CASO TERRACINA: DUE MEMBRI DELL’ANTIMAFIA INTERROGANO I MINISTRI

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Terracina
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Terracina: la città, al centro di indagini che riguardano il demanio marittimo e le concessioni, arriva in Parlamento. Il senatore Elio Lannutti (Gruppo Misto), come primo firmatario, ripercorre la storia recente e interroga il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il Ministro della Giustizia Marta Cartabia e il Ministro Affari Regionali Mariastella Gelmini

Anni di apparente splendido isolamento e calma piatta, ecco che ora su Terracina vengono accesi molteplici fari. Da una parte, la Procura con una inchiesta complessiva di cui trapela poco che tra gli indagati vede dirigenti del Comune, funzionari, imprenditori e persino il Presidente del Consiglio Comunale Gianni Percoco, uomo vicino sia all’ex sindaco Procaccini che all’attuale Tintari e delegato al Demanio fino allo scorso autunno 2020: un fatto che, nonostante sia poco dibattuto nella politica locale, meriterebbe una riflessione e non uno stand-by in attesa che passi la buriana.

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Dall’altra, le indagini della magistratura che si conoscono di più: tanti i sequestri negli ultimi mesi dalle giostre dei Suffer agli stabilimenti “La Vela e “Piccola Oasi”, per arrivare al cantiere della Ex Pro Infantia.

E, infine, ora, al di là degli inquirenti, arriva la politica con un’interrogazione parlamentare di un senatore, il primo firmatario Elio Lannutti, il quale per inciso è anche membro della Commissione Antimafia, tanto è che, oltre che ad avere uno stretto rapporto con la sempre attenta Associazione Caponnetto (un vero baluardo in provincia di Latina), si fa accompagnare nel suo atto su Terracina da un altro membro della medesima Commissione parlamentare Margherita Corrado (Gruppo Mistro) e da Rosa Abate (Gruppo Misto) membro della Commissione parlamentare per le questioni regionali. Perché, forse, Terracina è un caso regionale e, chissà, nazionale se ci si sofferma su ulteriori episodi inquietanti che non rientrano nell’interrogazione ma che hanno sconquassato lo status della città. Come l’auto confiscata al defunto in circostanze mai chiarite Matteo Lombardi bruciata davanti al Commissariato di Polizia o l’ultima indagine della Squadra Mobile di Latina sul Clan sinti dei Travali che vede tra gli indagati Francesco Della Magna detto Ciccio, campano trapianto a Terracina che, dopo un paio di candidature alle Comunali, rientra nelle ipotesi investigative in un episodio di estorsione consumato dagli affiliati al sodalizio ritenuto mafioso dalla DDA capitolina. Della Magna risultava già citato dal collaboratore di giustizia Agostino Riccardo come colui che avrebbe fatto da gancio tra i Di Silvio di Campo Boario e i Marano/Licciardi di Terracina (prima degli arresti di Don’t Touch 2015, legatissimi a Giuseppe ed Angelo Travali) nell’ambito della discussa campagna elettorale del 2016 quando i manifesti elettorali rappresentavano uno scontro tra fazioni e non un semplice batti e ribatti di slogan.

Agostino Riccardo
Agostino Riccardo

Tuttavia, l’interrogazione parlamentare, depositata ieri 24 marzo all’indirizzo dei tre Ministri, ripercorre, in sintesi, la storia recente di Terracina, ponendo il suo incipit in quel 23 agosto del 2012 quando un commando di camorra uccise il boss delle Case Celesti, lo scissionista Gaetano Marino detto Moncherino McKay, in mezzo alla folla inzuppata di salsedine e canicola. Cioè un pezzo di quella faida di Scampia/Secondigliano, che tanto sangue ha sparso dopo la dipartita dell’unitarietà del Clan Di Lauro, inscenato in uno stabilimento sul lungomare di Terracina. Quello stesso lungomare il quale, a distanza di quasi dieci anni, è fortemente sotto la lente di Procura, Carabinieri e Guardia Costiera. Una Terracina, quella del 2012, che si scoprì rifugio di camorra, pied-à-terre naturale e criminale.

