SMOKING FIELDS: “I MEZZI ANDAVANO DA SEP E SOGERITI FINO ALLA DISCARICA A ROMA”. MA LA TESTIMONIANZA È DEBOLE

Uno degli sversamenti operati nel 2019. Il compost della Sep, che per la DDA compost non è, finiva sui terreni delle zone limitrofe a Pontinia e persino in una discarica di Roma
Uno degli sversamenti operati nel 2019. Il compost della Sep, che per la DDA compost non è, finiva sui terreni delle zone limitrofe a Pontinia e persino in una discarica di Roma

Operazione Smoking Fields: è ripreso il processo che vede sul banco degli imputati 18 persone coinvolte nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Dall’indagine scaturì il sequestro degli impianti di compostaggio di Pontinia, Sep e Sogerit

Si è svolta, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Clara Trapuzzano, una nuova udienza del processo scaturito dall’inchiesta per traffico illecito di rifiuti che aveva come base l’impianto di compostaggio denominato “Sep”, a Mazzocchio (Pontinia). Ad essere esaminato dal Pm Rosalia Affinito e contro-esaminata dal collegio difensivo degli avvocati era presente un agente di Polizia di Stato, all’epoca delle indagini in servizio presso il Distaccamento della Polizia Stradale di Aprilia.

Una testimonianza difficile, piena di “non ricordo”, considerato che sono passati cinque anni da quando il poliziotto, come ha raccontato, monitorò ben 55 viaggi (nel periodo tra gennaio e luglio 2018) di due mezzi di proprietà della società Adrastea, la società riconducibile agli Ugolini che gestisce la discarica romana sequestrata dalla DDA. Il racconto del poliziotto è, però, molto frastagliato, essendosi occupato, a gennaio 2018, per l’appunto cinque anni fa, principalmente del primo pedinamento dei mezzi, segnalati da alcuni cittadini che vivevano nella zona di Campoleone e che denunciavano, in via confidenziale, una costante e acre puzza di spazzatura proveniente da un terreno. Successivamente, gli agenti di Polizia posizionarono sui mezzi i gps così da seguire, nei viaggi, i carichi di rifiuti. I mezzi partivano dalla Sep e dalla Sogerit e arrivavano all’Adrastea, che gestiva la discarica di rifiuti inerti a Roma, mentre su quel terreno a Campoleone venivano sversati e probabilmente interrate parte dei rifiuti. Sul posto, come esplicitato dal testimone, fu avvistata anche una ruspa.

Tuttavia, il testimone odierno ha fatto sì sopralluoghi e accertamenti, ma non vi sono prove che li abbia eseguiti, non avendo firmato annotazioni di polizia giudiziaria, né tantomeno l’informativa degli investigatori. Particolari critici, evidenziati dall’avvocato difensore Domenico Oropallo, che hanno inficiato parecchio la sua testimonianza, dal momento che il poliziotto non ha potuto consultare l’informativa. E se si considera che uno dei principali agenti della Polizia Stradale non potrà riferire in aula per problemi di salute, si comprende che la via, almeno per quanto riguarda questo aspetto dell’inchiesta, è diventata piuttosto stretta.

Ad ogni modo, il poliziotto, ascoltato oggi, 18 dicembre, ha chiarito che a guidare quei due mezzi pedinati per la prima volta c’erano due imputati odierni: Stefano Pappa e Nazzareno Toppi, i quali, secondo gli inquirenti e le intercettazioni, sarebbero stati al completo servizio degli Ugolini.

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Il processo, che è stato rinviato al prossimo 7 febbraio con la deposizione di altri tre investigatori, contesta, come noto, il traffico illecito di rifiuti che portò, oltre quattro anni fa, al sequestro dell’impianto di Mazzocchio, Sep, più gli altri impianti che facevano capo alla famiglia romana Ugolini. Insieme a Vittorio e Alessio Ugolini, principali imputati, ci sono nel processo anche le parti civili: i Comuni di Pontinia, Cori e Ardea, oltreché all’associazione Fare Verde onlus, un’altra società srl, un privato cittadino, l’associazione Accademia Kronos e le aziende appartenute a Ugolini. Si tratta, ovviamente, di quelle aziende che furono oggetto di sequestro a giugno 2019 e che sono al momento sotto amministrazione giudiziaria della commercialista Carmen Silvestri: Sep e Sogerit di Pontinia, Demetra (società che si occupa di trasporti dei rifiuti) e Adrastea, la società titolare della discarica di inerti in Via Canestrini a Roma. Entrambe le società, Sep e Sogerit, ora in amministrazione giudiziaria, si sono costituite anch’esse come parti civili nel processo.

Ad essere imputati, oltreché agli Ugolini, anche Alessandro D’Innocenti, amministratore della Sogerit e ritenuto dagli inquirenti prestanome degli Ugolini; Sergio Mastroianni, titolare del laboratorio Osi di Isola del Liri (provincia di Frosinone) che ha effettuato i rapporti di prova (ritenuti falsi) sul compost prodotto dalla Sep; Luca Fegatelli, ex dirigente della Regione Lazio nel settore rifiuti e nello stesso tempo consulente delle varie società amministrate dalla famiglia Ugolini. E ancora: Franco D’Innocenti, Stefano Pappa, Nazzareno Toppi, Ugo Pazienti detto Mauro, Mario Reale, Marco Sanna, Stefano Volpi, Iulian Rosca, Ion Cosmin Toader, Giovanni Bonaiuto, Fabrizio Carletti, Gianfilippo Coronella e Alfonso Gaito.

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