LATINA: L’ANNO CHE VERRÀ

Comune di LatinaIl 2020 sarà un anno importantissimo per Latina, in quanto è quello che precede le prossime elezioni comunali che si terranno nella primavera del 2021 e in tanti incominceranno a porsi il problema di come votare nel 2021.

Ad oggi il quadro politico locale appare quello classico che si propone in tante altre realtà, vale a dire una competizione tra due etichette: la destra (Lega e Fratelli d’Italia, probabilmente insieme) e la sinistra (PD e LBC, se insieme o divisi ancora non è dato sapere).

A differenza di tante altre realtà, però, a Latina sono molti i cittadini che, per vari motivi, sentono che ci sia bisogno per la nostra città di una credibile e concreta alternativa ai succitati partiti/movimenti

COLETTA E CIÒ CHE RIMANE DI LBC

Dopo anni di pessime amministrazioni caratterizzate anche da scandali che hanno visto l’intervento della magistratura, Damiano Coletta e Latina Bene Comune si sono trovati nel 2016 al posto giusto al momento giusto.

Damiano Coletta
Damiano Coletta

A distanza di poco più di un anno dalla fine della consiliatura, riteniamo di interpretare il pensiero di molti nel dire che l’attuale amministrazione si è rivelata una grande delusione e le  maggiori responsabilità non possono che essere individuate nel Sindaco.  

In realtà Damiano Coletta più che fare il Sindaco si è ritagliato, a dispetto della sua candidatura a Sindaco come rappresentante di un raggruppamento di liste civiche, un ruolo di politico apertamente schierato a sinistra (“Latina Bene Comune: da lista civica a lista civetta” del 9/3/2019).  

Inebriato dal travolgente successo al ballottaggio, non si è reso conto che chi lo aveva votato voleva semplicemente un ritorno alla normalità: uscire di casa la mattina e vedere strade senza buche, una città pulita e con il verde curato; accompagnare i propri figli in un edificio scolastico in buone condizioni di manutenzione; d’estate avere quantomeno una spiaggia dotata di passerelle funzionanti già dal mese di giugno.

Si è costruito una sua realtà, ovviamente attorniato e sostenuto dal suo gruppo di fedelissimi, che ha propagandato in tutta Italia partecipando a varie manifestazioni, tutte rigorosamente di sinistra.

Pizzarotti, Pascucci e Coletta, rappresentanti del partito Italia in Comune

Si è proposto a livello nazionale come una sorta di liberatore della nostra città dal malaffare, scambiando in maniera ingenua (o forse molto furba) causa ed effetto. Dopo anni di cattive amministrazioni, infiltrazioni della criminalità organizzata locale e inchieste della magistratura (queste sono le cause), si è avuto l’effetto, e cioè che i cittadini hanno votato per il cambiamento. 

È veramente incomprensibile come Coletta e i suoi fedelissimi non abbiano compreso questa semplicissima realtà e non abbiano capito che l’unico impegno, per quello che si era presentato come un movimento civico, doveva essere di amministrare il meglio possibile, tracciando così un solco tra il prima e il dopo.

azienda abc
Abc, l’aziende beni comuni del capoluogo di Latina che gestisce la raccolta dei rifiuti nel capoluogo

Non solo non sono riusciti a mettere mano ad alcuni dei pesanti problemi ereditati, ma hanno anche operato scelte molto discutibili, in particolare in materia di gestione dei rifiuti e urbanistica: “ABC, il salto nel buio” del 22/9/2018; “ABC, il piano industriale – i nodi su mutuo, contributo pubblico e la beffa dell’autofinanziamento” del 4/8/2019; “Urbanistica, punto dolente per Coletta” del 31/1/2019; “Il grande pacco di Latina – la variante Q3 e quel regolamento aggirato” del 28/2/2019.

In maniera molto presuntuosa Coletta è andato in giro per le piazze rosse d’Italia a spiegare a chi non vive a Latina come il suo fosse un modello da seguire, circostanza che ha irritato ancor di più i cittadini di Latina, testimoni invece e al tempo stesso vittime di una amministrazione incapace.

Sembra proprio che Damiano Coletta e i suoi seguaci (vista la situazione il termine sembra più appropriato che azzardato) vivano all’interno di una bolla staccata dalla realtà, non essendo nemmeno in grado di rendersi conto che la folta ed entusiasta truppa di LBC non c’è più, perché i delusi sono in numero assai maggiore rispetto a quelli rimasti a difesa del bunker (“Coletta, candidatura bis col campo largo – e il centrodestra gongola” del 29/6/2019; “Latina 2021, LBC verso la strada sbagliata” del 18/7/2019). 