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L’interrogazione di Lannutti-Corrado-Abate, cercando di arrivare ai nostri giorni, pone anche un quesito che si perde nella notte dei tempi. Non solo, quindi, concessioni balneari, demanio marittimo, autorizzazioni, proroghe, e la variante di Natale 2020adottata dal Comune proprio durante le festività natalizie – scrivono i tre parlamentari – per mezzo della quale sarebbero stati ceduti alla nuova proprietà della ex “Pro-Infantia” aree destinate al verde e parcheggi per consentire la realizzazione del nuovo faraonico progetto” – citato nell’atto anche l’episodio che ha visto il vice Sindaco di Terracina Marcuzzi riferirsi, in consiglio comunale, alla Presidente di Legambiente locale Anna Giannetti in modi ritenuti intimidatori dalla diretta interessata e da tanti che le hanno mostrato solidarietà. C’è, come detto, anche un riferimento più lontano nel tempo: quello sui rifiuti, altro elemento che parrebbe “bello addormentato” nella città dove in molti contestano reinvestimenti e capitali ingenti apparsi dal giorno alla notte.

pierpaolo marcuzzi
Vice sindaco e assessore all’urbanistica di Terracina Pierpaolo Marcuzzi

Il comando provinciale della Guardia di finanza di Latina – si legge nell’interrogazione – tra il 2014 e il 2016 ha effettuato 48 accertamenti nel territorio pontino, stimando un danno erariale alle casse dello Stato di 100 milioni di euro. Sotto osservazione è finito anche il settore dei pubblici appalti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani di Terracina, dove preliminari accertamenti istruttori hanno consentito di acclarare reati di frode in pubblica fornitura, truffa ai danni dello Stato, nonché violazioni in materia ambientale, segnalati alla competente Procura della Repubblica. A quanto risulta, sarebbero stati conteggiati camion di rifiuti vuoti, gestiti dalla “Servizi Industriali”, addebitando al Comune di Terracina lo smaltimento mai avvenuto. Benché la documentazione su questa vicenda del 2013 sia stata inviata alla Procura di Latina, a otto anni di distanza non si conosce ancora l’esito dell’indagine“.

E non poteva mancare il rimando alle elezioni del 2016 per cui l’ex candidata sindaco, poi solo candidata consigliere comunale, Gina Cetrone è alla sbarra nel processo che la vede imputata, per estorsione (con l’aggravante mafiosa) e reati elettorali, insieme a tre componenti del Clan Di Silvio di Campo Boario.

Insomma, l’interrogazione mette sul piatto Terracina a favore di chi non la conoscesse, o la ammirasse, come da protocollo e cartolina, solo per il mare e il Tempio di Giove, e lo fa chiedendo ai Ministri se intendano intraprendere, “idonee iniziative, affinché siano condotte indagini approfondite sulle vicende, a soccorso di un territorio dove la criminalità organizzata ha raggiunto picchi inquietanti e, nel contempo, cresce il livello di sfiducia verso le istituzioni da parte della popolazione locale“.

Domandano gli interroganti se sia opportuna, considerata la situazione, “disporre l’invio di commissari ministeriali, al fine di verificare l’esistenza o meno sul territorio di Terracina, e più in generale del basso Lazio, di lobby affaristico-istituzionali o politico-malavitose, atte a condizionare anche l’attività istituzionale“.

E per fare luce, si chiedono, per di più, “se siano sufficienti gli organici di forze dell’ordine, polizia giudiziaria, Guardia di finanza e magistrati per fare fronte e tentare di sconfiggere nei territori in oggetto quel radicato sistema criminale, il quale, analogamente alla gramigna, sembra difficile da estirpare“.

Elio Lannutti
Elio Lannutti

Da ultimo, e persino, “se il Ministro della giustizia ritenga opportuno attivare i propri poteri ispettivi presso la Procura della Repubblica di Latina, al fine di verificarne il modus operandi che appare tardivo, trattandosi di fatti che hanno procurato un danno erariale importante allo Stato, come già valutato dalla Guardia di finanza“.

Terracina, dunque – in quella che la Dia definisce una Regione diventata una sorta di “laboratorio criminale”, punto d’incontro di clan autoctoni, camorra e ‘ndrangheta – non rappresenta quel bozzetto oleografico di cui accennavamo – perché bella è bella, su questo non ci piove – ma un avamposto di affari dove si può investire indisturbati e dove i clan sanno di non avere troppo rumore attorno. È sufficiente una faccia pulita, magari con tanto di laurea, per far sì che quel rumore diventi silenzio di tomba.

E sì che, peraltro, gli esponenti istituzionali non mancano in città: dal deputato della Lega Francesco Zicchieri, eletto in Ciociaria, ma originario doc, e l’europarlamentare, ex Sindaco, Nicola Procaccini (Fratelli d’Italia), fino alla 5stelle Gaia Pernarella, consigliere regionale. Ecco, battano un colpo, soprattutto l’ex sindaco, il cui coordinatore locale Fabio Minutillo risulta indagato (è stato assessore al Demanio fino al maggio 2015), prima che tutto sia affidato ad altre autorità nel meccanismo oramai rodato, e troppo comodo, che a inchiesta segue cronaca giudiziaria e, infine, dichiarazioni di circostanza.

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