IL GRANDE “PACCO” DI LATINA: LA VARIANTE Q3 E QUEL REGOLAMENTO AGGIRATO

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Centro-commerciale
L'interno di un centro commerciale (foto d'archivio)

Nel caso della variante al piano particolareggiato Q3 (vedi qui) sembra proprio che il termine “pacco”, inteso come fregatura, sia il più appropriato.

Urbanistica a Latina
L’area urbanistica dove dovrebbero sorgere le strutture commerciali previste dalla variante in Q3

Ricordiamo che stiamo parlando della costruzione in Via del Lido, nei pressi dell’Hotel Garden, di un edificio destinato a centro commerciale della superficie coperta complessiva di circa mq 5.561,33 con un volume da realizzare pari a mc. 25.311,46 ed un’altezza di circa mt. 10,63.

Oltre alle questioni di carattere urbanistico di cui si è parlato nei precedenti interventi pubblicati il 31 gennaio (Urbanistica, punto dolente per Coletta), il 5 febbraio (Variante Q3: non indagati ma politicamente responsabili) e il 7 febbraio (Il Sindaco Coletta in fuorigioco), vi è anche un altro aspetto non meno importante.

INCOMPATIBILITÀ DELL’INTERVENTO CON IL PIANO DEL COMMERCIO

Il Comune di Latina è dotato, come obbligatoriamente previsto, di un piano del commercio o per meglio dire un “regolamento comunale per l’adeguamento urbanistico – commerciale” (articolo 22 della legge regionale n. 33/1999).

Proprio recentemente, e per la precisione in data 10/8/2018, è stata adottata dal Servizio delle Attività Produttive una determinazione dirigenziale avente ad  oggetto la presa d’atto del testo coordinato del regolamento comunale in questione.

Commissione Trasparenza comune di Latina
Un momento della Commissione Trasparenza al Comune di Latina tenutasi l’11 gennaio scorso. Quella fu la prima volta che si discuteva della delibera Q3, in seguito alle rivelazioni della stampa. Nell’occasione l’assessore all’Urbanistica Castaldo fu incalzato dalle opposizioni riguardo alla delibera Q3.

In sostanza è stato pubblicato come allegato “A” alla predetta determinazione il regolamento comunale per l’adeguamento urbanistico – commerciale aggiornato con tutte le modifiche nel tempo apportate al testo originario. Vedi qui.

Iniziativa sicuramente lodevole, perché improntata alla chiarezza e alla trasparenza.

L’art. 15 si intitola “Quadro di compatibilità tipologica – funzionale dello sviluppo urbano del commercio” e al secondo capoverso così recita:

Per ciascun addensamento e localizzazione commerciale, così come ricompresi all’interno delle zone omogenee di PRG al precedente art. 14, si individuano le seguenti compatibilità tipologico funzionali in base alle quali ammettere l’insediamento delle attività commerciali riepilogate nel seguente quadro…

Ebbene, è proprio il caso di dire che il quadro è chiarissimo.

Infatti nella tabella (chiamata quadro) è espressamente indicato che in zona Q3 non sono ammesse le grandi strutture (oltre 2.500 mq) e, specificatamente, i centri commerciali.

Da quanto esposto emerge che la richiesta formulata dalla Green Building srls sarebbe viziata da una illegittimità iniziale insormontabile: costruire un centro commerciale di circa 5.561,33 metri quadrati,  laddove non è possibile superare i 2.500 metri quadrati.  

In definitiva si dovrebbe fermare subito tutto revocando la delibera n. 457 adottata dalla Giunta municipale il 28 dicembre scorso.

Non vi sarà sfuggito che stiamo usando il condizionale.

In effetti quando “si tira un pacco”, come sembra stia avvenendo in questo caso, i protagonisti dell’impresa cercano di pensare a tutto e prevenire ogni possibile ostacolo.

DELLE VOLTE CI VUOLE “IL MESTIERE”

Per spiegarci bene, utilizzeremo una figura retorica molto cara al Sindaco Coletta, così che magari possa essere chiaro anche a lui: la metafora sportiva.
Avete presente quelle partite di calcio in cui devi recuperare il risultato, ma proprio non riesci a segnare? Quelle partite in cui la difesa avversaria è ben organizzata e non lascia il minimo spazio, per cui si ha la netta impressione che anche se la partita durasse all’infinito non faresti mai gol.

Ebbene, sono questi i momenti  in cui deve venir fuori “il mestiere” dell’attaccante, che deve essere bravo a procurarsi il rigore: appena toccato dal difensore si butta a terra in area in occasione di un calcio d’angolo, oppure entra in area palla al piede e prova il dribbling della disperazione buttandosi a terra al primo impatto.

Ebbene, leggendo la Relazione tecnica generale allegata alla delibera di Giunta avente ad oggetto la variante al piano particolareggiato in zona Q3  troviamo proprio “il mestiere”. In questo caso non è applicato al calcio ma all’urbanistica e al commercio.

Infatti, benché la relazione parli di un edificio di circa 5.561,33 metri quadrati, viene specificato che si tratta della realizzazione di tre medie strutture di vendita.

Basta fare 5.561,33 diviso tre e il gioco è fatto.

In Q3 non ci sarà una grande struttura di oltre 5.500 metri quadrati, ma tre medie strutture di oltre 5.500 metri quadrati (sic!).

La circostanza che la richiesta è unica e che le tre medie strutture saranno una accanto all’altra è un trascurabile dettaglio.

Insomma la vicenda della variante in Q3 assume aspetti sempre più paradossali.

Mai come in questa occasione ci vuole l’intervento del VAR che metta le cose a posto e impedisca una illegittimità sostanziale e una scelta urbanistica scellerata.

 

 

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