A QUALCUNO PIACE PERDERE FACILE

Mauro Visari e Claudio Moscardelli
I maggiori quadri dirigenti del PD a Latina: il Presidente provinciale Mauro Visari e il Segretario provinciale Claudio Moscardelli. In realtà, tra i due, è solo l'ex senatore Moscardelli ad esercitare la leadership politica nel PD provinciale

C’era una notissima pubblicità in cui la voce fuori campo commentava immagini inequivocabili dicendo: “Ti piace vincere facile”. A Latina invece c’è qualcuno a cui piace PerDere facile.

Come avrete capito stiamo parlando del PD.

Giovanni Di Giorgi
Giovanni Di Giorgi

Analizzando in maniera approfondita la storia di Latina di questi ultimi anni (ci riferiamo alle amministrazioni Zaccheo/Di Giorgi) si ha la netta sensazione che il PD, partito d’opposizione, si sia limitato a svolgere una sorta di compitino e nulla più: il voto contrario in Consiglio comunale, magari evitando accuratamente che potesse mancare il numero legale (circostanza che avrebbe impedito l’approvazione della delibera di turno), e qualche uscita sui giornali fine a sé stessa tanto da richiamare alla mente l’immagine del cane che abbaia ma non morde.

In un contesto politico – amministrativo dove è successo di tutto, il PD si è limitato a timbrare il cartellino.

In tante occasioni non è mai andato oltre l’opposizione di facciata, non ha mai messo in campo quella grinta e quell’impegno che ti spingono ad approfondire le cose e ti possono quindi portare a fare argomentate e circostanziate denunce agli Organi competenti, in modo da mettere veramente in seria difficoltà, nell’interesse della città, un’amministrazione negligente e incapace.

Alessandro Cozzolino
Alessandro Cozzolino, ex consigliere comunale PD ai tempi di Maiettopoli, attuale segretario comunale del partito

Quasi quasi si potrebbe dire, evocando la locuzione spesso usata di “teatrino della politica” che il PD a Latina si sia ritagliato in quegli anni turbolenti il ruolo dell’opposizione che non disturba i manovratori e rende possibile la messinscena, perché senza di esso sarebbe rimasta scoperta una delle parti in commedia/tragedia (quella della opposizione).

Come tenteremo di documentare, il PD ha perso innumerevoli occasioni per fare una vera opposizione, seria e intransigente, nei confronti delle amministrazioni Zaccheo/Di Giorgi.

Insomma non si deve certo al destino cinico e baro (evocato da Giuseppe Saragat in occasione di una sua sconfitta elettorale nel 1953) se il PD ha sempre perso a livello di elezioni comunali, anche quando le condizioni potevano sembrare mature per andare al governo della città.

L’ampio elettorato scontento delle amministrazioni succedutesi nel tempo (Zaccheo – Di Giorgi) non si è mai fidato del PD e ha cercato altrove l’alternativa.

Enrico Forte
Enrico Forte, consigliere comunale e regionale del PD

Insomma le sconfitte elettorali del PD di Latina sono state figlie della sconfitta politica di non essere stato riconosciuto come una opposizione credibile rispetto al malgoverno della città.

Il riscontro di quanto asserito è semplice e agevole: basta infatti rileggere gli articoli pubblicati su Latina Tu, nei quali sono stati evidenziati importanti fatti che hanno caratterizzato negativamente le amministrazioni Zaccheo – Di Giorgi, e poi analizzare l’atteggiamento assunto dal PD.

L’ASTA FALLIMENTARE DEL 5 GIUGNO 2003 (ZACCHEO SINDACO)

Ex Icos
Ex Icos

Ne abbiamo diffusamente parlato nell’articolo pubblicato il 10 ottobre 2018 “Latina all’asta (prima parte)“, evidenziando tutte le anomalie del caso:

