DROGA, SCIPPI E GAMBIZZAZIONI: SORVEGLIANZA SPECIALE PER MOHAMED JANDOUBI

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Droga, scippi e la vicinanza al clan Travali: scatta la sorveglianza speciale per il 36enne di origine tunisina, Mohamed Jandoubi

I Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, hanno notificato un decreto di applicazione della misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, emesso dalla Sezione III Penale, Sezione specializzata – misure di prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, al 36enne di origini tunisine, Mohamed Jandoubi.

Il Comandante del Nucleo Investigativo di Latina, Antonio De Lise
Il Comandante del Nucleo Investigativo di Latina, Antonio De Lise

L’uomo è ritenuto pericoloso in quanto soggetto che vive abitualmente con i proventi di attività delittuosa e dedito alla commissione di reati che pongono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica. 

L’attività di indagine, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo sotto la direzione della Procura pontina, ha consentito di dimostrare come il 36enne, sin da quando era appena maggiorenne, quasi senza soluzione di continuità, sia stato una persona dedita ad attività delittuosa quali reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti.

Il provvedimento obbligherà il giovane, per i prossimi 3 anni, a non allontanarsi dal comune di residenza o abituale dimora, a non uscire dalla propria abitazione nell’arco orario compreso dalle 21.30 alle 06.30, a darsi immediatamente alla ricerca di un lavoro ed a non associarsi a persone che hanno subìto condanne e sono sottoposte a misure di prevenzione. 

A marzo 2023, Jandoubi, nell’ambito del processo scaturito dall’operazione “Status Quo”, ha rimediato l’ennesima condanna, a 3 anni e 4 mesi, in primo grado per la gambizzazione, considerata mafiosa dalla DDA di Roma, messa in atto da Angelo Travali detto “Palletta” come mandante e lui, il tunisino di 36 anni, l’esecutore, per vendicare la madre Maria Grazia Di Silvio, denunciata da un tabaccaio di Latina, vittima di una tentata estorsione da parte della donna.

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L’uomo, nato in Tunisia, è l’ex convivente di Valentina Travali, sorella dei fratelli Travali, coinvolta sia in “Alba Pontina” che nell’operazione “Reset”, e protagonista del video rap girato ai Palazzoni per cui fu stata tradotta in carcere e in seguito condannata.

Nel 2021, la Corte di Cassazione aveva dichiarato inammissibili i ricorsi dei nove imputati che, a settembre 2020, erano stati condannati dalla Corte d’Appello di Roma. Si trattava di un troncone del processo “Alba Pontina” che ha fatto emergere l’associazione mafiosa del clan Di Silvio, sponda Campo Boario, retto dal capo famiglia Armando Di Silvio detto “Lallà”. Per quel processo, Mohamed Jandoubi è stato condannato in via definitiva a 2 anni e 4 mesi per spaccio di sostanze stupefacenti.

Stessa pena per Hacene “Hassan” Ounissi (all’epoca dei fatti – ossia 2015-2016 – compagno di Valentina Travali) e due mesi in meno per la medesima Valentina Travali: tutti e tre, in quell’inchiesta della Squadra Mobile di Latina, “Alba Pontina” per l’appunto, erano accusati di aver spacciato sostanza stupefacente, cocaina ed eroina, tra Via Corridoni (Quartiere Nicolosi) e Piazza del Quadrato. Prima in proprio e poi per conto del Clan Di Silvio che aveva imposto loro l’acquisto della cocaina, forti anche del fatto che, nel frattempo, il Clan Travali era stato indebolito dagli arresti eseguiti con l’operazione Don’t Touch (2015).

Ad aprile 2022, un’altra condanna col rito abbreviato a 5 anni e 8 mesi di reclusione, stavolta per una serie di scippi consumati a Latina.

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