LE MINACCE MAFIOSE DI “CHA CHA” GIUDICATE IN TRIBUNALE A LATINA

Costantino Cha Cha Di Silvio
Costantino "Cha Cha" Di Silvio

Le lettere di minaccia di Costantino “Cha Cha” Di Silvio diventano un processo che si celebrerà davanti al III collegio

Sarà il terzo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Mario La Rosa, a celebrare il processo che vede alla sbarra il capo clan del sodalizio Travali-Di Silvio, Costantino Di Silvio per tutti, a Latina, “Cha Cha”. Il pontino, da ormai dieci anni in carcere per via di una condanna definitiva a 9 anni di reclusione, derivante dal processo “Don’t Touch”, è al momento accusato nel maxi processo “Reset” di associazione mafiosa e altri reati insieme a tutta la banda che, con protervia, armi e terrore, aveva colonizzato la città di Latina, tra spaccio, estorsioni e violenze: dalla curva del Latina Calcio dell’allora Presidente e deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta (grande amico di “Cha Cha”), al palazzo della politica di centrodestra.

Erano gli anni, fino al 2015, dell’amministrazione dell’ex sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, fermati dagli scandali giudiziari che portarono alle operazioni “Don’t Touch” e “Olimpia”. Ora, quegli anni rifanno capolino nel procedimento odierno, diventato un processo che oggi, 24 aprile, è iniziato ufficialmente davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Simona Sergio.

Presente in aula il pubblico ministero della DDA di Roma, Luigia Spinelli, titolare dell’indagine che ha raccolto le due lettere di minaccia che “Cha Cha” voleva recapitare a due cittadini di Latina. Lettere che il 61enne Costantino Di Silvio avrebbe scritto tra il 2020 e il 2021 per indirizzarle a un noto titolare di un esercizio commerciale di Latina che si occupa di vestiti e a un’altra persona che, però, non avrebbe mai ricevuto la missiva.

In tali lettere, Cha Cha accusava il commerciante di averlo fatto condannare a una pena più alta nel predetto processo “Don’t Touch”, a causa delle dichiarazioni rese da testimone.

Intercettate dalla Polizia di Stato, gli agenti hanno accertato che quelle lettere sono state scritte da Cha Cha direttamente dal carcere. Per tale ragione è scattata l’imputazione di minaccia aggravata dal metodo mafioso.

Il giudice monocratico Sergio ha oggi rilevato la competenza del collegio e ha trasmesso gli atti al III collegio del Tribunale, peraltro di cui lo stesso magistrato è facente parte, così come indicato dal Presidente della sezione penale del Tribunale di Latina, Gian Luca Soana.

Il processo per le minacce mafiose di “Cha Cha”, oggi video collegato dal carcere di Vigevano, è stato così rinviato al prossimo al 10 maggio, in concomitanza con il processo “Reset” in cui il 61enne è, come detto, alla sbarra insieme ai fratelli Travali e ad altre decine di imputati. Di Silvio è difeso dagli avvocati Angelo Palmieri e Gaetano Marino. In aula, oggi, non erano presenti le persone offese, né loro famigliari.

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