CONTESA DI BAZZANO, IL COMMISSARIO DICHIARA LA PROPRIETÀ COLLETTIVA DI DUE LIDI A SPERLONGA

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Il Lido Costadoro a Sperlonga
Il Lido Costadoro a Sperlonga

Spiaggia di Bazzano, per i terreni più contesi di Sperlonga arriva una sentenza che costituisce uno spartiacque nell’eterna contesa

Per comprendere questa storia, bisogna andare per tappe. A maggio 2022, dopo una lunga coda di esposti e polemiche, il Comune di Sperlonga ordinò al proprietario della strada a Marina di Bazzano, tramite provvedimento ad hoc, di consentire il libero accesso alla spiaggia, rimuovendo cancelli e sbarre elettroniche.

Il provvedimento scaturiva anche da esposti presentati da tre imprenditori, assistiti dall’Avvocato Guglielmo Raso, che più volte avevano ribadito e documentato come la strada, sulla quale la collettività ha da sempre esercitato il passaggio sia pedonale che carrabile, rappresenti l’unico accesso sicuro all’arenile pubblico e agli stabilimenti balneari, per anni gravemente limitati nell’esercizio della loro attività proprio a causa della mancanza di idonea accessibilità.

Contro l’ordinanza del Comune di Sperlonga, hanno ricorso alla giustizia amministrativa i signori Del Vecchio, di cui uno risulta proprietario del Lido Costadoro, ossia colui il quale era stato destinatario degli esposti dei titolari degli altri lidi.

Con provvedimento depositato lo scorso 9 dicembre, la sezione prima del Tar Lazio, sezione di Latina – Presidente Riccardo Savona, estensore dell’ordinanza Roberto Maia Bucchi – ha respinto la domanda cautelare di sospensione del succitato atto con cui il Comune di Sperlonga ordinava, a maggio, ad Alberto Del Vecchio, proprietario del “Lido Costadoro”, e Alessandra Del Vecchio, assistiti dall’avvocato Alfredo Zaza D’Aulisio, di consentire il libero accesso sulla strada che conduce al litorale di Bazzano, rimuovendo le sbarre e cancelli da loro installati.

Sono stati quindi accolti gli argomenti difensivi del Comitato Marina Di Bazzano e della titolare del lido “Blu Lagoon Bay”, Monia Maggiacomo, difesi dall’Avvocato Guglielmo Raso, e del Comune di Sperlonga, difeso dall’Avvocato Ferdinando Gelo. Il ricorso, infatti, era stato presentato contro l’ente comunale, il Comitato e i titolari del lido “Blu Lagoon Bay”. Accolte anche le tesi delle associazioni intervenute ad opponendum: il Codacons, difeso dagli avvocati Carlo Rienzi, Gino Giuliano e Valentina Colarusso, e i Consumatori Solidali Lazio a.p.s., assistiti dall’Avvocato Alessandra Siragusa.

In attesa della decisione nel merito al Tar di Latina, fissata il 24 maggio 2023, l’ordinanza comunale continua quindi ad essere efficace. I ricorrenti Del Vecchio rimangono obbligati alla rimozione di sbarre e cancelli e, in ogni caso, a consentire il libero e pubblico transito sulla strada che conduce all’arenile. Inoltre, pende anche un processo che vede sul banco degli imputati i due fratelli riconducibili al Lido Costadoro poiché, secondo l’accusa, in concorso tra loro, in qualità di comproprietari dell’area, sulla quale insiste la strada di accesso che collega la statale “Flacca” con la spiaggia di “Bazzano”, avrebbero realizzato due cancelli e una sbarra elettronica, occupando abusivamente l’area.

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Ma c’è di più, perché lo scorso 20 marzo il Commissariato per la liquidazione degli usi civici per le Regioni Lazio, Umbria e Toscana ha emesso, tramite il Commissario aggiunto Antonio Perinelli, una sentenza che può dirsi più che rilevante sui terreni contesi di Bazzano e che sicuramente sarà fatta valere dal Comitato in sede di merito amministrativo a fine mese.

L’oggetto del contendere, anche di fronte al Commissariato usi civici, sono le 19 particelle” di Bazzano “tutte intestate a soggetti privati” che “insistono sia sulla parte pianeggiante della contrada, a ridosso della spiaggia, sia sulla parte “montana”. Sono tra loro confinanti e formano un esteso compendio, attraversato dalla strada regionale Fiacca ”.

