VARIANTE Q3, COMUNE DI LATINA BLOCCA ATTIVITÀ DELLA PRIMA MEDIA STRUTTURA DI VENDITA: ARRIVA L’ORDINANZA

Variante Q3, dopo l’apertura di una delle tre medie strutture di vendita, arriva il provvedimento del Comune che ne ordina la chiusura

La vicenda della cosiddetta variante Q3 si arricchisce (si fa per dire) di un nuovo capitolo. La questione del centro commerciale che dovrebbe sorgere a ridosso della SS Pontina, poco prima del ponte blu, su Via del Lido, è ancora più spinosa di quello che sembra. Senza contare l’indagine della Procura di Latina che non risulta essere terminata, anzi. Da ciò che emerge, la stessa Procura avrebbe già chiesto il sequestro dell’area su cui è stato costruito, in realtà, un unico centro commerciale di cui tanto si è discusso sin dalla prima amministrazione Coletta e dall’avvio della prima indagine poi archiviata. Una richiesta di sequestro sulla quale ci sarebbero dubbi dalle parti del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina.

Innanzitutto, c’è da dire che, fino a oggi, sono stati passati ai raggi X da un gruppo di imprenditori della zona, contrari al progetto commerciale nell’area, i titoli unici 13/2021 e 6/2022 che autorizzano due superfici di vendita rispettivamente di 1374 metri quadrati e di 1900 metri quadrati.

Recentemente, una missiva dei suddetti imprenditori chiedeva a Sindaco e organi tecnico-amministrativi, compreso il Suap e il direttore generale Agostino Marcheselli, di “verificare, relativamente all’intervento in corso di realizzazione all’angolo tra la Via del Lido e la Via Ferrazza, il rispetto delle norme in materia di edilizia, urbanistica, viabilità e sicurezza stradale“.

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Come noto, uno degli aspetti ancora poco chiari della questione è rappresentato dal fatto che, nel 2021, un documento dell’allora segretario generale del Comune di Latina, Rosa Iovinella, ha rigettato la proposta di deliberazione che proponeva l’eliminazione del vincolo di destinazione d’uso alberghiero all’interno dell’area Q3 dove ieri, 29 novembre, è stato inaugurato la prima delle medie strutture di vendita. In realtà, queste tre strutture non sono altro che un imponente centro commerciale che si trova nella stessa area della città di un altro centro commerciale, il “Morbella”.

L’allora segretario generale Iovinella respinse la proposta di “cambio di destinazione d’uso”, non ritenendo sufficiente il cosiddetto “ordinato sviluppo del territorio”, richiamato nella proposta. L’ordinato sviluppo del territorio, infatti, non rappresentava un elemento bastevole a motivare una variante quale è quella del Piano Particoleraggiato Q3. E in più non è sufficiente neanche la motivazione per cui una variante del genere consentirebbe la cessione di ulteriori aree a standard di parcheggi pubblici.

La motivazione della proposta di eliminazione del vincolo, almeno nel 2021, era ancora carente. E a leggere le motivazioni di Iovinella furono non solo la dirigente, ma anche l’allora sindaco di Latina, Damiano Coletta, l’assessore Francesco Castaldo e la vice-sindaca Maria Paola Briganti. Il resto è storia nota con il rilascio dei titoli autorizzatori al privato da parte dell’ufficio Suap del Comune di Latina e la nuova indagine del Procuratore Capo di Latina.

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La delibera di Giunta e i permessi a costruire hanno dato il lasciapassare a tre strutture commerciali e quindi, in teoria, vi sarebbe dovuto essere un passaggio in consiglio comunale per consentire un cambio di destinazione d’uso per trasformare l’area in commerciale.

Fin qua la storia in estrema sintesi, perché la stessa storia aggiunge oggi, 30 novembre, come accennato, un nuovo capitolo. Un piccolo passo indietro: ieri, 29 novembre, una riunione fiume in Comune tra i collaboratori più stretti della Sindaca Matilde Celentano per capire quali passi fare. Da Piazza del Popolo, c’è prudenza e attesa per ciò che farà la magistratura, anche in ragione del fatto che gli uffici hanno ribadito che la documentazione è in regola.

Solo che oggi, quegli stessi uffici, ossia il servizio Attività Produttive (Suap), con una ordinanza firmata dal dirigente Stefano Gargano, ha intimato alle due società che hanno aperto la prima delle tre medie strutture di cessare l’attività aperta appena il giorno prima. Aperto “Maury’s”, il marchio della grande distribuzione organizzata; chiuso Maury’s, dopo poco. O almeno è questo l’indirizzo del provvedimento del Suap.

L’ordinanza si origina dal fatto che, dopo un paio di passaggi societari avvenuti in appena due giorni, il 29 novembre il Suap ha comunicato alle due società, “Punto Immobiliare srl” e “Gamy srl”, l’improcedibilità e il divieto di apertura dell’attività di media struttura di vendita. Lo stesso giorno la Punto Immobiliare srl aveva presentato la Segnalazione Certificata di Agibilità con contestuale fine lavori di cui al titolo unico n°6/2022 presso l’immobile a destinazione commerciale.

Oggi, invece, la Polizia Locale, su richiesta di verifica da parte del Suap, ha trasmesso il Verbale di sopralluogo con rilievo fotografico “dal quale si evince l’apertura della media struttura di vendita, l’uso dei parcheggi nonché dei 3 accessi carrabili”. Un problema nel problema quello degli accessi carrabili dal momento (tre in tutto) che quello della società è transitorio fino a ultimazione dei lavori (terminati), mentre il Comune chiede quello ordinario per cui si deve fare ulteriore richiesta, il che prevede uno studio dei flussi di traffico (mancante) soprattutto per quanto riguarda Via Ferrazza e Via del Lido. Senza contare che il via libera ai due passi carrabili su Via Ferrazza, complanare della SS Pontina, dovranno essere rilasciati dalla società competente, vale a dire la statale Anas.

Il Suap, quindi, ordina ai due titolari delle due società “la cessazione immediata dell’attività in media struttura di vendita presso l’immobile a destinazione commerciale perché privo di titoli autorizzativi all’apertura”. E pensare che è stato proprio il Suap e lo stesso dirigente, nel 2022, a produrre in atti i permessi a costruire.

Una situazione sempre più ingarbugliata, la cui prossima fermata è quasi sicuramente un ricorso al Tar da parte delle due società contro l’ordinanza odierna.

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