SCIPPATORI SERIALI A LATINA: IN ARRESTO GUERINO DI SILVIO E MOHAMED JANDOUBI

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Individuata la banda degli scippatori: eseguita una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due soggetti del capoluogo responsabili di furto con strappo da aprile a maggio 2021

Nel corso delle prime ore della mattinata odierna 7 settembre, i militari della sezione operativa del Compagnia di Latina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari emessa rispettivamente nei confronti di Mohamed Jandoubi, nato in Tunisia, 34 anni (classe 1987) dimorante a Latina, allo stato ristretto presso la Casa circondariale di Velletri, e Guerino Di Silvio, nato a Latina, 50 anni classe 1971, abitante a Latina.

La misura cautelare, emessa dal Gip di Latina Pierpaolo Bortone, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Latina Valerio De Luca recepisce le risultanze investigative raccolte dai militari operanti nel corso delle indagini, permettendo di raccogliere gravi indizi di reato nei confronti degli odierni indagati in relazione al compimento di 5 furti con strappo commessi a Latina tra i mesi di aprile e maggio 2021.

in particolare, ai fini della individuazione della rispettive responsabilità in capo agli indagati, risultano essere stati determinanti:

  • le dichiarazioni rese dalle vittime in sede di denuncia e/o di sommarie informazioni testimoniali soprattutto in riferimento alla fattezze fisiche dell’aggressore e dell’autovettura utilizzata;
  • gli accertamenti effettuati tramite il sistema gps di cui l’autovettura risultava essere dotata e che ha consentito di collocare la stessa nel luogo e negli orari di compimento delle azioni criminose;
  • gli accertamenti effettuati mediante l’applicativo S.a.r.i. (sistema automatico riconoscimento immagini) che ha fornito una comparazione fisionomica dell’autore materiale del fatto con l’indagato j.m. del 99,98%
  • i molteplici servizi di o.c.p. (ndr.: osservazione controllo pedinamento) svolti dai militari operanti che hanno consentito di appurare che l’autovettura in questione fosse in uso a Gianni Di Silvio e che entrambi gli indagati si trovassero presenti sul luogo ed al momento dei fatti.

Le modalità e le circostanze dei fatti delittuosi, così come emerso dagli elementi investigativi raccolti, denotano una particolare spregiudicatezza delle condotte, una significativa pericolosità sociale e come i comportamenti tenuti presentano i caratteri della serialità.

Infatti, è stato possibile evidenziare come le varie azioni fossero eseguite con le medesime modalità, in concorso con più persone, con suddivisione dei compiti (Guerino Di Silvio autista dell’autovettura usata per la fuga e Mohamed Jandoubi autore materiale) e come anche i luoghi di realizzazione e la tipologia delle vittime fosse effettuata con particolare attenzione: principalmente ragazzi giovani o donne anche di età anziana.

Jandoubi, pluripregiudicato e contiguo al noto sodalizio criminale del capoluogo “Travali” e per un breve periodo ai “Di Silvio”, era stato arrestato lo scorso giugno dalla Polizia di Latina. L’uomo, ritenuto essere l’autore di almeno due eventi criminali, tra i quali uno al Piccarello, uno in Via Quinto Ennio (vicino Via Ezio) ai danni di due donne, più un terzo episodio, era stato intercettato dagli agenti della Squadra Mobile proprio mentre si stava recando presso la stazione ferroviaria di Latina. Per gli investigatori il suo intento era quello di fuggire. Il 34enne tunisino, per quei fatti contestati, sarà processato il 27 ottobre davanti al giudice monocratico Francesco Valentini presso il Tribunale di Latina.

L’uomo, nato in Tunisia, è l’ex convivente di Valentina Travali, sorella dei fratelli Travali, coinvolta sia in “Alba Pontina” che nell’operazione “Reset”, e protagonista del video rap girato ai Palazzoni per cui è stata tradotta in carcere.

lo è stato recentemente condannato in Appello anche per quanto riguarda il noto processo sul Clan Di Silvio di Campo Boario, retto dal boss Armando detto “Lallà”.

A settembre 2020 Jandoubi è stato condannato a 2 anni e 4 mesi per spaccio di stupefacenti, anche in sede di Appello, nel processo “Alba Pontina”, ossia il filone che ha confermato il metodo mafioso per i figli di Lallà e che si è svolto a Roma per tutti coloro che hanno scelto, come il 34enne tunisino, il rito abbreviato. Stessa pena per Hacene “Hassan” Ounissi (all’epoca dei fatti – ossia 2015-2016 – compagno di Valentina Travali) e due mesi in meno per la medesima Valentina Travali: tutti e tre, in quell’inchiesta della Squadra Mobile di Latina, “Alba Pontina” per l’appunto, erano accusati di aver spacciato sostanza stupefacente, cocaina ed eroina, tra Via Corridoni (Quartiere Nicolosi) e Piazza del Quadrato. Prima in proprio e poi per conto del Clan Di Silvio che aveva imposto a loro l’acquisto della cocaina, forti anche del fatto che, nel frattempo, il Clan Travali era stato indebolito dagli arresti eseguiti con l’operazione Don’t Touch (2015).

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Il legame con la famiglia Travali evidentemente non era cessato dal momento che Guerino Di Silvio, già sorvegliato speciale e protagonista di diverse vicende di cronaca (fu coinvolto anche nell’operazione anti-droga del 2007 denominata “Lazial Fresh,” insieme a Costantino “Cha Cha” Di Silvio), è imparentato con la nota famiglia. Guerino, infatti, pur non avendo mai avuto la caratura criminali di alcuni suoi parenti, è lo zio di Roberto e Maria Grazia Di Silvio, madre dei fratelli Angelo, Salvatore e Valentina Travali.

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