FORNO CREMATORIO A GAETA: QUEL DISSENSO DELLA PROVINCIA SPARITO DALL’ATTO DEL COMUNE

forno crematorio

Impianto crematorio a Sant’Angelo a Gaeta: per il progetto approvato dal Comune si mette male e ora la Provincia di Latina fa la voce grossa

Il nodo sono gli scarichi delle acque reflue e le emissioni in atmosfera, ma questo si conosce già. La Provincia di Latina, come noto, ha espresso un parere ambientale negativo sulla realizzazione del forno crematorio a Sant’Angelo: un progetto che costerà circa 4 milioni di euro con una gestione trentennale da parte del privato che si aggiudicherà in project financing l’opera (è già pubblico il bando che scadrà a luglio), un canone di 13mila euro all’anno da pagare al Comune di Gaeta e un ricavo presunto, almeno stando a quando dichiarato dal Presidente della Commissione “Controllo e Garanzia” dell’Ente gaetano, da 18 milioni di euro.

In quella Commissione, che si è tenuta a inizio mese per discutere del progetto preliminare del forno crematorio, erano presenti anche l’Assessore della Giunta Mitrano “Pianificazione Territorio” Massimo Magliozzi e la Dirigente “Riqualificazione Urbana”, con un passato al Comune di Formia, Stefania Della Notte, la quale ha firmato, il 18 settembre, la determina con la quale sostanzialmente si dava il via libera all’impianto (conclusione positiva della Conferenza dei Servizi), oltreché al Partito Comunista Sezione Mandolesi e i cittadini residenti nella zona e contrari alla realizzazione del forno crematorio.

Il quadro del forno crematorio è molto variegato tra proteste, petizioni, dichiarazioni, veline e photo opportunity. Come non bastasse un consigliere comunale di Gaeta d’opposizione, Emiliano Scinicariello, dopo aver votato a favore del progetto come tutto il Consiglio Comunale il 25 novembre 2020, ha presentato un’interrogazione proprio per chiedere conto del parere negativo della Provincia di Latina: “Ho fatto pubblicamente un “mea culpa” per aver votato, nel Consiglio del 25 novembre scorso, a favore del Giardino della Cremazione senza aver controllato tutti gli atti richiamati nella proposta di delibera – ha spiegato Scinicariello nel mese di febbraio scorso – La proposta di delibera, che conteneva numerosi richiami ad atti propedeutici, recitava tra l’altro “i lavori della Conferenza (dei servizi) si concludevano positivamente con la Determinazione Dirigenziale n.764 del 18/09/2020, prendendo atto dell’unanimità dei pareri espressi in forma esplicita ed implicita (silenzio assenso). Ebbene, sono stato ingannato – ma la colpa è mia – dalle definizioni di “conclusione positiva” e di “unanimità dei pareri espressi”. Ecco, è da tenere a mente il silenzio assenso perché è su quella formula che la Provincia contesta e diffida, oggi, il Comune di Gaeta. Ma andiamo con ordine perché, sul fronte dei contrari al forno crematorio che tanta preoccupazione sta generando nei cittadini della zona per i possibili risvolti critichi sui lati ambientale, logistico e della mobilità, ci sono anche gli itrani.

Infatti, il forno cimiteriale, se realizzato, confinerebbe con il Comune di Itri. Ecco perché l’Ente ha nominato un avvocato, su sollecitazione dell’opposizione che ha presentato lo scorso 18 marzo, votata dall’intero Consiglio Comunale, una mozione che impegnava il Comune ad avviare a stretto giro tutte le azioni giudiziarie del caso per bloccare l’iniziativa dell’Amministrazione gaetana. Un problema politico per Itri, dal momento che nessuno in maggioranza, e oltre, abbia così tanto desiderio di mettersi contro il Sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano.

Ad ogni modo, il promotore della mozione itrana, il consigliere comunale pentastellato Osvaldo Agresti – insieme ai colleghi dell’Assise Vittoria Maggiarra, Giuseppe Cece, Elena Palazzo e Luca Iudicone -, proprio nel corso del Consiglio Comunale del 18 marzo, ha messo in evidenza il parere negativo espresso dalla Provincia di Latina in ordine alle emissioni in atmosfera e allo scarico delle acque reflue, dandone lettura all’intero Consiglio comunale, per poi censurare le anomalie legate alla condotta assunta dal Comune di Gaeta durante tutta la prima fase del progetto. 

E ad aprire il Consiglio comunale di Itri è stata la voce degli abitanti della zona interessata, rappresentati dal Dott. Dario Punzo, il quale, nel sollevare le tante paure legate alla realizzazione del crematorio, ha invocato la tutela e la salvaguardia del diritto fondamentale primario che il Comune di Gaeta andrebbe a ledere, ossia, la salute pubblica.

Ora, però, a sollevare una questione ancora più spinosa, non ci sono i cittadini di Gaeta o di Itri, o le parti politiche che danno battaglia ormai da qualche mese, ma un altro Ente, per l’appunto la Provincia di Latina.

L’Ente di Via Costa ha infatti avvertito, lo scorso 16 marzo, tramite una diffida, il Comune di Gaeta affinché venga ristabilita la conclusione della conferenza dei servizi conclusasi lo scorso anno in cui ci sarebbe un silenzio assenso di troppo. La diffida indirizzata oltreché al Comune gaetano anche a Soprintendenza (Mibac), Regione Lazio, Prefettura, Asl e Arpa Lazio più un altro paio di organismi coinvolti, spiega un particolare sfuggito ai più e che potrebbe rappresentare la pietra tombale al progetto dell’impianto cimiteriale di cremazione in località Sant’Angelo.

