CLAN TRAVALI: NO ALLA TESTIMONIANZA DI GIORGIA MELONI. E SPUNTANO I VERBALI DI RICCARDO

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Processo “Reset”: il procedimento che vede alla sbarra 30 imputati, la maggior parte dei quali accusati di associazione mafiosa

Era stato rinviato a oggi, 11 novembre, il processo perché, la volta precedente, uno degli imputati, Antonio Giovannelli, difeso dall’avvocato Cardillo Cupo e ristretto agli arresti domiciliari, non aveva ricevuto la notifica che lo autorizzava a recarsi in Tribunale per assistere al suo processo, compresa la disattivazione del suo braccialetto elettronico. Oggi, però, per un’udienza fissata alle nove del mattino, un altro intoppo: uno degli imputati, Dario Gabrielli detto Rame, non era stato tradotto nella stanza da cui video-collegarsi nel carcere di Rebibbia dove si trova ristretto.

Solo per un banale equivoco, il processo di fronte al Collegio presieduto dal Giudice Elena Morselli – a latere i giudici Simona Sergio e Francesca Coculo – è iniziata dopo un’estenuate attesa di circa 3 ore. Fatto sta che alla fine l’udienza si è chiusa alle 13,30, e senza un minuto di dibattimento che, almeno, è stato dichiarato aperto dopo che il Collegio ha rigettato tutte le eccezioni preliminari del collegio difensivo. Rigettata anche quella più attesa dagli imputati, Riccardo Pasini e il poliziotto Carlo Ninnolino, difesi dagli avvocati Marino e Siciliano, che chiedevano il ne bis in idem, secondo il quale un giudice non può esprimersi due volte sulla stessa azione se questa è già stata giudicata.

Un momento dell’operazione della Squadra Mobile di Latina che a febbraio 2021 portò all’esecuzione dell’ordinanza di arresti nei confronti del Clan Travali. Contestati ai Travali e ad altri ritenuti affiliati l’associazione mafiosa

Entrambi vengono accusati della stessa dinamica dei fatti (secondo l’accusa però si tratta di circostanze diverse rispetto a quelle per cui furono processati) che li portò a processo nel procedimento denominato “Don’t Touch” (processo che ha già emesso condanne passate in giudicato per i principali imputati del processo odierno denominato “Reset”: su tutti i fratelli Travali e “Cha Cha”), ossia quelle di informatori rispetto alle indagini sul Clan. In quel caso, entrambi furono assolti ma, ad ogni modo, il Collegio ha respinto trovando diverse le circostanze contestate dalla DDA in questo processo.

Dichiarato aperto il dibattimento, è stata la volta delle richieste di rito da parte del Pm Luigia Spinelli e delle difese: chieste le acquisizioni di atti e depositata la lista dei testimoni, oltreché a esame e contro-esame degli imputati. A destare però curiosità è quanto detto in Aula dall’avvocato Giancarlo Vitelli, che difende uno dei 31 imputati, Salvatore Travali. Il legale ha chiesto di acquisire gli atti di alcuni verbali in cui Agostino Riccardo, uno dei quattro collaboratori di giustizia (gli altri sono Renato Pugliese, Maurizio Zuppardo e Andrea Pradissitto) – le cui dichiarazioni costituiscono rilevante parte delle indagini “Reset” – affermerebbe circostanze scomode.

In quei verbali senza omissis, secondo quanto dichiarato dall’avvocato che li ha letti in quanto all’epoca era legale difensore dell’agente di Polizia della Questura di Latina Renzo Battisti, vi sarebbero dichiarazioni di Riccardo in cui il collaboratore di giustizia sosterrebbe di aver avuto indicazioni su chi accusare da parte degli organi investigativi e di aver avuto addirittura la possibilità di relazionarsi con l’altro pentito, Renato Pugliese, nel momento della sua decisione di collaborare con lo Stato.

Non può essere trascurabile menzionare la circostanza che l’agente di Polizia, che l’avvocato Vitelli difendeva, finì al centro di una situazione imbarazzante, in quanto Riccardo fu denunciato per aver aggredito la ex compagna, accusata di aver intrattenuto una relazione sentimentale proprio con il poliziotto. Finì, come noto, con la sospensione e il trasferimento dell’agente di polizia. Una vicenda controversa che adesso rispunta nel processo “Reset”. Peraltro, secondo il legale di Salvatore Travali, gli atti di questi verbali con le dichiarazioni di Riccardo sono acquisibili nel processo odierno poiché sarebbero stati trascritti nell’ambito delle indagini che hanno portato a questo procedimento: il pentito avrebbe pronunciato queste affermazioni durante le informazioni date alla Direzione Distrettuale Antimafia rispetto a una delle estorsioni contestate al Clan Travali, nello specifico quella che coinvolse un creditore della società Agripower Plus.

Prima che l’udienza si chiudesse, il collegio del Tribunale non ha ammesso le testimonianze eccellenti richieste dalla difesa, con parere negati del Pm Spinelli, dell’ex Sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi e dell’attuale Premier Giorgia Meloni, menzionata da Riccardo nella nota e misteriosa storia dei soldi da dare agli affiliati del Clan Travali per la campagna elettorale. Infine, le dichiarazioni spontanee di Salvatore Travali che ha sostenuto di essere un paziente psichiatrico e di aver provato più volte a suicidarsi.

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Un processo che è stato aggiornato al prossimo anno, a gennaio, ma che sta trovando qualche farraginosità di troppo. Come noto, i reati contestati, a vario titolo, sono gravi e diversi: associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, numerose  estorsioni aggravate anch’esse dal metodo mafioso, oltreché a ipotesi di corruzione.

Sul banco degli imputati, diversi protagonisti della malavita pontina: Angelo Travali (in carcere), Salvatore Travali (in carcere), Angelo Morelli, Vera Travali, Alessandro Zof (in carcere), Ermes Pellerani (ai domiciliari), Davide Alicastro (ai domiciliari), Fabio Benedetti, Costantino “Cha Cha” Di Silvio (in carcere), Antonio Neroni, Antonio Giovannelli (ai domiciliari), Dario Gabrielli (in carcere per altra causa), Mirko Albertini, Silvio Mascetti (in carcere), Matteo Gervasi, Francesca De Santis, Antonio Peluso (in carcere), Manuel Ranieri (in carcere), Shara Travali, Valentina Travali (in carcere, recentemente destinataria di un altro provvedimento afferente all’inchiesta dei Carabinieri denominata “Status Quo”), Giorgia Cervoni, Riccardo Pasini, Luigi Ciarelli (in carcere), Corrado Giuliani, Franco “Ciccio” Della Magna, Denis Cristofori, Carlo Ninnolino, Valeriu Cornici (in carcere), Alessandro Anzovino (in carcere), Christian Battello (in carcere) e Tonino Bidone.

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