CORI, LA MINORANZA TORNA A CHIEDERE LE DIMISSIONI DI TEBALDI: “RAGIONI EVIDENTI”

Evaristo Silvi
Evaristo Silvi

La minoranza a Cori torna a chiedere le dimissioni della Presidente del Consiglio Comunale: “La maggioranza fa quadrato e la difende”

“Sembra l’arringa dell’avvocato difensore quella che il sindaco e, a suo dire, tutti i consiglieri di maggioranza (ma a tratti sembra scritta dalla stessa interessata), hanno inviato alla stampa per la difesa ad oltranza della Presidente del Consiglio Comunale Annnamaria Tebaldi, della quale, come minoranza, abbiamo chiesto le dimissioni”.

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Esordisce così Evaristo Silvi, Capogruppo de L’Altra Città, che proprio una settimana fa, ha inviato una lunga nota argomentata con la quale chiede innanzitutto alla Presidente del Consiglio di dimettersi spontaneamente, ed in subordine che il Consiglio Comunale le revochi la nomina.

“Le ragioni sono sotto gli occhi di tutti: mancanza di imparzialità nello svolgimento del suo ruolo. Solo per dare qualche numero. In questi quasi due anni, abbiamo inviato richieste di chiarimenti, interrogazioni, accesso agli atti, richiesta di convocazione di consigli straordinari su circa 50 argomenti di rilevanza ed interesse pubblici. Dopo numerosi solleciti, abbiamo ottenuto risposte nei termini di legge su meno di 10 argomenti, e in alcuni casi le risposte non ci hanno soddisfatto. E non perché siamo “superficiali” e “confusionari” come ci ha definito il Sindaco/Presidente. Ma perché le risposte dell’Amministrazione in molti casi sono state dilatorie, incomplete, ed a volte un vero e proprio affronto all’intelligenza media.

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La Presidente avrebbe dovuto vigilare seriamente, che gli Assessori e gli Uffici competenti rispondessero nei tempi di legge. Mai successo. Altrettanto per le nostre richieste di convocazione di Consigli straordinari. Allora abbiamo fatto ricorso al Prefetto affinché verificasse se ricorrevano i termini per l’applicazione dell’art. 328 del codice penale, vale a dire “rifiuto e l’omissione di atti d’ufficio”.

“Solo così sono cominciate ad arrivare le prime risposte. Siamo assolutamente d’accordo che, come afferma il sindaco nell’arringa difensiva, “non spetta al consiglio comunale emettere sentenze” sulla vicenda dell’abuso edilizio della villa di famiglia”. Ma spetta alla Giunta Comunale decidere se opporsi o meno al ricorso al TAR avviato nel 2019 dalla famiglia della Presidente del Consiglio. E la Giunta, in questo caso, ha deciso di non costituirsi, mentre per altri casi si è costituita. E questo è un dato di fatto. È legittimo o no, pensare che ci siano figli e figliastri? È legittimo che quei concittadini che pure hanno fatto ricorso al TAR per ragioni analoghe e si trovano l’Ente Comunale costituito in giudizio, pensino che il trattamento di favore riservato alla famiglia della Presidente del Consiglio sia collegato alla sua “influenza” per effetto della sua carica?!

“In merito, poi, alla convocazione della conferenza dei Capogruppo prima del Consiglio comunale indetto per la discussione del Documento Unico di Programmazione, sarebbe bene che il sindaco e la Presidente del Consiglio si studiassero il regolamento comunale. La convocazione non è “obbligatoria” come da loro affermato; bensì, come recita l’articolo 8 “il Sindaco (ironia della sorte, il Regolamento non prevede la figura del Presidente) presiede e convoca la Conferenza dei Capi Gruppo per l’eventuale programmazione dei lavori… o per l’esame preliminare dell’ordine del giorno”. Pertanto il Sindaco “può” convocarla, tant’è che in tutti questi anni dell’Amministrazione De Lillis, ormai quasi sette, non ne ha mai convocata nemmeno una!”.

