CANTANTE NEO-MELODICO A SPERLONGA, IL CASO ARRIVA AL MINISTRO DEGLI INTERNI. LA LETTERA DI TRANO

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La festa dei patroni di Sperlonga con la presenza del neo-melodico che anni fa chiese la scarcerazione del camorrista. Il caso arriva dal Ministro degli Interni, è il deputato di “Alternativa Trano” ad aver scritto a Luciana Lamorgese

Ha già fatto rumore la notizia della presenza annunciata, per venerdì 2 settembre, alla Festa Patronale di Sperlonga, del cantante 36enne Rosario Miraggio il cantante neo-melodico che anni fa dedicò una canzone al boss di camorra Nicola Carfora, condannato anni prima all’ergastolo per l’omicidio dell’imprenditore Michele Cavaliere restio a pagare il pizzo. Un episodio che si compì, per l’appunto, durante un’altra festa patronale, quella di Gragnano nel 2012.

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Dalle parti degli organi istituzionali locali nulla è trapelato al momento, nemmeno una promessa di verificare e prendere in carico la questione che, comunque, ha destato più di qualche preoccupazione in cittadini e commercianti.

Ad ogni modo, il deputato di “Alternativa”, originario del sud pontino, Raffaele Trano ha voluto scrivere al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, dopo che anche il Presidente della Commissione Antimafia del Parlamento, Nicola Morra, aveva dato spazio sulla sua pagine Facebook alla notizia, stigmatizzandola.

“La provincia di Latina – scrive Trano al Ministro dell’Interno – è un territorio martoriato dalle mafie e dalle costanti infiltrazioni criminali che fanno affari d’oro nelle attività dedite al riciclaggio di denaro sporco, droga, appalti pubblici, edilizia privata e all’esercizio di attività commerciali gestite da prestanomi dei clan. Dal 2018 ho iniziato una vera e propria crociata nel richiedere di potenziare i presidi antimafia sul territorio laziale, richiedendo più volte una sezione operativa della DIA (sulla scorta di quanto fatto a Foggia) o una sezione della squadra mobile di Latina (su indicazione del Questore De Matteis) in particolare nel comune di Formia, che rappresenta la cerniera tra il Lazio e la Campania. Troverà copiosa documentazione nei miei atti di sindacato ispettivo indirizzati al Vs. Ministero a cui non ha mai voluto rispondere”.

“La sponda laziale del fiume Garigliano rappresenta un confine molto molto delicato, che dovrebbe essere monitorato costantemente, a cui invece non è stata riconosciuta la stessa pericolosità che emerge incontrovertibilmente dalle relazioni semestrali della D.I.A. Inoltre, c’è il combinato disposto di omertà, intrisa di rassegnazione, da parte dei cittadini e di un giornalismo sempre più messo a tacere da quel clima costante di querela a carattere preventivo”.

Trano che ha concluso la lettera esprimendo il rammarico per non aver trovato udienza dal Ministro da cui voleva recarsi per parlare dell’agguato a Gustavo Bardellino, chiede quindi un intervento. Solo tre anni fa, ad esempio, il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Latina intervennero su un caso affine, disponendo il niet alla presentazione del film prodotto dall’impresa di Angelo Bardellino previsto a Spigno Saturnia.

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