ALLARME CINGHIALI A ITRI, MAGGIARA SCRIVE A REGIONE ED ENTE PARCO: “RISCHI SANITARI E PER LE COLTURE”

Allarme cinghiali a Itri: la consigliera comunale uscente Vittoria Maggiara ha scritto alle Istituzioni per richiederne il contenimento. Ci sarebbe un’eccessiva presenza degli ungulati nella cittadina aurunca

L’ex consigliera comunale ha inviato una richiesta ufficiale per il problema cinghiali che, a quanto pare, non sarebbe un tema “caro” solo ai romani, considerata l’alta densità degli animali che hanno invaso la Capitale.

Maggiarra, la quale specifica che la gestione della fauna selvatica è di esclusiva competenza regionale, ha inviato la sua richiesta, oltreché all’attuale Commissario del Comune di Itri Francesco Del Pozzone, a Presidente della Regione Zingaretti, Presidente della Provincia di Latina Medici, Prefetto di Latina, Assessorato all’Ambiente regionale e, naturalmente, anche a Marco Delle Cese e Giorgio De Marchis, rispettivamente Presidente e Direttore del Parco Naturale dei Monti Aurunci.

Vittoria Maggiarra
Vittoria Maggiarra

Denuncia, Maggiarra, “la diffusa presenza di questi animali nelle aree urbane e periurbane del paese (località Cescole, Pagnano, La Valle, San Martino, ecc.)”. Una presenza che “è causa di devastazione e distruzione di orti, giardini, cortili e di recinzioni poste a protezione degli spazi privati”.

“Inoltre – continua la missiva – la presenza di esemplari di cinghiale comporta un pericolo per la pubblica incolumità, sia per i rischi connessi ad eventuali collisioni stradali, sia per non prevedibili reazioni da parte del cinghiale in situazioni di prossimità con l’uomo e con i suoi animali di
affezione, come pure può costituire un pericolo per la possibile diffusione di malattie infettive/infestive, anche a carattere zoonotico”.

L’ex consigliera chiede di intervenire con la massima celerità “al fine di
dare attuazione al vigente Protocollo di Intesa approvato nell’anno 2019
dalla Regione Lazio e sottoscritto con Federparchi Lazio, Coldiretti
Lazio e Legambiente Lazio, finalizzato al contenimento degli ungulati
sul territorio regionale
, al contempo assicurando la conservazione della
specie, prevenendo e limitando rischi e danni alla biodiversità, alla
popolazione e alle imprese agricole”.

“Tra gli impegni principali da assumere – conclude la richiesta d’intervento – c’è sicuramente quello di porre in atto tutte le misure possibili per evitare le presenza di rifiuti organici e non sul territorio locale e per garantire la pulizia delle aree verdi, ove l’eccessiva crescita della vegetazione crea un nascondiglio perfetto per i suidi, oltre a favorire l’insorgenza di fenomeni di abituazione della specie alla presenza antropica. Il cinghiale rappresenta uno dei principali fattori di conflitto tra specie animali e attività dell’uomo. È necessario, perciò, onde scongiurare ulteriori danni alle colture, alle abitazioni e alle loro pertinenze, affrontare con immediatezza le criticità legate all’incremento numerico e distributivo della specie”.

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