PROCESSO DUNE: “SUI CANONI GERVASI VOLEVA UNA MODALITÀ SOFT. MI DISSE: “UOMO AVVISATO MEZZO SALVATO”

lungomare Sabaudia
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Inchiesta Dune: riprende il processo per i cinque imputati tra cui l’ex Sindaco di Sabaudia Giada Gervasi

Dinanzi al collegio presieduto dal giudice Gian Luca Soana – a latere i giudici Fabio Velardi e Francesca Coculo -, è ripreso il processo scaturito dall’indagine dei Carabinieri e della Procura di Latina che, a febbraio 2022, ha terremotato l’amministrazione Gervasi, portando al commissariamento del Comune della Città delle Dune e alla elezione del nuovo Sindaco Alberto Mosca.

L’udienza odierna proponeva il contro-esame dell’ex responsabile del demanio del Comune di Sabaudia, Claudio Leone, il quale è stato interrogato dall’avvocato Lauretti, per poi essere di nuovo destinatario delle domande dei pubblici ministeri, Valentina Giammaria e Antonio Sgarrella.

L’architetto Leone ha ricordato di come, nell’ambito della vicenda sulla revoca della concessione al chiosco “La Rosa dei Venti”, gestito dai genitori di un suo membro dello staff, l’allora sindaca Gervasi nei suoi confronti aveva comunque un pregresso riguardante la questione di Via Arezzo per cui, secondo la prima cittadina, il dipendente non si sarebbe comportato come avrebbe dovuto.

In ballo, ad ogni modo, non solo c’era la revoca del chiosco, ma una verifica su tutti i canoni derivanti da concessione balneare per cui anche il responsabile finanziario, Antonio Vitelli, prima indagato, poi scagionato e infine parte civile nel processo, si trovava in difficoltà.

È lo stesso Leone, ad ogni modo, ad ammettere nel corso dell’udienza, una delle frasi intercettate che più risaltarono all’epoca dell’ordinanza di arresti scattata a febbraio 2022. “Gervasi – ha detto in aula, Leone, sollecitato dal Pubblico Ministero – mi disse uomo avvisato mezzo salvato“.

Per quanto riguarda la questione dei canoni, la stessa Pm Giammaria ha citato una intercettazione in cui Vitelli e Leone dialogavano, considerata la delicatezza del tema e in ragione del fatto che, almeno per il chiosco per cui fu proposta la revoca, vi erano anche abusi edilizi. “Il sindaco – ha spiegato Leone – mi disse che ero stato io a dire a Vitelli di procedere a riscuotere i canoni. A norma di legge bisognava fare un avvio del procedimento, ma ciò creava imbarazzo politico e Gervasi auspicava una procedura più soft“.

Ma cosa significa un atteggiamento più soft, ha chiesto l’accusa a Leone. “Lo stesso Vitelli partecipò a incontri tra amministrazione e sindacato balneari. Diciamo che la politica voleva una modalità più soft. Il sindaco auspicava una lettera preventiva da inoltrare ai concessionario del demanio, ma io dissi che non poteva essere fatta perché la legge prevede l’avvio del procedimento per la riscossione”.

Quindi, sintetizza il Pubblico Ministero: “L’alternativa alla legge 241, erano lettere“. Praticamente inviti a data da destinarsi per pagamenti dei canoni alcuni dei quali erano prescritti essendo passati oltre 5 anni. D’altra parte, come ribadisce, Leone, spiegando la sua intercettazione con Vitelli, “gli dicevo di stare cauto per ché a Sabaudia non si era mai fatta una verifica sui canoni demaniali e la cosa era molto delicata“. E che non fosse mai stata fatta una veridica dei canoni su una città come Sabaudia che vive di lungomare è un altro spaccato della provincia piuttosto esemplificativo, al di là della questione penale.

Finita la testimonianza di Leone, il processo è stato rinviato al prossimo 3 aprile ed è stata fissata anche un’altra udienza per il 12 giugno. Sul banco degli imputati oltreché all’ex Sindaco Giada Gervasi, difesa dagli avvocati Gianni Lauretti e Salvatore Volpe, l’ex assessore all’urbanistica Innocenzo D’Erme, difeso dall’avvocato Leone Zeppieri, l’ex Direttore Generale del Comitato Sabaudia 2020 (ormai sciolto dall’attuale consiglio comunale) Luigi Manzo, difeso dagli avvocati Roberto Fiore e Dario Capotorto, l’ex consigliere comunale Sandro Dapit, difeso dagli avvocati Luca Pietricola e Maurizio Forte, l’ex responsabile Lavori Pubblici del Comune di Sabaudia ed ex assessore a Pontinia, Giovanni Bottoni, difeso dall’avvocato Emilio Siviero.

Tutti gli imputati, rinviati col giudizio immediato, devono rispondere delle turbative d’asta contestate nell’ambito della Coppa del Mondo di Canottaggio. Gervasi, inoltre, dovrà essere giudicata anche per induzione indebita a dare o promettere utilità in riferimento alla concessione balneare de “La Caravella” del Presidente del sindacato Italiano Balneari Lazio Sud (Sib) Mario Ganci e del chiosco “La Rosa dei Venti” (di cui si è discusso con la testimonianza di Leone) appartenente a uno degli indagati, Gianni Polidoro. Bottoni, ex assessore nella Giunta Tombolillo a Pontinia, è chiamato a rispondere anche di falso in merito agli affidamenti. Parti civili l’associazione Antonino Caponnetto, il Comune di Sabaudia, il dipendente del Comune Antonio Vitelli (in una prima fase indagato dalla Procura e poi ritenuto parte offesa) e la società ciociara Dea Costruzioni Srl.

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