ABC, IL PIANO INDUSTRIALE: I NODI SU MUTUO, CONTRIBUTO PUBBLICO E LA BEFFA DELL’AUTOFINANZIAMENTO

Il presidente del Cda dell’Azienda per i beni comuni Demetrio De Stefano
Il presidente del Cda dell’Azienda per i beni comuni Demetrio De Stefano

divisa bene comuneA distanza di ventidue mesi dall’istituzione di ABC (2 ottobre 2017) e di diciannove mesi dall’inizio della propria attività (1° gennaio 2018) viene presentato il piano industriale.

Il dato in sé è già sconfortante e paradossale e conferma che, come da noi sostenuto nell’articolo pubblicato il 22 settembre 2018 “ABC, il salto nel buio”, la scelta di dar vita ad ABC per la gestione dei rifiuti sia stata sbagliata.

La situazione non migliora, anzi peggiora, se si esamina il documento, che certifica come tutti i nodi legati ad ABC siano ancora irrisolti.  

IL NODO DEGLI INVESTIMENTI E DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO

Uno dei mezzi ABCNel piano industriale vengono descritti gli investimenti necessari, che ammontano complessivamente (al netto dell’Iva) a € 14.276.289,50, e precisamente: a) automezzi € 9.934.000; b) attrezzature € 4.246.289,50; c) hardware € 96.000.

Come in ogni piano industriale che si rispetti vengono indicate anche le fonti di finanziamento rappresentate per € 12.075.000 dall’accensione di un mutuo e per € 2.201.289,50 da contributi pubblici e/o autofinanziamento. Ed è proprio qui che incominciano a sorgere le prime perplessità

IL MUTUO

In realtà del mutuo da dodici milioni di euro necessario per realizzare i dovuti investimenti se ne parla praticamente da sempre e non c’era bisogno quindi di aspettare la postuma presentazione del piano industriale per saperlo.

Il fatto è che finora il Comune di Latina e ABC non hanno trovato ancora qualcuno disposto a concedere il suddetto mutuo.

Pertanto ci si sarebbe aspettati che nel piano industriale postumo ci fosse stata una specifica indicazione sul mutuo da contrarre e non la reiterata generica dicitura di un mutuo da contrarre. In sostanza, a distanza di ventidue mesi dall’istituzione di ABC e di diciannove mesi dall’inizio dell’attività, ci ritroviamo ancora al punto di partenza.

CONTRIBUTI PUBBLICI

Nel piano industriale c’è comunque una novità. Infatti a fronte dell’ulteriore importo di € 2.201289,50 da coprire appare la soluzione del contributo pubblico.

Sede della Provincia di Latina
Sede della Provincia di Latina

In questo caso il piano industriale è dettagliato. Fa esplicito riferimento infatti alla “richiesta di contributo (prot. n° 927 del 10/5/2019) alla provincia, all’interno di un bando che finanzia progetti di potenziamento della raccolta differenziata”.   

Non vengono date però altre informazioni che sarebbero invece molto utili, quali ad esempio:

  • qual è l’importo totale della somma stanziata dall’amministrazione provinciale per il bando in questione?
  • quante sono le domande presentate e qual è l’importo complessivo dei contributi richiesti?
  • qual è la durata (almeno quella stimata) dell’iter previsto per la valutazione delle domande presentate?

Insomma gli estensori del piano industriale non offrono alcuna possibilità di valutare la concretezza e la tempistica dell’ipotesi contributo pubblico; si preoccupano però di indicare una alternativa in caso di mancata concessione dello stesso.

AUTOFINANZIAMENTO 

Indubbiamente la parola suona bene, ma nel caso specifico è al tempo stesso una presa in giro e un paradosso.

Per autofinanziamento si intende la capacità di una azienda di utilizzare fonti di finanziamento proprie senza ricorrere all’esterno. L’autofinanziamento avviene ad esempio con il conseguimento di utili che non vengono distribuiti ai soci ma reinvestiti nell’azienda stessa, oppure facendo ricorso direttamente ai soci che possono valutare l’opportunità di immettere denaro fresco nell’azienda a fronte di prospettive di maggiori guadagni.