  1. nella prospettiva di un trasferimento della Guardia di Finanza dal Palazzo M, il Comune di Latina prima si impegna a mettere a disposizione un proprio terreno per la costruzione della nuova caserma e dopo, improvvisamente, si impegna ad acquistare un immobile da ristrutturare;
  2. il Comune di Latina decide di acquistare l’immobile fatiscente di proprietà del fallimento ICOS Srl situato dietro i cosiddetti palazzoni e ben visibile dalla Pontina, nonostante il Provveditorato delle Opere Pubbliche non abbia stanziato un euro per la ristrutturazione;
  3. il Comune di Latina partecipa all’asta fallimentare del 5 giugno 2003 e, dopo varie aste andate deserte, si presenta questa volta a contendere al Comune l’immobile una società di Frosinone appena costituita;
  4. quest’ultima risponde sempre ai vari rialzi del Comune fermandosi proprio all’importo massimo al quale poteva arrivare il Comune (cifra secretata e a conoscenza solo di Zaccheo, che partecipò direttamente all’asta, e presumibilmente di qualche suo stretto collaboratore).
STRISCIA LA NOTIZIA A LATINA
Nell’immagine la puntata di Striscia La Notizia del 25 maggio. Da sinistra Massimo De Simone (Comitato MetroBugia), Mr. Neuro (Charlie Gnocchi) e Andrea Stabile (Latina Tu), alle loro spalle il rudere dell’ex Icos

Conclusione: il Comune ha speso 3 milioni e 30 mila euro e, nel frattempo, l’immobile da fatiscente è diventato un vero e proprio rudere, tanto da essere oggetto di una recente puntata di Striscia la notizia come da noi documentato nell’articolo pubblicato lo scorso 26 maggio.  

Di fronte a tutte queste inquietanti anomalie e al consistente sperpero di denaro pubblico, cosa ha fatto il PD? Assolutamente nulla.

C’erano sicuramente i presupposti per predisporre un argomentato esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica e per chiedere la convocazione di un Consiglio Comunale monotematico su quanto successo.

Non solo, il PD è rimasto impassibile anche quando, poco dopo la citata asta, gli stessi soggetti che avevano fatto lievitare in quell’occasione il prezzo di aggiudicazione, sono diventati gli interlocutori privilegiati del Comune in cerca di immobili da affittare (sul punto si richiamano gli articoli “Latina all’asta parte seconda” e “Latina all’asta parte terza”).  

TERME DI FOGLIANO: A FINE 2003 (ZACCHEO SINDACO) SPARISCE IL DECRETO INGIUNTIVO DI CONDOTTE SPA

Ne abbiamo ampiamente parlato nell’articolo pubblicato il 21 gennaio scorso, evidenziando come la misteriosa sparizione del decreto ingiuntivo, avverso il quale la società Terme di Fogliano Spa avrebbe avuto vari motivi per opporsi, abbia determinato il fallimento della società partecipata dal Comune.

In quell’occasione Zaccheo e la sua maggioranza dichiararono che avrebbero fatto luce sulla questione, ma in realtà non adottarono alcuna concreta iniziativa per arrivare alla verità.

Il PD, a parte qualche latrato nell’immediatezza dell’evento, assecondò con la consueta mansuetudine l’inerzia dell’amministrazione comunale.

Perché non attivò la Commissione Trasparenza?

Perché non chiese di ripercorrere l’iter compiuto dal decreto ingiuntivo a partire dal momento in cui l’Avvocatura Comunale lo ritrasmise al Protocollo, specificando che l’atto non era contro il Comune ma contro una società privata (con sede presso il Comune di Latina), alla quale spettava quindi l’onere di opporsi al decreto ingiuntivo di Condotte Spa?

Perché non pressò la maggioranza di fronte all’assoluta assenza di risposte?

Perché evitò di porsi la domanda delle domande: il decreto ingiuntivo di Condotte Spa era arrivato o meno sula scrivania del Sindaco Zaccheo?

LA TASSA SUI RIFIUTI: LA DELIBERA ILLEGITTIMA DEL 30 MAGGIO 2006 (ZACCHEO SINDACO)

Abbiamo affrontato l’argomento in due articoli, quello pubblicato il 9 giugno scorso dal titolo “I guai finanziari della gestione dei rifiuti a Latina – da Zaccheo a Coletta e l’usato insicuro” e quello pubblicato il 24 giugno scorso dal titolo “Latina Ambiente Spa, quella delibera che ci ricorda i politici di oggi”.

Il PD perse una grande occasione: l’impugnazione della delibera innanzi al TAR. Qualora, come avvenuto nella identica fattispecie in altri Comuni, la delibera fosse stata annullata, sarebbe stata messa in grande difficoltà l’amministrazione negligente e incapace di Zaccheo.  

LA METROPOLITANA (FARLOCCA) DI ZACCHEO

Proprio  in riferimento a questa vicenda si manifesta in tutta la sua evidenza la totale inutilità del PD come partito di opposizione. 

