OMICIDIO DEL SARTO: RIDOTTE IN APPELLO LE CONDANNE

Fabrizio Faiola e Georgeta Vaceanu
Fabrizio Faiola e Georgeta Vaceanu

Omicidio del sarto Umberto Esposito, la Corte d’assise d’Appello di Roma ha ridotto le condanne a carico dei due imputati

La Corte d’Appello di Roma, nel corso del nuovo giudizio deciso dal rinvio della Cassazione avvenuto a gennaio scorso, ha ridotto le condanne per Frabizio Faiola e Georgeta Vaceanu per l’omicidio del sarto di 82 anni, Umberto Esposito. Per Faiola la pena stabilita dai giudici del nuovo appello è di 19 anni, per Vaceanu 15 anni.

A febbraio 2020, vi era stata già una parziale riforma in appello della sentenza pronunciata nei confronti di Fabrizio Faiola, 36 anni di Fondi, e Georgeta Vaceanu, romena di 25 anni, accusati del sequestro e dell’omicidio del sarto 82enne Umberto Esposito. Il corpo dell’anziano era stato ritrovato nel marzo del 2017 alla periferia di Terracina.

Nel primo giudizio, la Corte d’assise d’appello di Roma aveva confermato la condanna a 30 anni di reclusione emessa dal Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Campoli, nei confronti di Faiola, mentre aveva ridotto a 19 anni di carcere la pena per Vacenau: in primo grado avevano avuto 30 anni di reclusione ciascuno. Per Vaceanu fu confermata la concessione delle attenuanti generiche, mentre per Faiola gli furono negate.

La Cassazione, a gennaio scorso, ha accolto l’eccezione sull’aggravante dell’omicidio per entrambi, difesi dagli avvocati Forte e Orticelli, e rinviato gli atti in Corte d’Appello che si è pronunciata di nuovo sulle condanne.

Il cadavere dell’anziano fu trovato incaprettato e legato a un albero. Qualche giorno dopo il ritrovamento, furono eseguiti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina i fermi di Faiola e Vaceanu, poi portati a processo per le accuse di sequestro di persona, omicidio, rapina e falsificazione di titoli di credito (capo d’accusa caduto in appello) e indebito utilizzo di carte di credito e di pagamento.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, Esposito aveva avuto un appuntamento con la donna romena e il suo compagno presso il centro commerciale del capoluogo, Latina Fiori. Dopodiché erano seguiti una sedazione, il sequestro e il trasporto in una zona di campagna, la stessa dove fu poi ritrovato. Secondo l’accusa, c’era stata l’appropriazione del bancomat dell’anziano, di una carta di credito e di un libretto degli assegni, con i quali nei giorni successivi alla scomparsa sarebbero stati effettuati diversi prelievi a Latina e alcuni acquisti in un centro commerciale di Formia. La morte di Esposito è avvenuta il 22 marzo 2017, a causa di una asfissia meccanica violenta.

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