OMICIDIO DEL SARTO: CASSAZIONE RENDE DEFINITIVA LA CONDANNA

Fabrizio Faiola e Georgeta Vaceanu
Fabrizio Faiola e Georgeta Vaceanu

Omicidio del sarto Umberto Esposito, la Corte di Cassazione respinge l’appello di Faiola. Condanna definitiva

La Cassazione ha respinto l’appello presentato da Fabrizio Faiola, tramite l’avvocato difensore Maurizio Forte, e ha reso definitiva la sua condanna a 19 anni di reclusione per l’omicidio di Umberto Esposito. Una pena che dovrà essere scontata, così come quella della complice Georgeta Vaceanu, la cui sentenza a 15 anni di reclusione è diventata definitiva, non avendo lei impugnato la sentenza.

A settembre scorso, la Corte d’Appello di Roma, nel corso del nuovo giudizio deciso dal rinvio della Cassazione avvenuto a gennaio 2023, aveva ridotto le condanne per Frabizio Faiola e Georgeta Vaceanu per l’omicidio del sarto di 82 anni, Umberto Esposito. Per Faiola la pena stabilita dai giudici del nuovo appello è stata per l’appunto di 19 anni, per Vaceanu 15 anni.

A febbraio 2020, vi era stata già una parziale riforma in appello della sentenza pronunciata nei confronti di Fabrizio Faiola, 43 anni di Fondi, e Georgeta Vaceanu, romena di 32 anni, accusati del sequestro e dell’omicidio del sarto 82enne Umberto Esposito. Il corpo dell’anziano era stato ritrovato nel marzo del 2017 alla periferia di Terracina.

Nel primo giudizio, la Corte d’assise d’appello di Roma aveva confermato la condanna a 30 anni di reclusione emessa dal Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Campoli, nei confronti di Faiola, mentre aveva ridotto a 19 anni di carcere la pena per Vacenau: in primo grado avevano avuto 30 anni di reclusione ciascuno. Per Vaceanu fu confermata la concessione delle attenuanti generiche, mentre per Faiola gli furono negate.

La Cassazione, a gennaio 2023, ha accolto l’eccezione sull’aggravante dell’omicidio per entrambi, difesi dagli avvocati Forte e Orticelli, e rinviato gli atti in Corte d’Appello che si era pronunciata di nuovo sulle condanne.

Il cadavere dell’anziano fu trovato incaprettato e legato a un albero. Qualche giorno dopo il ritrovamento, furono eseguiti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina i fermi di Faiola e Vaceanu, poi portati a processo per le accuse di sequestro di persona, omicidio, rapina e falsificazione di titoli di credito (capo d’accusa caduto in appello) e indebito utilizzo di carte di credito e di pagamento.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, Esposito aveva avuto un appuntamento con la donna romena e il suo compagno presso il centro commerciale del capoluogo, Latina Fiori. Dopodiché erano seguiti una sedazione, il sequestro e il trasporto in una zona di campagna, la stessa dove fu poi ritrovato. Secondo l’accusa, c’era stata l’appropriazione del bancomat dell’anziano, di una carta di credito e di un libretto degli assegni, con i quali nei giorni successivi alla scomparsa sarebbero stati effettuati diversi prelievi a Latina e alcuni acquisti in un centro commerciale di Formia. La morte di Esposito è avvenuta il 22 marzo 2017, a causa di una asfissia meccanica violenta.

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