“Allora ci chiediamo, perché questa “premura” proprio oggi e per un Consiglio Comunale con un ordine del giorno obbligato: vale a dire approvazione del documento di programmazione e del bilancio di previsione? Forse perché il documento programmatico è privo di contenuti strategici e l’approvazione del bilancio di previsione arriverà, forse, ad un mese dalla scadenza dei termini imposti dalla legge? Quindi, aver declinato l’invito alla Conferenza dei Capi gruppo non dipende dal mancato “gradimento verso le singole persone”, come ha voluto interpretare il Sindaco/Presidente.

Fin quando quella persona ricoprirà quel ruolo istituzionale, siamo i primi a riconoscerlo e rispettarlo.
Aver declinato l’invito alla conferenza dei capogruppo è dipeso, invece, proprio dal fatto che i due prossimi consigli comunali hanno un ordine del giorno obbligato. E se invece si fosse voluto entrare nel merito del DUP non c’erano le condizioni per farlo con cognizione di causa, perché gli Atti sono stati pubblicati il giorno prima. Infatti il 21 marzo sono stati approvati nella stessa seduta di Giunta Comunale: il DUP, le tariffe, il piano triennale dei lavori pubblici e dei servizi, il programma triennale del fabbisogno del personale e per finire il bilancio triennale di previsione. Insomma, una montagna di documenti”.

“Si può indire la conferenza dei capi gruppo per il giorno dopo? Per far cosa? Già aver fissato la Commissione Bilancio a solo due giorni lavorativi dalla pubblicazione degli Atti e il Consiglio a solo 5 giorni, ci sembra una mancanza di rispetto a tutto il Consiglio Comunale che non ha il tempo necessario per esaminare la documentazione.
Il ritardo nella predisposizione del bilancio di previsione, che ricordiamo, deve essere approvato in Consiglio entro il 31 dicembre dell’anno precedente è una responsabilità dell’Amministrazione. Poi, se l’Amministrazione De Lillis e l’assessore al bilancio Imperia, non solo non rispettano la scadenza di dicembre, ma neanche la scadenza della proroga del 15 marzo, non è certo responsabilità della minoranza. E allora non si può chiedere alla minoranza di accettare la loro “corsa” fuori tempo massimo alla presentazione del bilancio di previsione in Consiglio Comunale, senza aver avuto il tempo giusto per leggersi gli atti. Quindi rispediamo al mittente l’accusa di “irresponsabili”. Qui gli irresponsabili sono il Sindaco, l’Assessore al bilancio e tutti gli Assessori”.

“Ma il Sindaco può star certo che continueremo a svolgere il nostro ruolo, a sorvegliare l’attività dell’Amministrazione ed a pretendere le risposte che la cittadinanza, compresi i suoi elettori, ci chiedono.
Perché la nostra attività politica non è mai stata basata su spot pubblicitari, ma proprio sull’attenta analisi delle attività e degli Atti pubblici che questa amministrazione ha messo in campo, anche denunciando ed esponendo i fatti agli organi sovra comunali che sono all’opera. Il Sindaco, nella sua arringa difensiva, torno a sottolineare uscita solo sulla stampa, parla a nome di tutti i Consiglieri di maggioranza.
Innanzitutto, proprio per il rispetto – tanto sbandierato – delle istituzioni, avrebbe dovuto rispondere alla minoranza con una nota a firma di tutti i Consiglieri. A noi non è arrivato nessun documento ufficiale”.

“Questo comportamento non ci sembra rispettoso del ruolo dei Consiglieri, anche di maggioranza, e dell’assise dove siedono. Ci risulta, che molti Consiglieri di maggioranza, almeno dietro le quinte, non condividano la posizione del Sindaco. Siamo certi che i Consiglieri di maggioranza sappiano che ha parlato anche a loro nome? Vedremo, nella sede istituzionale, se la posizione di tutti i Consiglieri di maggioranza verrà confermata, e a quel punto gli elettori della coalizione di De Lillis faranno le loro valutazioni su ciascun Assessore e Consigliere”.

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