DOPO IL DEPOSITO DELLA SENTENZA SUL CLAN DI SILVIO RIMANE LA QUESTIONE POLITICA

Orlando Angelo Tripodi consigliere regionle della Lega e Claudio Durigon, ex sottosegretario al Ministero del Lavoro (Lega)

È stata depositata la sentenza emessa nel luglio scorso (rito abbreviato) dal gup di Roma Annalisa Marzano, con la quale sono stati inflitti settantaquattro anni di carcere complessivi a buona parte degli esponenti del clan Di Silvio messi alla sbarra nel processo Alba Pontina. L’altro troncone del processo, con rito ordinario, si sta svolgendo al Tribunale di Latina.

Stiamo parlando dei seguenti reati: associazione mafiosa, estorsioni, narcotraffico, intestazione fittizia di beni.

Della vicenda ce ne siamo già occupati con un articolo pubblicato il 20 luglio dal titolo “Condannati per mafia i figli di Lallà Di Silvio. E la DIA evidenzia il peso del clan Ciarelli”.

Ritorniamo sull’argomento in occasione del deposito della sentenza con le relative motivazioni anche perché, purtroppo, con l’occasione Latina è di nuovo ingloriosamente salita alla ribalta della cronaca nazionale, anche per alcuni aspetti di natura politica.

In realtà si tratta di vicende su cui abbiamo scritto molto:

1/10/2018 – Bastarda pontina (parte III)

22/10/2018 – Lega made in Latina

15/1/2019 – Mi ricordo migliare verdi

8/4/2019 – Giorgia Meloni torna a Maiettopoli. Tra il passato e il presente con l’ombra del voto di scambio

2/5/2019 – Voto di scambio a Latina: tutto il centrodestra trema

13/8/2019 – Da Calandrini a Durigon, l’uomo dei 50 euro a voto: le carriere folgoranti in Ugl

Nel corpo della sentenza ritroviamo quanto da noi denunciato, in particolare che il clan Di Silvio attaccava i manifesti per la Lega e che alle elezioni comunali di Latina del 2016 raccoglievano voti (30 euro a voto) per il candidato sindaco di un gruppo di liste civiche Angelo Orlando Tripodi, che a febbraio 2018 fu poi eletto consigliere regionale con la Lega.

In realtà, a ben vedere, tutto il centro-destra pontino, come abbiamo sempre sostenuto nei nostri articoli, ne esce con le ossa rotte.

UNA INELUDIBILE QUESTIONE POLITICA

Chiariamo subito che nessun politico è coinvolto da un punto di vista penale nelle vicende che abbiamo ora tratteggiato, ma ampiamente analizzato in precedenza.

Rimangono però i fatti accaduti e, soprattutto, la circostanza che mai abbiamo sentito una chiara presa di posizione da parte del centro-destra in ordine alla ingombrante presenza della criminalità organizzata sul nostro territorio.

Addirittura tutto il centro-destra, e non solo il suo partito di appartenenza (Fratelli D’Italia), non ha mai detto nulla sulla vicenda Maietta (consigliere comunale con Zaccheo Sindaco, assessore con Di Giorgi Sindaco, deputato di Fratelli d’Italia, nonché tesoriere del gruppo parlamentare, e candidato al parlamento europeo sempre con Fratelli d’Italia),  coinvolto in gravissime inchieste (in particolare operazione Olimpia e operazione Arpalo, per la quale è stato anche arrestato).

Non solo, abbiamo anche documentato nel già citato articolo “Lega made in Latina” che l’ex parlamentare di Fratelli d’Italia sui social ha ricevuto la solidarietà dei leghisti Tripodi e Durigon, rispettivamente attraverso un commento e un like alla sua lettera di commiato da Latina (dopo l’operazione Olimpia).

Come detto, ciò che abbiamo evidenziato deve porre necessariamente una questione politica, soprattutto in una città che nel voto nazionale è orientata sul centro-destra ed è rimasta profondamente delusa da LBC.

Ci si può fidare di politici che non hanno avuto alcuno scrupolo ad avere contatti con personaggi legati al clan Di Silvio?

Ci si può affidare a politici che, pur di soddisfare le proprie ambizioni personali, non guardano in faccia a niente e a nessuno?

Possono mai politici del genere, indipendentemente dalla casacca che scelgono di indossare, possedere i requisiti per operare nell’interesse generale?

Possono mai politici del genere costituire una seria e concreta prospettiva per la nostra città?

Si tratta ovviamente di domande retoriche, perché qualsiasi persona dotata di un minimo di buon senso non può che rispondere in maniera negativa.

Non solo, se le persone dotate di un minimo di buon senso hanno anche un minimo di memoria ricorderebbero agevolmente che i più importanti esponenti del centro-destra sono gli stessi che ci hanno governato male fino al 2016, innescando proprio loro il fenomeno LBC.  

Ecco perché crediamo fortemente che la maggior parte dei cittadini si aspetti che persone libere e autonome, credibili e affidabili possano proporsi come alternativa, sia alla riedizione dello stesso pessimo e inquietante centro-destra che ci ha già governato, sia alla riedizione di una amministrazione Coletta.   

Articolo precedente

SINDACO DI LENOLA AL PREFETTO: CARICARE SUI COMUNI L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI NON È UNA SOLUZIONE VINCENTE

Articolo successivo

MINACCE ALLA PRESIDE SUL MURO DEL DANTE ALIGHIERI. PER COLETTA C’È UN CLIMA DI ODIO ANCHE TRA LE GENERAZIONI PIÙ GIOVANI

Ultime da Politica