PICCHIATO DAL PADRE PERCHÈ IN RITARDO SUL LAVORO: IL RAGAZZINO CONFERMA TUTTO AL GIUDICE

Interrogato nell’ambito di un incidente probatorio il ragazzino cinese che, ad agosto, era stato picchiato dal padre

Lo avrebbe picchiato perché in ritardo sul luogo di lavoro e per altre mancanze nella vita famigliare. Sono questi i motivi che sono alla base della fuga da casa che, ad agosto scorso, un ragazzino cinese di 13 anni ha messo in pratica, a Sezze, per scappare dalle angherie del padre.

Il 13enne aveva cercato rifugio all’interno di un bar proprio perché vittima delle botte del padre. Furono i clienti del locale, nel centro storico della città lepina, a vederne in viso i lividi e persino qualche rivolo di sangue. È così che furono chiamati i soccorritori del 118.

Dopodiché, il caso fu segnalato dai Carabinieri. Seconda un prima ricostruzione di un’indagine portata avanti dal sostituto procuratore di Latina, Giorgia Orlando, il 13enne aveva avuto una discussione con il padre per via del fatto che il giovane aveva fatto tardi al lavoro nell’attività famigliare. Ben presto, si sarebbe passato alle vie di fatto, con il genitore, in preda alla rabbia, che lo aveva colpito violentemente per fargli scontare il ritardo.

Oggi, 19 gennaio, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, nell’aula della Corte d’Assise, è stato ascoltato il ragazzino nell’ambito dell’incidente probatorio. Il minore era chiamato a confermare i fatti: a risaltare peraltro, in uno degli episodi, anche quello di essere stato picchiato con un cucchiaio di legno.

Ad ogni modo, il ragazzino, assistito da uno psicologo, ha confermato quanto spiegato ad agosto, aggiungendo anche altri episodio di violenza.

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