Tra queste 19 particelle, tutte comprese in località Bazzano, l’attenzione non può che cadere sulla 26 e 27, ossia quelle su cui sorgono le abitazioni private del proprietario del Lido e il Lido Costadoro stesso. Non solo, perché per quanto riguarda le particelle 99 e 58, queste rimandano a un altro Lido, “Il Chimera”. Stiamo parlando di uno dei litorali più ambiti e conosciuti nella provincia pontina e che, d’estate, attira turisti da tutta Italia.

Per capire cosa è successo, va detto che a ricorrere al Commissariato usi civici sono stati due cittadini di Sperlonga: il presidente del Comitato Marina di Bazzano, Giuseppe Di Trento, e un altro membro del medesimo comitato, Luigi Biagio Ilario, assistiti dall’avvocato Cosimo Bisbiglia. A dare manforte alle ragione dei due cittadini sperlongani anche la Regione Lazio, difesa dall’avvocato Rita Santo, che deduce “la natura collettiva dei terreni in questione chiedendo che fosse dichiarata la nullità degli atti di compravendita”.

I due sperlongani chiedevano che fossero dichiarate appartenenti al demanio collettivo della popolazione le 19 particelle, considerando queste abusivamente occupate. Il Commissario usici civici ha ritenuto ammissibile il ricorso dei due cittadini sperlongani, fugando ogni dubbio sulla legittimità e sulla pertinenza del ricorso

A resistere in giudizio contro il comitato cittadino, invece, il proprietario del Lido “Costadoro” difeso dagli avvocati Francesco Vannicelli e Alessandro Malossini, il proprietario del Lido “Il Chimera” difeso dall’avvocato Marco Popolla, insieme al Comune di Sperlonga, assistito dall’avvocato Ugo Petronio.

Comune che da un lato emette l’ordinanza per rimuovere sbarre e cancelli e dall’altro corre in aiuto dei soggetti privati destinatari dell’ordinanza. Un atteggiamento amministrativo ambivalente, per non dire schizofrenico. I Lidi sono adiacenti l’uno all’altro: “Il Chimera” inizia dal limite di un canale di scolo delle acque piovane e arriva fino alle antiche mura romane su cui insistono gli scalini di legno, ossia l’unico accesso pubblico e, parrebbe, mai autorizzato dalla Regione.

In soldoni, una contesa tra chi reclamava la proprietà collettiva dei terreni di Bazzano – in ragione, tra le altre cose, anche di una denuncia fatta dall’allora Commissario del Comune di Sperlonga addirittura nel 1928! – e i privati che invece dicono il contrario, ritenendo per l’appunto privata la natura dei terreni. Una storia centenaria già oggetto di contesa da cui è scaturita, per via di una sentenza della Corte d’Appello di Napoli nel 1917, “la natura demaniale civica della quota dei 3/5 spettante al Comune escludendo così la presenza di terreni allodiali (nda: privati) al suo interno“.

“A fronte di tale giudicato – si legge nella sentenza del 20 marzo 2023 emessa dal Commissario usi civici – era onere dei resistenti provare di essere proprietari degli stessi terreni, in virtù di titoli e di vicende non esaminati, i quali avrebbero potuto impedire che il fondo venisse assoggettato ad uso civico. Tuttavia tale prova nel caso di specie non è stata fornita“.

“Dunque – continua il Commissario usi civici – tutti i terreni rientranti nella quota dei 3/5 assegnata al Comune di Sperlonga costituiscono proprietà collettiva dei naturali del medesimo Comune” e “parimenti appartengono alla proprietà collettiva le opere insistenti su detti terreni“.

“Le opere ed impianti realizzati senza titolo su di un suolo assoggettato a vincolo demaniale civico ne seguono la sorte, essendo privi di una propria titolarità giuridica diversa dal suolo sul quale insistono e di cui acquisiscono la natura. Una diversa soluzione consentirebbe una stabilizzazione, in violazione dell’uso civico spettante alla collettività su fondi di natura demaniale civica, degli effetti di una occupazione abusiva.
In applicazione delle regole civilistiche in materia di accessione – conclude il Commissario – devono pertanto dichiararsi acquisite alla proprietà collettiva dei naturali di Sperlonga i fabbricati insistenti sui terreni“.

Appartengono alla proprietà collettiva, quindi, 12 particelle su 19, tra cui anche quelle su cui ricadono i due Lidi “Costadoro” e “Il Chimera”. Ecco perché, in conclusione, il Commissario “ordina la reintegrazione degli immobili in favore del Comune di Sperlonga a cura della Regione Lazio“.

Una pronuncia che effettivamente può costituire un punto di svolta storico a una disputa che dura da anni e che, soprattutto, negli ultimi, ha generato denunce, diffide, cause e persino, come visto, processi penali.

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