IMMIGRAZIONE CLANDESTINA TRA FONDI E TERRACINA: REVOCATE LE SANZIONI

Corte d'Appello di Roma
Corte d'Appello di Roma

Immigrazione clandestina tra Fondi, Terracina, Monte San Biagio, e Pontinia: la decisione della Corte d’Appello di Roma

La Corte d’Appello di Roma ha assolto definitivamente gli imputati dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina e revocato le sanzioni pecuniarie che, sommate, arrivavano a oltre 10 milioni da distribuirsi nei confronti di quasi tutti e 21 i condannati.

La sentenza di primo grado era stata pronunciata il 7 marzo 2022 per tutte le persone imputate nel processo per sfruttamento della immigrazione clandestina.

A gennaio 2022, il Pubblico Ministero Valerio De Luca, nell’ambito del processo che si è celebrando in Corte d’Assise presso il Tribunale di Latina, aveva formulato le richiesta di condanna a carico di alcuni degli imputati.

L’avviso di conclusioni indagini a carico dei 35 imputati arrivò nel 2017: a parte l’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione, fu contestata la contraffazione e il falso ideologico per aver indotto in errore pubblici ufficiali adibiti al rilascio di nulla osta di ingresso, visti di ingresso e rilascio di permessi di soggiorno.

Non solo richieste di condanna, il Pm aveva chiesto prescrizioni e assoluzioni per altri imputati, compreso il collaboratore di giustizia Angelo Riccardi, un tempo affiliato al Clan Zizzo di Fondi, le cui dichiarazioni avevano corroborato le indagini per l’ipotizzato sistema di sfruttamento dei migranti che sarebbe stato messo in pratica dagli imprenditori sotto processo. Gli altri avvocati del collegio difensivo erano Giuseppe Lauretti, Angelo Palmieri, Lorenzo Magnarelli, Maria Cristina Sepe, Maria Antonietta Cestra, Emanuele Ceccano, Maurizio Forte e Giulio Mastrobattista.

Secondo l’accusa, gli immigrati pagavano anche fino a 15mila euro per ottenere il visto di ingresso così da entrare in Italia per poi vivere in clandestinità. Erano tutti più o meno giovani, soprattutto dal Bangladesh (anche da India e Pakistan), i quali sarebbero stati sfruttati da imprenditori, per lo più di Fondi, e da impiegati nei patronati.

A condurre le indagini furono, a partire dal 2014, i poliziotti della Questura di Latina e del Commissariato di Fondi che indagarono su delega della Procura della Repubblica di Roma – Direzione distrettuale antimafia.

Leggi anche:
IMMIGRAZIONE CLANDESTINA A FONDI: CHIESTE LE CONDANNE E LE MULTE

Già la Corte d’Assise presieduto dal Giudice Gian Luca Soana aveva stabilito però che non c’è stato il vincolo dell’associazione per delinquere assolvendo gli imputati perché il fatto non sussiste e ha disposto la prescrizione per le accuse di falso. Condannati in primo grado, invece, gli imprenditori per favoreggiamento con pene da un anno e otto e mesi a cinque anni e sei mesi di reclusione.

il Pubblico Ministero aveva chiesto, oltreché le condanne, anche multe a carico degli imputati per un totale di quasi 96 milioni di euro: un cifra calcolata in base a quanti immigrati entrarono sul suolo italiano in maniera illecita. Il Tribunale ha stabilito multe agli imprenditori per un totale di circa 15 milioni di euro.

Ora la Corte d’Appello ha revocato tutto.IMMIGRAZIONE CLANDESTINA TRA FONDI E TERRACINA

Articolo precedente

CANTIERE NON AUTORIZZATO SULLA “MONTI LEPINI”: POLIZIA STRADALE SANZIONE E STOPPA I LAVORI

Articolo successivo

FORUM DEI GIOVANI A LATINA: “NON HA ANCORA DATO I FRUTTI SPERATI. RIVEDERE E CORREGGERE IL REGOLAMENTO”

Ultime da Giudiziaria