Trasponendo tutto ciò nel caso concreto di ABC ci troviamo di fronte appunto a una presa in giro e a un paradosso.

tascheABC ha una sola fonte di ricavi, vale a dire il corrispettivo che viene erogato dal Comune di Latina per i servizi resi. Pertanto l’utile non viene conseguito attraverso rapporti commerciali con il mondo esterno al Comune di Latina, ma dipende proprio dal corrispettivo erogato dal Comune di Latina che, in teoria, dovrebbe essere pari al costo del servizio.

Se così non fosse, significherebbe gravare il Comune stesso e di conseguenza i cittadini di un maggior onere. In definitiva l’autofinanziamento si farebbe con le tasche dei cittadini.

Ancor più evidente è l’ipotesi di intervento diretto del socio (il Comune di Latina) per finanziare gli investimenti. In questo caso è proprio lapalissiano il maggior costo a carico dell’ente e di tutti i cittadini.  

IL NODO IRRISOLTO DEL PRESUNTO RISPARMIO RISPETTO ALLA GARA PREPARATA DAL COMMISSARIO PREFETTIZIO

Come molti ricorderanno, uno dei primi atti dell’amministrazione Coletta fu quello di bloccare la gara sui rifiuti predisposta dal Commissario prefettizio (le offerte erano già state presentate e le buste si sarebbero dovute aprire ai primi di agosto del 2016) proprio per costituire l’azienda speciale del Comune ABC.

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Giacomo Barbato, ex commissario prefettizio a Latina dopo la fine dell’amministrazione Di Giorgi

All’epoca venne presentata una relazione illustrativa a sostegno della scelta (secondo quanto affermato dall’amministrazione Coletta e riportato dalla stampa il documento in questione sarebbe stato redatto dall’Università Federico II di Napoli, ma è bene precisare che in calce allo stesso non ci sono firme).

Nell’articolo già citato “ABC, il salto nel buio” abbiamo già spiegato perché le motivazioni contenute nella relazione appaiono forzate e alle volte persino risibili.

Dopo la presentazione del piano industriale il nostro pensiero si rafforza.

Infatti (come abbiamo esposto):

  • incertezza sulla possibilità di ottenere il mutuo di € 12.075.000;
  • incertezza sulla possibilità di attingere al contributo dell’amministrazione provinciale di Latina di € 2.201.289,50;
  • la beffa dell’ipotesi dell’autofinanziamento;
  • conseguente incertezza sulla realizzazione degli investimenti.

Ma, purtroppo, c’è di più.

abc bandieraUno dei punti di forza (si fa per dire) della relazione illustrativa di cui sopra era relativo alla raccolta differenziata.

A fronte dell’obiettivo fissato nel capitolato al 70%, gli arguti estensori della relazione fissavano con ABC l’obiettivo del 71%.  

I suddetti estensori però, oltre ad essere arguti erano anche un po’ distratti. Infatti nel piano industriale troviamo scritto bello chiaro che i costi di avviamento del porta a porta (necessario per la raccolta differenziata) sono pari a € 3.168.889,85 e sono a carico del Comune, dato appunto trascurato dai redattori della relazione in questione.

Ci piacerebbe veramente sapere ora come tale importo dovrebbe essere conteggiato nell’analisi del vantaggio di aver costituito ABC rispetto a quello di aver annullato una gara poco prima dell’apertura delle buste.

IL NODO IRRISOLTO DI UN SERVIZIO INEFFICIENTE

In ogni caso, al di là di tutti i ragionamenti e delle varie argomentazioni, rimane il dato empirico di fronte al quale si trova il cittadino tutti i giorni: una città sporca con un servizio per la raccolta dei rifiuti assolutamente insoddisfacente.

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