ECOSISTEMA URBANO: LATINA PEGGIORE NEL LAZIO E 102ESIMA IN ITALIA

Ecosistema Urbano trentesima edizione: il punto sulle performance ambientali delle città italiane e la classifica 2023

Strada in salita per le città italiane segnate negli ultimi 30 anni da una crescita lenta e troppo altalenante e dove le emergenze urbane, nonostante lievi miglioramenti, restano più o meno le stesse: smog, trasporti, spreco idrico, auto circolanti restano, infatti, le questioni più critiche da affrontare.  È quanto emerge in sintesi da Ecosistema Urbano 2023il report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo che quest’anno giunge alla sua trentesima edizione e per l’occasione fa il punto sui dati raccolti in questi anni.

In questi 30 anni a rallentare la crescita sostenibile delle città sono stati interventi troppo a comportamenti stagni che non hanno permesso quella accelerata che serviva alle aree urbane, in cui oggi si concentra una sfida cruciale. E così accanto ai lenti e progressivi miglioramenti come l’aumento della percentuale di raccolta differenziata (dal 4,4% in media del ‘94 al 62,7% nel 2022 ma solo in alcuni capoluoghi) e delle piste ciclabili (passate da una media di 0,16m equivalenti/100 abitanti nel ‘98 a una media di 10,59m equivalenti/100 abitanti nel 2022); in questi 30 anni non sono mancati stalli e ritardi. Nessun miglioramento, ad esempio, per il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: 66,6 auto ogni 100 abitanti; è cresciuta la produzione complessiva di rifiuti (passando da una media pro capite di 455 kg/anno del ‘94 a 516 kg/anno nel 2022), e il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee ed è passato da 97 viaggi pro capire all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capire all’anno nel 2022).

La classifica 2023

Trento che guida la graduatoria per performance ambientali seguita da Mantova e Pordenone. Al settimo posto Cosenza, prima città del Sud, alle sue spalle Cagliari 16ª e Oristano 22ª. Roma è solo 89esima, fanalino di coda per Caltanissetta (103 ª), Catania e Palermo (entrambe 105 ª). Oscillazione in negativo per Milano al 42esimo posto (la scorsa edizione era scesa al 38esimo posto), per Firenze che slitta al 53esima posto e Genova al 58esimo posto.

Latina e provincia si piazzano al 102 ª posto. Roma scende all’89° posto della classifica nazionale, Frosinone in leggero calo scende al 76°, Viterbo perde 10 posizioni rispetto allo scorso anno arrivando al 74° posto, così come Rieti che scende dalla posizione 51 alla 62

Sono 19 i parametri che determinano la classifica delle performance ambientali dei comuni di Ecosistema Urbano 2023 di Legambiente. “Roma resta nel fondo della classifica nazionale per le sue performance ambientali a causa di inquinamento atmosferico, troppe auto, dati pessimi su raccolta differenziata e produzione totale dei rifiuti” commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio.

Per la qualità dell’aria sono estremamente negative le situazioni di Frosinone e Roma, con la capitale che con 33 microgrammi di biossido di azoto per metro cubo di aria, è al 7° posto tra le peggiori città d’Italia per questo fattore inquinante derivato dalla circolazione di vetture diesel. “Per una visione d’insieme della qualità dell’aria – si legge nel report -, come sempre negli ultimi anni, le città sono state divise in cinque classi: nella prima, la migliore, compaiono quelle che rispettano tutti i nuovi valori guida OMS – più restrittivi rispetto alle norme UE – per PM10, PM2,5 e NO2. Nell’ultima compaiono invece i centri urbani che superano per almeno due parametri i limiti della normativa comunitaria sia per PM10 e PM2,5 che per NO2 e O3”. Latina si trova nella penultima classe, quella definisti “insufficiente”. 

Sul tema rifiuti (dati 2021) si attendono ancora miglioramenti veri nel Lazio; è invece controcorrente Latina: nel capoluogo la raccolta differenziata è cresciuta di quasi 10 punti percentuali, passando dal 34,1% (nel 2020) al 43,3% (nel 2021). Roma con 580 chili per abitante in un anno, ha il record regionale di produzione complessiva e non cresce la raccolta differenziata, ferma al 46%. Buona la performance di Frosinone, la migliore con il 68,7% di RD; anche se sopra la media regionale, ancora non decolla definitivamente la differenziata a Viterbo  (58,7%) e Rieti (55,2%).

Per quanto riguarda reti di distribuzione idrica nel Lazio è positivo il miglioramento in provincia di Frosinone, dove si riduce la dispersione, scendendo in tre anni (dall’edizione 2020 del rapporto ad oggi) dal 77,8% al 55%. A Latina la dispersione idrica resta sempre troppo alta, al 67%. “Su mobilità sostenibile non ci sono dati positivi e si evidenzia una situazione preoccupante per il trasporto pubblico regionale, a riprova della necessità di interventi immediati – analizza Legambiente Lazio -. L’offerta del trasporto pubblico non ha visto miglioramenti rispetto allo scorso anno, come anche l’offerta inerente alle piste ciclabili e alle aree pedonali, mentre il tasso di motorizzazione (tra automobili e motoveicoli) è complessivamente in aumento. Una sostanziale immobilità si riscontra anche nell’ambito delle rinnovabili: tra solare termico e fotovoltaico, i valori, dove dichiarati, restano invariati rispetto all’anno precedente. Nonostante la scarsa considerazione del fotovoltaico nel settore pubblico, nel 2022 Roma si è posizionata al primo posto fra i comuni italiani per utilizzo di energia solare in ambito residenziale raccogliendo, all’interno dei propri confini, 17mila impianti”.

“Per quanto riguarda i capoluoghi, oltre Roma, le notizie positive più importanti e positive arrivano da Frosinone, con la raccolta differenziata e una buona riduzione della dispersione idrica, e da Latina, per il bel salto in avanti di dieci punti percentuali nella raccolta differenziata. Nonostante questi elementi positivi” – conclude Scacchi – “Latina e Frosinone, già nel fondo classifica, cedono alcune posizioni nella graduatoria nazionale, mentre Rieti e Viterbo scendono vertiginosamente anche di dieci posizioni: in ognuna di queste città si può e si deve fare molto di più, su energie rinnovabili, riduzione del numero di auto, contrasto allo smog, economia circolare, cura del verde, per aumentarne le performance ambientali e, con loro, la bellezza e la vivibilità”.

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