DISASTRO AMBIENTALE E OMICIDIO COLPOSO: A PROCESSO DIRIGENTE DI LATINA

Stabilimento Marangoni, Anagni
Stabilimento Marangoni, Anagni

“Marangoni” di Anagni: dovranno affrontare un processo per disastro ambientale gli organi dirigenti della società di pneumatici, tra di loro anche un 56enne di Latina

Il giudice ha disposto il rinvio a giudizio per i vertici dell’azienda Marangoni di Anagni, nota impresa nel settore della produzione di pneumatici e macchinari per la loro realizzazione. Le accuse, rilevanti, riguardano i reati di disastro ambientale, omicidio colposo e lesioni personali gravissime. Sarebbero gli effetti della polvere nera emessa dallo stabilimento, che avrebbe causato, nell’arco di anni, l’insorgere di decine di casi di leucemia, sclerosi multipla e tumori fra gli abitanti della zona.

Sei persone rinviate a giudizio: Massimo De Alessandri, 56 anni, di Rovereto, presidente del cda della Marangoni Tyre dal 1999 al 2006 ed amministratore unico dal 2012 fino al 2015; Mario Marangoni, 89 anni di Rovereto, presidente del cda della società dall’11 dicembre del 2006 al 18 aprile 2012; Giorgio Italo La Manna, 76 anni di Barletta, consigliere delegato della Marangoni Tyre dal 27 aprile 2009 al 18 aprile 2012; Gerardo Magale, 71 anni direttore dell’organizzazione della fabbrica dal 24 gennaio 2007 al 25 ottobre 2012, e procuratore speciale dall’ottobre 2012 a oggi; Gian Luigi Carnevale, 49 anni di Roma, direttore della società dal 1° luglio 2005 al 24 gennaio 2007; infine, Luigi Marco Pucinischi, 56 anni, residente a Latina, responsabile tecnico della società dal 2007 al luglio 2013.

Il pubblico ministero Vittorio Misiti aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti e sei: una richiesta accolta dal gup del Tribunale di Frosinone Antonello Bracaglia Morante. Secondo le accuse gli indagati avrebbero assunto comportamenti che non avrebbero tutelato la salute dei lavoratori e dei cittadini che abitavano in quella zona, arrivando a causarne, in alcuni casi, anche la morte.

Sono numerosi, infatti, i decessi avvenuti negli anni che vanno dal 2004 al 2014 che, secondo l’accusa, sarebbero stati causati delle esalazioni nocive prodotte dall’azienda: una polvere nera come ormai in zona è famigerata.

Le parti offese sono 57, persone che si sono ammalate di varie patologie e in 21 casi sono decedute tra il 2004 e il 2014. L’impianto di Anagni, secondo l’accusa, avrebbe provocato emissioni pericolose per la salute e l’accumulo nei terreni di diossina e particolato carbonioso, con “un grave e concreto pericolo, a causa della elevata capacità di accumulo e la persistenza nell’ambiente, per la salute delle persone tanto da cagionare gravissime lesioni e la morte di più persone”.

Per quattro volte la Procura di Frosinone aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, ricevendo il niet del giudice per le indagini preliminari. Nel 2015, inoltre, nel contesto di una archiviazione respinta, il gip ha disposto anche un’indagine epidemiologica tra i residenti in un raggio di seicento metri dal termovalorizzatore della Marangoni Tyre.

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