Infatti la vera opposizione l’ha fatta il comitato metrobugia guidato dall’Ingegnere Massimo De Simone.

metroleggera
Credit to Il Messaggero

È soprattutto grazie al lavoro del succitato Comitato se sono state portate in evidenza le tante anomalie dell’opera, a cominciare da un piano economico finanziario basato su dati taroccati e da una convenzione tutta a favore del privato e a discapito dell’amministrazione comunale. I vari esposti presentati agli Organi competenti portano tutti la firma del Comitato metrobugia.

Il PD ha timbrato il cartellino votando contro, ma guardandosi bene dal compiere qualsiasi atto che potesse veramente ostacolare il progetto di Zaccheo che, come ormai documentato oltre ogni ragionevole dubbio, era fondato su clamorose bugie.  

Ad esempio, quando il consigliere regionale Fabrizio Cirilli chiese espressamente in Regione (organo competente a riconoscere l’erogazione dei finanziamenti su cui si basava il piano economico finanziario), se le cifre indicate nel piano fossero ragionevoli e attendibili, dall’assessore competente del PD non arrivò mai alcuna risposta.

Se la risposta fosse arrivata il progetto si sarebbe arenato subito e ora non ci ritroveremmo con il Comune costretto ad affrontare un contenzioso di oltre trenta milioni di euro.   

IL CASO GALARDO – ZACCHEO

Si tratta dell’inquietante vicenda  di cui abbiamo parlato nell’articolo pubblicato il 22 settembre 2018 Latina, le verità nascoste”.

Maurizio Galardo, ex vicesindaco di Latina durante l'amministrazione Zaccheo
Maurizio Galardo

A cavallo tra il 2008 e il 2009 il Sindaco Zaccheo viene a sapere che il suo vice Galardo è intercettato per ipotesi di reato varie, tra cui la concussione (da una intercettazione risulta che Galardo, in qualità di assessore all’Università, ha chiesto una tangente ad un imprenditore in occasione di alcuni lavori presso l’Università). Zaccheo riferisce quanto saputo all’indagato e cerca di aiutarlo.

Anche su tale vicenda il PD ha calato il sipario. 

MAIETTOPOLI (DI GIORGI SINDACO)

Sebbene l’ingresso in Consiglio Comunale di Pasquale Maietta si debba a Vincenzo Zaccheo che lo candidò nel 2007 nella lista di Alleanza Nazionale, il capolavoro di “Maiettopoli” è tutto merito di Giovanni Di Giorgi, che lo ha voluto assessore al bilancio e deputato di Fratelli d’Italia.

È l’ennesima occasione persa dal PD.

Pasquale Maietta
Pasquale Maietta

Come abbiamo già detto nell’articolo pubblicato il 19 giugno scorso dal titolo “Il Pd a scoppio ritardato sui rapporti tra clan-politica. E Calandrini si arrabbia”, mai all’epoca di Maiettopoli il PD ebbe il coraggio di denunciare in Consiglio Comunale un sistema sotto gli occhi di tutti.

Da ricordare anche l’inerzia e l’indifferenza del Senatore Moscardelli, componente della Commissione Antimafia, quando nel 2015 ci fu chi, molto prima dei numerosi scandali finiti con l’arresto di Maietta nel 2018, chiese una convocazione del deputato di Fratelli d’Italia in Commissione Bicamerale dell’Antimafia.   

CONCLUSIONE

Il sindaco di Latina Damiano Coletta durante il suo comizio ai Giardini del Comune
Il sindaco di Latina Damiano Coletta durante il comizio ai Giardini del Comune

Le vicende descritte (ce ne sono anche altre a dire il vero) dimostrano chiaramente che nei periodi peggiori riguardanti l’amministrazione della nostra città, il PD, sotto le mentite spoglie dell’opposizione, ha invece facilitato i manovratori di turno cercando di disturbare il meno possibile.

La storia di quanto avvenuto ci insegna senza ombra di dubbio che il PD non ha alcuna credibilità per poter rappresentare l’alternativa al ritorno dei reduci di Zaccheo/Di Giorgi, che oggi sono i maggiori esponenti di Lega e Fratelli d’Italia e pretendono di far dimenticare, sfruttando la parentesi Coletta, le loro pesanti responsabilità nel malgoverno della città.

Come evidenziato nell’articolo pubblicato lo scorso 25 giugno dal titolo “PD di Latina: quelle diatribe a mezzo stampa che puzzano di morte”, il partito di Zingaretti nella nostra provincia non è altro che un palcoscenico da avanspettacolo sul quale si cimentano due opposte fazioni (Forte e Moscardelli) che, i cani ci perdonino l’ennesima metafora cinofila, si contendono tra di loro le ossa da rosicchiare che spettano al PD.

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