LASCIATO MORIRE DI CANCRO A TERRACINA. IL MEDICO CONFERMA: “GLI FACEVO INFUSIONI DI VITAMINA C”

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Omicidio a Terracina, ascoltati i consulenti medici della Procura e delle parti civili. Il processo riprenderà a gennaio

Alla base del processo che vede sul banco degli imputati la 61enne polacca Gabriela Blazewicz, difesa dall’avvocato Pietricola, l’omicidio doloso e colposo di Bruno Vaccarini. Contestato dalla Procura di Latina, rappresentata in aula dal Procuratore Capo, Giuseppe De Falco, anche il reato di maltrattamenti in famiglia.

La storia è quella della donna di origine polacca che è accusata di aver lasciato morire un uomo di Terracina con cui era sposata in seconde nozze, il 75enne Bruno Vaccarini. I fatti risalgono agli anni 2018 e 2019 quando, a marzo di quest’ultimo anno, l’uomo morì. L’uomo, malato di cancro ai polmoni e con un’aplasia alla prostata, era costretto ad andare avanti e indietro con l’Ifo, l’istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma. Purtroppo, Vaccarini ricorse alle cure specialistiche in ritardo: secondo l’accusa, la donna l’avrebbe lasciato morire e gli avrebbe anche sottratto diverse migliaia di euro dai suoi conti.

Nelle scorse udienze, era già emerso di come l’uomo fosse stato curato a vitamina C e altre medicinali assolutamente inidonei a combattere il cancro ai polmoni di cui soffriva.

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Ogg, 9 gennaio, si è celebrata una nuova udienza davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gian Luca Soana – a latere il giudice Fabio Velardi – e alla giuria popolare che si riunisce nei casi che prevedono la contestazione dell’omicidio. Già ascoltati i figli dell’uomo, tutti e tre costituitisi parti civili nel processo assistiti dagli avvocati Belardi, Lacerenza e Zempetta.

Il problema, spesso evidenziato da famigliari e sanitari nel corso del processo, è che Vaccarini era in cura dal dottor Francesco Raggi e si recava da lui, a Terni, per assumere sostanze come melatonina, curcuma e semi di lino, oppure medicinali come il kolibrì (a metà tra un oppiode e la tachipirina), che non erano assolutamente in grado di poter scalfire il cancro.

Il medico Raggi è stato ascoltato come testimoni proprio oggi. Interrogato dal Pm De Falco, il dottore ha confermato di aver praticato su Vaccarini le cure descritte in precedenza da altri testimoni. Erano infusioni di vitamina C che Vaccarini riceveva dal medico il quale spiega che la cura era stata decisa per guarirlo dall’astenia. Secondo il dottore di Terni, Vaccarini stava trovando giovamento da quelle infusioni, tanto da sobbarcarsi, insieme alla compagna, tre viaggi a settimana da Terracina in Umbria. Nonostante vivesse con un catetere e fosse già ammalato di cancro (all’epoca, secondo l’accusa, a sua insaputa), l’uomo si sarebbe recato dal medico proprio per gli effetti di quella cura.

Il medico ha inoltre confermato di aver prescritto il farmaco Kolibrì per il forte dolore al petto dall’uomo, provocatogli invece dal cancro ai polmoni, oltreché alla curcuma e ad altri integratori naturali. “Vaccarini e la moglie smisero di venire da me per il Natale e poi non vennero più”. Dopo pochi mesi, nel 2019, Vaccarini morì. Secondo il medico di Terni, la coppia si sarebbe rivolta anche a un medico canadese di cui, però, non ricorda né il nome né la qualifica.

A confermare, però, che il 75enne, vittima della moglie secondo l’accusa, sarebbe stato in balia della predetta compagna, sono anche altri testimoni ascoltati oggi in Aula: si tratta del compagno della figlia di Vaccarini, di due nipoti dell’uomo e del fratello di quest’ultimo. Tutti hanno ribadito che Vaccarini si accorse solo alla fine del male che gli avrebbe fatto la compagna, capendo che questa gli nascondeva il tumore e lo stava portando alla morte, ostacolandone le cure in tutti i modi.

Fino a che, un giorno, come ricordato dal compagno della figlia, ci fu un litigio. Vaccarini, che era stato preso in cura dai famigliari, e non viveva più con la moglie, disse alla compagna che era venuto a trovarlo: “Tu sei il diavolo”. “Aveva perso la fiducia in lei – ha detto il compagno della figlia – e scoprii che gli aveva nascosto il tumore e che gli aveva preso i soldi dal conto“. Senza contare che, sulla base della testimonianza dei parenti, tra cui anche del fratello di Vaccarini, ascoltato oggi in aula, la famiglia era a conoscenza solo del problema alla prostata, al massimo una infiammazione. Nessuno praticamente sospettava del cancro ai polmoni. “Gli chiesi perché se ne era accorto così tardi – ha detto una nipote di Vaccarini – poi lasciai stare, perché mio zio era già molto turbato”.

Ancora più dura la testimonianza di un ulteriore nipote che ha spiegato di come Vaccarini avrebbe detto di “stare attenti a quella donna, perché mi vuole uccidere, così mi disse“.

Il processo, che è stato rinviato al prossimo 12 febbraio, riprenderà con altre testimonianze della difesa, tra cui, forse, la figlia avuta da Vaccarini e dalla compagna polacca che, però, vive in Inghilterra e al momento non è stata rintracciata.

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