Ad essere contestata dalla Provincia di Latina è la Determina Dirigenziale n. 764 del 18 settembre 2020, quella firmata dalla dottoressa Stefania Della Notte, in merito alla conclusione della Conferenza di Servizi. È il Settore Ambiente dell’Ente provinciale, infatti, a rilevare che nell’atto del Comune di Gaeta, datato 18 settembre, viene erroneamente ascritto alla Provincia di Latina un silenzio assenso, per di più con la motivazione di aver ignorato una richiesta del medesimo Comune di Gaeta, inoltrata l’11 agosto 2020, nella quale si invitava la Provincia a fornire una motivazione più congrua al dissenso espresso con la nota dello stesso giorno, 11 agosto 2020. Il Comune di Gaeta spiegava, inoltre, che, in difetto di una motivazione più congrua da parte della Provincia, avrebbe ricorso all’istituto del “silenzio assenso”. Cosa, effettivamente, avvenuta.

Il problema – sostiene la Provincia – è che ci sarebbe un vero e proprio difetto di istruttoria da parte del Comune di Gaeta in quando sono state presentate motivazioni di dissenso in più note recapitate in tre occasioni, nell’arco del 2020, alle quali il Comune amministrato dal Sindaco Mitrano non ha risposto.

Tre le comunicazioni che la Provincia richiama per dimostrare il difetto di istruttoria e che contenevano esplicite richieste di integrazioni documentali non soddisfatte dal Comune di Gaeta

La prima nota è datata 10 febbraio 2020. La Provincia rilevava che “per l’installazione e successivo esercizio dell’impianto comportante emissioni in atmosfera dovrà essere acquisita l’autorizzazione ai sensi dell’art. 269 del D.Lgs. 152/06, previa presentazione di apposita istanza con le modalità previste dalla normativa vigente; ugualmente necessita acquisire l’autorizzazione agli eventuali scarichi di acque reflue ai sensi dell’art. 124 del D.Lgs. 152/06“.

La secondo nota risale al 9 aprile 2020: qui la Provincia di Latina, dopo che il Comune di Gaeta non aveva fatto pervenire la documentazione richiesta, evidenziava che tale inadempimento comportasse l’impossibilità per l’Ente di esprimere una valutazione in merito alle proprie competenze.

Da ultimo, la nota dell’11 agosto 2020 nella quale veniva sottolineato dalla Provincia di Latina la mancata produzione della documentazione oggetto di richiesta di integrazione ed espresso il parere negativo all’approvazione del progetto preliminare per la realizzazione di impianto cimiteriale di cremazione in Località S. Angelo, con tanto di variante urbanistica.

La Provincia, quindi, ribadisce che anche dopo l’ultima comunicazione dell’11 agosto, non ha fatto seguito alcuna produzione di documentazione, bensì una richiesta del Comune di Gaeta, protocollata il medesimo 11 agosto 2020, di “fornire più congrua motivazione al dissenso espresso” senza la quale si sarebbe dato per buono il silenzio assenso. In sostanza, il Comune di Gaeta, secondo la Provincia di Latina, non solo non avrebbe fornito la documentazione richiesta ma avrebbe domandato un surplus di chiarimenti senza i quali il progetto sarebbe andato avanti con la conclusione della Conferenza dei Servizi. Un risultato che, però, la Provincia di Latina non riconosce, avendo presentato per tempo ben tre comunicazioni in cui venivano evidenziati quesiti e un parere negativo per scarichi di acqua reflua ed emissioni odorigene.

C’è di più. La Provincia di Latina, infatti, spiega che, alla richiesta di chiarimenti del Comune di Gaeta (11 agosto) in merito al dissenso sull’impianto di cremazione, ha risposto eccome: contrariamente a quanto asserito dalla Determina Dirigenziale del Comune, datata 18 settembre, l’Ente di Via Costa ha risposto con una nota del 25 agosto 2020 in cui si specificava in tutti i suoi aspetti il dissenso all’impianto.

Una nota, quest’ultima, che risulta inesistente nella Determina Dirigenziale suddetta firmata dalla Dirigente Della Notte, e che specificava in tutti i suoi aspetti il dissenso formulato precedentemente. Inoltre, in quella nota del 25 agosto, la Provincia di Latina sottolineava che, secondo la legge del procedimento amministrativo, l’assenso senza condizioni non trova applicazione per tutti quei procedimenti per i quali la disciplina europea prevede l’emissione di un provvedimento espresso. Ossia, in questo caso, le emissioni in atmosfera e la tutela della acque.

A quanto sostiene la Provincia, quindi, il Comune di Gaeta ha redatto una determina nella quale mancava una nota decisiva per cui non poteva essere scritto affatto che l’Ente di Via Costa avesse dato silenzio assenso.

Un comportamento amministrativo censurato dalla Provincia la quale, adesso, arriva a diffidare il Comune di Gaeta affinché riformi la determina del 18 settembre, riportando esattamente il contenuto delle note di dissenso sull’impianto. E non solo, perché la stessa Provincia chiede al Comune di Gaeta di revocare eventuali autorizzazioni rilasciate per la realizzazione dell’impianto cimiteriale, in quanto sprovviste dei necessari titoli ambientali di competenza provinciale.

A corredo della diffida, la Provincia ribadisce che il Comune di Gaeta non ha presentato le istanze per ottenere le autorizzazioni in riferimento a emissioni ed eventuali scarichi di acque reflue. Il Comune risulta quindi sprovvisto delle autorizzazioni e la Provincia non può che chiedergli di impedire le possibili emissioni odorigene e scarico di acque reflue che verrebbero a materializzarsi con la realizzazione e la messa in funzione dell’impianto cimiteriale di cremazione.

Se non si tratta di una no tombale (si scusi il facile gioco lessicale) all’impianto poco ci manca.

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