IL PD SI PARLA ADDOSSO

Alcuni esponenti del PD pontino
Alcuni esponenti del PD pontino: in prima fila Nicoletta Zuliani (consigliere comunale), Enrico Forte (consigliere regionale), Salvatore La Penna (consigliere regionale), Marco Fioravante (ex consigliere comunale e attuale commissario straordinario dell’Ater della provincia di Latina); dietro di loro, Claudio Moscardelli, ex senatore e segretario provinciale del PD e Alessandro Cozzolino, segretario comunale del Partito Democratico a Latina

Nel contesto sopradescritto il PD, dopo aver fatto una accanita opposizione nei confronti di LBC (con Zaccheo e Di Giorgi erano stati molto più malleabili – “A qualcuno piace perdere facile” del 2/7/2019), non ha trovato di meglio da fare che iniziare una trattativa con Coletta per la formazione di una coalizione in vista delle prossime elezioni comunali.

Al momento il confronto risulta arenato e non si sa se ci saranno sviluppi.

L’unica cosa certa è che sono veramente pochi i cittadini interessati a questa sorta di pantomima, che è apparsa sin da subito come una opaca trattativa tra pochi ammantata di tante belle, quanto ipocrite, parole (“LBC, il PD e il nulla cosmico” del 4/8/2019; “La pantomima Coletta-PD da una parte, uno spazio politico da riempire dall’altra” del 27/10/2019).  

LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LE NUOVE CASACCHE DEI VECCHI POLITICI

Se in maniera insistente parliamo di Lega made in Latina (così battezzata  nell’articolo pubblicato il 22/10/2018) e Fratoni d’Italia made in Latina (così battezzati nell’articolo pubblicato il 13/12/2018) è proprio per evidenziare che le rispettive classi dirigenti locali sono perlopiù rappresentate da chi in passato, seppur con diverse casacche, ha già amministrato Latina (con i sindaci Zaccheo e Di Giorgi), e lo ha fatto molto male.

Giovanni Di Giorgi
Giovanni Di Giorgi

Non solo, stiamo anche parlando di politici che non hanno mai preso una chiara posizione in ordine al problema delle infiltrazioni della criminalità organizzata locale nella politica e, in alcuni casi, addirittura di politici che, secondo le dichiarazioni di collaboratori di giustizia ritenuti attendibili, si sono fatti aiutare in campagna elettorale da personaggi legati ai clan malavitosi.

Si tratta di vicende di cui abbiamo già parlato numerose volte:

Di fronte a un quadro del genere è ragionevole ritenere che, così come avvenuto nel 2016, anche un elettore che a livello nazionale è orientato a votare a destra possa nutrire più di qualche dubbio a livello locale, e di certo (a differenza di quanto avvenuto nel 2016) non possa trovare le risposte che cerca in Damiano Coletta e il suo gruppo.  

UNO SPAZIO POLITICO DA RIEMPIRE

Parlando con le persone e ascoltando i discorsi della gente, si ha sempre più l’impressione che si senta forte l’esigenza di una alternativa concreta e credibile rispetto al ritorno ad un passato che è stato nefasto per la nostra città o alla riproposizione (con o senza PD) di Coletta.

La città chiede fondamentalmente due cose:

  1. la capacità di sapersi occupare con efficienza, efficacia e sano pragmatismo dell’amministrazione;
  2. la garanzia che la classe dirigente abbia in sé gli anticorpi per respingere qualsiasi forma di infiltrazione criminale nell’amministrazione.
comune di latina
Comune di Latina

Quanto esposto fin qui e i vari articoli che abbiamo richiamato evidenziano in modo inequivocabile che i suddetti requisiti vanno ricercati all’interno di quella parte di città che, da una parte è giustamente molto diffidente nei confronti dell’accoppiata Lega made in Latina – Fratoni d’Italia made in Latina, e dall’altra è comprensibilmente priva di fiducia in LBC (con o senza PD).

La vera sfida del 2020 per Latina è che persone libere, autonome e senza condizionamenti si aggreghino al fine di porre al governo della città una classe dirigente che sia l’autentica espressione del comune sentire di tanti cittadini, che oggi avvertono un senso di smarrimento e non si sentono adeguatamente rappresentati.    

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