RIO MARTINO “USATO” PER IL PANNICELLO CALDO CONTRO L’EROSIONE COSTIERA

Escavazione fondale di Rio Martino e contrasto all’erosione, la Giunta Celentano approva una delibera e stanzia 10mila euro

Di dragaggio e affidamento del porto canale al consorzio che ha vinto ormai nel 2021 la selezione pubblica non se ne parla più. Invece, pare che per la Giunta Celentano, Rio Martino possa essere la possibilità per interventi contro l’erosione costiera.

È stata approvata, infatti, una delibera di giunta, su indirizzo degli assessori Gianluca Di Cocco e Franco Addonizio, per avviare la progettazione dell’intervento di escavazione del fondale di Rio Martino e, contemporaneamente, di contrasto all’erosione del litorale. Per l’intervento il Comune di Latina prevede un impegno di spesa pari a 10mila euro, subordinato all’ok da parte degli altri enti preposti e interessati che si esprimeranno a riguardo durante la Conferenza dei servizi.

Un pannicello caldo che non prende neanche più in considerazione i due problemi più importanti. Di quelli se ne parlerà nel question time del 7 marzo, in ragione di una interrogazione presentata dalla consigliera comunale d’opposizione Maria Grazia Ciolfi (M5S) che domanda all’amministrazione lo stato dell’arte su insabbiamento e mancata consegna al consorzio Porto di Latina aggiudicatario della concessione.

Eppure, i toni dei due assessori competenti sono trionfanti.

“L’amministrazione ha ritenuto necessario – dichiara Franco Addonizio, assessore all’Ambiente – procedere ad un tempestivo intervento di escavazione del porto di Rio Martino e riutilizzo del materiale di scavo per interventi di ripascimento e difesa dell’arenile. La competenza, oltre che del Comune di Latina, è anche della Regione Lazio e del Comune di Sabaudia, oltre agli ulteriori enti preposti alla tutela del vincolo e alla sicurezza della navigazione”.

“C’è la volontà di risolvere l’annosa vicenda che riguarda Rio Martino – conclude l’assessore alla Marina Gianluca Di Cocco – e la protezione della nostra costa. Ad oggi, infatti, l’infrastruttura risulta in condizioni di insabbiamento del fondale del bacino con conseguente impossibilità di utilizzo dello stesso. Il progetto che presenteremo affronterà la questione nella sua interezza e non in maniera spacchettata. Ci auguriamo ora che, dopo mesi di problematiche burocratiche che hanno allungato i tempi, gli enti preposti siano celeri nel fornirci le autorizzazioni per procedere, così che il territorio sia salvaguardato e chi ne usufruisce possa avere le risposte che aspetta”.

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