OMICIDIO GIUROIU: DOPO L’ESTATE LE RICHIESTE DI CONDANNA PER I FRATELLI TRAVALI

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Salvatore e Angelo Travali
Salvatore e Angelo Travali

Omicidio Giuroiu: sono state chieste le condanne per i due accusati di concorso in omicidio, i fratelli Angelo e Salvatore Travali

È ripreso il processo – davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina presieduta dal Giudice Gian Luca Soana, a latere il Giudice Fabio Velardi, più la giuria popolare – sull’omicidio del rumeno Nicolas Adrian Giuroiu avvenuto il pomeriggio dell’8 marzo 2014 in via Macchiagrande, a Borgo Sabotino, per cui sono stati già condannati con sentenza passata in giudicato Mirko e Manuel Ranieri e Ionut Adrian Ginca.

La scorsa settimana, i due fratelli Angelo e Salvatore Travali hanno evitato il processo parallelo per sequestro di persona del medesimo Giuroiu per cui erano imputati insieme a Graziano Grazioli, accusato di aver messo a disposizione il terreno in cui fu gettato il cadavere del rumeno. A far saltare il processo è stata la riforma Cartabia che ha reso improcedibile il procedimento perché manca la querela della parte offesa, in questo caso uccisa.

Non sarà, invece, la “Cartabia” a far saltare il giudizio per il processo sul concorso in omicidio con l’aggravante mafiosa. Come noto, il movente del delitto, così come stabilito dalla sentenza definitiva, è che Giuroriu è stato ammazzato perché sfruttava due ragazze, facendole prostituite, legate l’una a Ginca e l’altra a uno dei due fratelli Ranieri, Manuel. Per tale ragione il rumeno fu ucciso e i fratelli Angelo e Salvatore Travali, secondo la Direzione Distrettuale di Roma e la Squadra Mobile di Latina che hanno condotto le indagini, aiutarono nell’impresa omicida i tre condannati per rafforzare sul territorio la loro forza intimidatoria. Peraltro i Ranieri, sempre secondo gli organi investigativi, erano affiliati al clan Travali tanto è che Manuel Ranieri è imputato, insieme a tutto il sodalizio retto dai due fratelli Travali, nel processo Reset che contesta l’associazione mafiosa. I Travali, nel processo, devono rispondere di concorso in omicidio con l’aggravante mafiosa, vale a dire un procedimento costola del processo Reset, stralciato nelle fasi preliminari dalla Corte d’Assise.

Oggi, è stato ascoltato l’ultimo testimone: si tratta di un poliziotto della Scientifica che ha esaminato le immagini sulla famigerata Smart bianca dei Travali che avrebbe, secondo l’accusa, fatto da staffetta durante le fasi dell’efferato ammazzamento del rumeno. L’assistente capo della Polizia Scientifica ha spiegato che dalle immagini dell’auto su cui avrebbero viaggiato i fratelli Angelo e Salvatore Travali non può dire con certezza di che modello di vettura si trattasse. Le uniche certezze sono sul colore bianco della fiancata del mezzo, mentre già il tetto dell’auto non può essere definito dal punto di vista del colore.

La Corte d’Assise ha rinviato il processo al prossimo 25 settembre quando ci sarà la requisitoria del Pm della Procura/DDA di Roma, Luigia Spinelli, con le richieste di condanna, oltreché alle arringhe difensive degli avvocati Giancarlo Vitelli, Italo Montini e Camillo Irace.

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