13 MILIONI DI EURO RECLAMATI DALL’ICOT ALL’ASL: “L’AZIENDA PUBBLICA CI DANNEGGIA”

icotlatina

13 milioni di euro di debiti della Asl di Latina verso l’Icot stanno mettendo in ginocchio le casse dei dipendenti a cui non è stato corrisposto lo stipendio.

La Asl di Latina, infatti, secondo i calcoli della società concessionaria del pubblico servizio sanitario, Giomi spa che, come noto, gestisce l’ospedale Icot di Latina.

Dura la diffida da parte dei legali della Giomi, rappresentata dallo studio Izzo. “Codesta Azienda sanitaria – si legge nella diffida – ha bloccato tali fatture, omettendo senza ragione la relativa e dovuta certificazione e liquidazione e danneggiando enormemente la struttura, i suoi dipendenti ed il servizio sanitario pubblico ad essa affidato”.

“A seguito delle richieste di pagamento della Società, ed in particolare delle note del 27/12/2023 e dell’8/01/2024, codesta Asl ha rappresentato con nota n. 2341 del 9/01/2024 che non è possibile acconsentire “al momento” alla richiesta “poiché il quadro amministrativo contabile” della società (rectius: di codesta Azienda) presenterebbe diversi aspetti da approfondire e da chiarire, nell’ambito del rispetto delle indicazioni regionali”.

“Le risultanze da chiarire non riguardano recuperi finanziari da operare nei confronti della Società, ma mere sistemazioni contabili che non possono condizionare e sospendere a tempo indefinito, in modo indistinto e ad arbitrio dell’Amministrazione, il pagamento di corrispettivi per 13.113.317 euro relativi a prestazioni già eseguite, i cui costi sono già stati sostenuti”.

“In ogni caso, il blocco indistinto della certificazione e della liquidazione di tutti i documenti emessi dalla casa di cura non è stato e non può essere giustificato, anche perché non vi è alcuna disposizione normativa o contrattuale che consenta a codesta Asl di sospendere indistintamente, senza termine, il pagamento dei corrispettivi per le prestazioni regolarmente erogate all’utenza pubblica (i cui costi sono tuttora a carico della struttura) fino al “chiarimento” del quadro contabile dell’Asl”.

“Il ritardo e le omissioni imputabili all’Amministrazione in indirizzo stanno danneggiando enormemente la scrivente società, sia dal punto di vista gestionale che finanziario, specie se si considera l’impossibilità di pagare gli stipendi dei dipendenti, così come le fatture dei fornitori, e di far fronte a tutti gli impegni assunti dalla società nei confronti dei propri finanziatori e di proseguire l’attività sanitaria. L’entità dei crediti insoluti non solo pregiudica l’attività della struttura e i suoi lavoratori e fornitori, ma rischia di tradursi in una specifica ipotesi di danno erariale in considerazione dei maggiori oneri di cui l’amministrazione intimata sarà chiamata a rispondere”.

Anche il sindacato Confail è intervenuto sulla questione. “La Confail di Latina segue con apprensione la dolorosa questione che riguarda le spettanze dei lavoratori e lavoratrici della GIOMI attualmente in attesa di essere saldate con colpevole ritardo. Al di la delle responsabilità dirette delle aziende coinvolte , che sono importanti e decisive, va sottolineato che ha pagare sono esclusivamente i più deboli. Ovvero chi presta la loro opera come salariati e tutti coloro che afferiscono al servizio sanitario perché bisognosi e bisognose di cure , di esami diagnostici, di riabilitazioni, di diagnosi e di assistenza medica in generale.

È inaccettabile che per questioni tra potentati di vario genere, tra istituzioni di alto livello e aziende private di spessore nazionale, sia utilizzata la precarietà  umana come terreno di scontro.
La precarietà di chi ha necessità dello stipendio ogni mese per ottemperare ai suoi obblighi familiari e di cittadinanza e la precarietà di chi si rivolge al servizio sanitario .

La necessita di una Sanità all’altezza degli aumentati bisogni della popolazione nazionale è questione di primaria importanza ed è argomento che interessa direttamente ogni persona,ognuno di noi senza esclusione, deve essere affrontata anche nella considerazione di questa prospettiva.

Pertanto, insieme alla solidarietà verso i lavoratori e verso tutte le persone che necessitano di vedere accolta la loro domanda di buona sanità, denunciamo che non è tollerabile questo scontro sulle spalle delle persone in difficoltà ed in condizione di minorata difesa.
Siamo pronti ad offrire il nostro contributo attivo, la difesa dei diritti degli ultimi è al primo posto nelle nostre priorità”.

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