D’ALTERIO: SCATTA LA SORVEGLIANZA SPECIALE PER IL BOSS ‘O MAROCCHINO

Giuseppe D'Alterio detto 'O Marocchino
Giuseppe D'Alterio detto 'O Marocchino

Sorveglianza speciale al 66enne Giuseppe D’Alterio detto ‘O Marocchino: l’uomo è stato coinvolto in svariate indagini, considerato un “padrino”

Scatta la sorveglianza speciale per il “padrino” di Fondi, Giuseppe D’Alterio detto ‘O Marocchino. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, sulla scorta di un rapporto ultimato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina. Per due anni, D’Alterio sarà sotto sorveglianza speciale.

L’ultima indagine in cui è stato coinvolto è scaturito in un’ordinanza di un’operazione denominata “Octopus” ai primi di settembre del 2021. Le indagini di Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e Squadra Mobile di Latina avevano fatto emergere uno spaccato di minacce mafiose presso il mercato del martedì di Latina. Un imprenditore di Fondi, arrestato nell’operazione Octopus, poteva intimidire un suo concorrente non solo con aggressività e violenza che di per sé aveva, ma anche perché poteva spendere la sua personale sicurezza: era un protetto di Giuseppe D’Alterio, il minturnese di Fondi.

‘O Marocchino (così lo conoscono negli ambienti criminali), noto alle cronache giudiziarie da anni, invischiato in operazioni anti-droga e racket al mercato ortofrutticolo di Fondi, è stato in rapporti con i clan rom della città di Latina. Sin da quando scorrazzava nella “mala” Costantino “Cha Cha” Di Silvio (furono coinvolti entrambi nella maxi operazione anti-droga denominata Lazial Fresh) a cui D’Alterio “portava” rispetto. A tal punto che un chilo di cocaina “rubato” non diventava un problema se a sgraffignarglielo sotto il naso era un parente di Cha Cha.

A raccontarlo alla DDA è il collaboratore di giustizia Renato Pugliese, nonché figlio del suddetto “Cha Cha”: il rampollo allora affiliato al Clan Di Silvio si permise di prendere dai D’Alterio un chilo di cocaina senza pagarla. Evidentemente il rispetto dei D’Alterio, in particolare del capo famiglia ‘O Marocchino, era talmente grande che per quella “marachella” si poteva chiudere un occhio. O comunque ci si sarebbe potuti rivalere in altro modo, finora non ancora reso noto da radio-malavita.

Eppure D’Alterio non è uno che passa per caso, anche se il figlio di uno “zingaro” gli “leva” la polvere bianca come fosse una caramella: dopo gli arresti di alcuni uomini di clan che controllavano il Mof, è lui a diventare il re del Mercato di Fondi. A dimostrarlo l’indagine del 2020 denominata Aleppo II (leggi approfondimento a link di seguito).

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Rispettato dalla ‘ndrangheta dei Tripodo, dai clan di camorra del campano e dalle cosche sinti di Latina, il nome di D’Alterio non serviva solo a far abbassare la testa a qualche imprenditore o trasportatore del Mof ma arrivava anche a Latina, presso il tradizionale mercato del martedì.

Il padrino di Fondi era ed è questo e lo Stato può toccarlo fino ad un certo punto. Anche oggi, con il nuovo provvedimento agli arresti domiciliari, ‘O Marocchino le patrie galere non le vedrà. Pur gravato da numerose condanne e, prima di stamani, già detenuto ai domiciliari, D’Alterio rimane incompatibile con il carcere per comprovate ragioni di salute.

Recentemente, D’Alterio è stato assolto nel processo derivante nell’inchiesta Aleppo II, mentre ha rimediato una condanna a più di 11 anni nel processo derivante dall’inchieste madre, ossia Aleppo I. Lo scenario è sempre lo stesso: il controllo di D’Alterio presso il Mof di Fondi, dal pizzo sui trasporti alle minacce per chi provava a sviare (ribellarsi era troppo). In Aleppo I, D’Alterio era accusato di estorsione, autoriciclaggio, concorrenza illecita e intestazione fittizia di beni, reati contestati con l’aggravante del metodo mafioso.

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