda criminosa

Dalle prime ore dell’alba di oggi 2 gennaio, la Squadra di polizia giudiziaria del distaccamento della Polizia Stradale di Aprilia, insieme alla Squadra di polizia giudiziaria compartimentale di Roma, hanno dato esecuzione nel territorio del comune di Nettuno alla misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di un secondo soggetto coinvolto nella vicenda criminale: Stefano Miozzi, 51 anni, di Nettuno, ex socio in affari della vittima.

La misura cautelare è scaturita a seguito dell’attività d’indagine posta in essere immediatamente dopo l’arresto in flagranza di un cittadino italiano pregiudicato, eseguito in data 29 luglio 2020, per tentato omicidio: il 39enne Emidio Cirolla. Vittima dell’incidente accaduto in Via Campovivo vicino Borgo Montello, il pregiudicato Fabrizio Bruno, 56 anni originario di Anzio ma residente a a Latina, che una volta speronato fu pestato violentemente.

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Oggi, i poliziotti hanno arrestato un altro pregiudicato di Nettuno, coinvolto nella vicenda criminale: si tratta, come detto, di Miozzi, un cittadino italiano 52enne, classe 1969, anche lui pregiudicato di Nettuno.

Come noto, il 29 luglio scorso (ndr: leggi link su che racconta altri dettagli della vicenda), nella tarda mattinata, il personale del distaccamento di Polizia stradale di Aprilia, intervenne in via Campovivo, in quanto era stato segnalato un grave incidente stradale.

Sul posto, la Polizia stradale accertava che nel grave sinistro stradale erano coinvolte due auto e uno dei conducenti, Fabrizio Bruno, era stato elitrasportato presso l’ospedale San Camillo di Roma in gravissime condizioni di salute.

Le attività d’indagine poste immediatamente in essere hanno permettesso di stabilire che non si trattava di un semplice sinistro stradale occorso per caso, ma che l’auto condotta da un pregiudicato di Anzio era stata volontariamente tamponanta e spinta fuori strada, facendola carambolare in un terreno agricolo attiguo, dal conducente del veicolo antagonista poi identificato per Emidio Cirolla di Nettuno.

Cirolla, da testimonianze acquisite nel corso delle indagini, dopo aver estratto dal veicolo e trascinato sulla strada la vittima, lo colpì ripetutamente con calci e pugni tanto da provocargli gravi lesioni.

Per tali fatti, Cirolla, stante le risultanze investigative acquisite, di concerto con l’autorità giudiziaria di Latina, è stato tratto in arresto nella flagranza del reato di tentato omicidio e associato presso la Casa Circondariale di Latina.

L’attività di indagine degli uomini del Distaccamento di Polizia stradale di Aprilia e della squadra di polizia giudiziaria del compartimento di Polizia stradale per il Lazio, l’Umbria e Roma non sono terminate all’arresto di Cirolla e sono proseguite sino ad oggi con l’esecuzione di una seconda misura cautelare a carico di un secondo soggetto.

Le risultanze investigative emerse a suo carico hanno permesso di addivenire a molteplici e gravi elementi di reità per i fatti reato accertati.

Il 52enne di Nettuno, posto agli arresti domiciliari oggi, è stato infatti individuato, grazie alle indagini, come presente sul luogo dell’incidente stradale che ha dato il via alle indagini, avendo anche lui partecipato all’aggressione fisica della vittima e fuggito prima dell’arrivo della Polizia. Sin dalle prime ricostruzioni, era stato notato anche un altro aggressore sceso dalla auto di Cirolla.

A carico del 51enne di Nettuno, complice di Cirolla, emergeva, nel corso delle indagini, un ulteriore tentativo di aggressione più recente con un coltello nei confronti della vittima. Un particolare che ha aggravato la posizione del secondo pregiudicato, portando all’emissione della misura cautelare odierna emessa dal G.i.p. del Tribunale ordinario di Latina.

Le indagini, portate avanti dal personale del Distaccamento di Polizia stradale di Aprilia e della squadra di polizia giudiziaria compartimentale di Roma, hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda criminosa che ha causato il tentato omicidio.

Nel corso delle attività d’indagine, il personale di polizia ha eseguito anche controlli amministrativi a carico di diverse società dedite alla vendita di autoveicoli, facenti capo ai soggetti coinvolti nella vicenda.

Secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato Miozzi a coinvolgere Bruno in un affare di auto con l’ex socio Emidio Cirolla. Un affare per un’auto tedesca finito male che ha causato prima la convocazione di Cirolla da parte dei due e, in seguito, l’episodio del tamponamento con il pestaggio seguente. All’incontro, infatti, Cirolla pretendeva la restituzione dei soldi oppure la consegna dell’auto tedesca. Evidentemente qualcosa è andato storto.

Lo scorso anno, nel 2019, Fabrizio Bruno, la vittima dell’aggressione, era stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta Cars Lifting portata a compimento dalla Guardia di Finanza di Pordenone. Le accuse a carico di diversi indagati, tra cui persone di Aprilia, si originavano da un sistema di rivendita auto su Internet: vetture “ringiovanite” con cui gli indagati avrebbero messo a segno le loro truffe. Ad essere coinvolto in quell’operazione anche Stefano Miozzi, per il quale il gip del Tribunale di Udine dispose gli obblighi di dimora.

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