VACCINI COVID: I MEDICI DI BASE PONTINI IN RIVOLTA SCRIVONO ALL’ASL DI LATINA

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Medici di base pontini denunciano la gestione disastrosa della vaccinazione nel territorio. La lettera del Sindacato all’Asl di Latina

Scritto e a cura di Orazio Ruggieri

Significativo il “grido di dolore” lanciato al direttore dell’Asl Latina dal dott. Giovanni Cirilli, segretario regionale, nonché segretario provinciale pontino della FIMMG, il sindacato dei medici di famiglia più rappresentativo della categoria, impegnato in prima linea da subito anche con l’esecuzione dei tamponi.

Eccone il testo integrale: “Egregio Direttore, Le scriviamo per rappresentare il disagio, la frustrazione dei medici di medicina generale per la conduzione della campagna vaccinale e, più in generale per la gestione dell’emergenza Covid presso la Asl di Latina. A due mesi dall’inizio dalla campagna vaccinale solo 80 medici di famiglia  hanno ricevuto una flacone di Astrazeneca e potuto vaccinare circa 900 cittadini, poi più nulla, ma, intanto , si continuano a gonfiare le liste di prenotazione presso gli hub aziendali. Nel frattempo i nostri pazienti continuano a ricevere messaggi del tipo: vuoi il vaccino a domicilio, te lo deve fare il tuo medico, hai difficoltà a compilare il consenso, fattelo riempire dal tuo medico, non riesci a prenotare, spetta al tuo medico, oppure noi veniamo intervistati per telefono o tramite circolari per sapere se quel paziente che ha richiesto il vaccino domiciliare è davvero bisognoso di intervento oppure no, e nel caso ci dareste una mano a vaccinare questi pazienti, non tutti quelli previsti dagli accordi regionali (fino al 2,5% della popolazione totale di assistiti, scelti secondo il giudizio clinico del curante), no, solo quelli presenti nelle liste  e di cui la asl deve rispondere alla regione”.

“Francamente siamo di fronte a una gestione disastrosa e a volte pure arrogante, i medici di medicina generale ridotti ai margini del sistema, eppure, assistiamo ad un progressivo sfilacciamento della catena di comando, non si capisce più chi sono i nostri interlocutori, il DAP?, i Distretti?, il Sisp?, questi soggetti si parlano tra loro?, esiste una cabina di regia unica che faccia una sintesi di tutto quello che succede?

Spesso l’unica risposta che riceviamo è: “non è di nostra competenza”.
I Medici di Medicina Generale aspettano ancora compensi per una quota della campagna vaccinale antinfluenzale del 2019, per le vaccinazioni antipneumococciche 2018-2019, delle vaccinazioni  del 2020, nessun pagamento per i tamponi effettuati, nonostante l’accordo regionale prevedesse tempi e scadenze precise, e da un anno, per affrontare i problemi legati alla pandemia hanno raddoppiato il carico di lavoro e le ore di studio. In questo contesto  suscita molta perplessità la tempistica della delibera aziendale n.374 del 16-03-2021 nella quale si attribuiscono circa 60.000 euro per il coordinamento della campagna vaccinale. È indubbio che gli incarichi vanno remunerati, ma di fronte a questi  risultati ci saremmo aspettati una maggiore ponderazione. Poi il circo delle prenotazioni: se mi prenoto al Campus  farò Moderna o allo Icot Pfizer evitando Astra zeneca. Ovvero la scelta ponderata del cittadino orientata da facebook.

Infine la scesa in campo dei farmacisti, per i quali il vaccino non è “pericoloso”,  non sono necessari anestesisti, rianimatori e bombole di ossigeno, ovvero quanto servirebbe al medico di famiglia per vaccinare in sicurezza. E i vaccini per la medicina generale? Non ci sono

Quella frangia della medicina generale minoritaria che preferirebbe utilizzare le strutture aziendali e che si avvicina a una logica ospedaliera sarà contenta di aver contribuito alla marginalizzazione del territorio. Così non si può andare avanti : si dica chiaramente che si preferisce rifornire di vaccini le strutture aziendali, si dica chiaramente che i distretti e le Asl hanno la precedenza con le loro macchine burocratiche , e con i compensi sostanziosi e puntuali, si dica chiaramente che non si vuole investire sulla medicina generale che ha dimostrato, con i numeri veri, di poter vaccinare 1 milione e quattrocentomila cittadini in meno di due mesi per la profilassi antinfluenzale. Si chieda ai cittadini se preferiscono recarsi presso le strutture o recarsi a poche decine di metri da casa. La medicina generale non deve dimostrare nulla, lo ha già fatto in questi mesi pagando anche un contributo importante in termini di vittime. Si prenda una decisione ma lo si faccia in fretta : se vogliamo uscire dall’emergenza non possiamo aspettare, se è vero, come è vero , che l’unica via d’uscita per riprendere una vita normale è rappresentata dalla vaccinazione di massa. Noi – conclude la nota – abbiamo dato ampia disponibilità e restiamo in attesa ma questa attesa non può essere eterna”.

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