RESET, IL TRIBUNALE CERCA DI ACCELERARE IL PROCESSO AL CLAN TRAVALI

Salvatore e Angelo Travali
Salvatore e Angelo Travali

Processo “Reset”: prosegue l’esame di uno testimoni chiave, si tratta dell’ex capo della Squadra Mobile di Latina

Non è stato ancora ultimato il contro-esame dell’ex capo della Squadra Mobile di Latina, Giuseppe Pontecorvo, che ormai da diverse udienze è protagonista come testimone del processo scaturito dalla maxi indagine di DDA di Roma e Squadra Mobile di Latina (nel 2021 l’ordinanza di custodia cautelare a carico di una trentina di imputati) che contesta al clan Travali l’associazione mafiosa.

Il processo col rito ordinario, che vede alla sbarra trenta imputati, è ripreso con l’escussione dell’ex capo della Squadra Mobile di Latina, Giuseppe Pontecorvo, ora in servizio a Bologna, che, dopo essere stato esaminato dai Pm Luigia Spinelli e Francesco Gualtieri, sulle metodologie d’indagine, i contatti tra i membri del clan e gli episodi contestati nei capi d’imputazione, ha iniziato quest’oggi, 9 febbraio, l’esame più duro, ossia quello del contro-esame del nutrito e battagliero collegio difensivo composto dagli avvocati Marino, Angelo e Oreste Palmieri, Frisetti, Montini, Gullì, Marcheselli, Cardillo Cupo, Zeppieri, Siciliano, Vita, Vitelli, Farau, Censi, Iucci, Coronella.

Vice Questore Aggiunto Giuseppe Pontecorvo
Il Dirigente di Polizia Giuseppe Pontecorvo

D’altra parte, il dirigente di polizia, Giuseppe Pontecorvo, è firmatario della monumentale informativa che, a marzo 2020, costituì il perno sul quale si sostanziò l’indagine denominata “Reset”: da una parte l’inchiesta Don’t Touch (ordinanza di arresti nell’ottobre 2015), il cui processo ha portato alla condanna definitiva del gruppo Travali ma come associazione per delinquere semplice; dall’altra le nuove risultanze, stimolate dalle dichiarazioni dei due ex affiliati al clan, ora collaboratori di giustizia, Agostino Riccardo e Renato Pugliese. Tra gli elementi utilizzati dagli investigatori anche immagini social postate dagli stessi membri del clan.

E proprio sui riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che gli avvocati Giancarlo Vitelli e Oreste Palmieri hanno insistito molto, ponendo dubbi sulla reale consistenza e rispondenza dei suddetti riscontri.

Una battaglia giudiziaria andata avanti per tutta la mattinata fino all’ora di pranzo e che ha portato addirittura a ventilare da parte dell’avvocato Palmieri l’ipotesi di imputare all’ex capo della Mobile l’accusa di falsa testimonianza, tanto il livello di scontro è alto nel dibattimento.

Messi in discussione in primis dall’avvocato Vitelli i rapporti tra i due collaboratori di giustizia, Agostino Riccardo e Renato Pugliese, con il resto dei componenti del sodalizio capeggiato da Angelo Travali. Un dubbio che Pontercorvo ha cerca di fugare rimandando a lettere che testimoniano il legame e chat Facebook. E ad essere messe in dubbio anche altre circostanze raccontate dai pentiti e che non troverebbero rispondenza perché, a detta della difesa, alcune vittime di ritorsioni, anche raggiunti da colpi d’arma da fuoco, non sono mai state ascoltate in sede di indagine.

Alle domande e alle riflessioni di dubbio degli avvocati difensori, il dirigente di Polizia, in un passaggio, ha spiegato in sintesi quella che è stata l’inchiesta: “Lo sforzo di Reset è stato quello di partire dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e di mettere a sistema fatti che erano stati considerati come singoli”.

Molto, invece, ha insistito l’avvocato Palmieri, che difende Valeriu Cornici, considerato uno dei fornitori di droga del gruppo, insieme a Alessandro Zof, Gianluca Ciprian e Luigi Ciarelli, sulla mancanza di prove rispetto all’approvvigionamento della droga da parte del clan.

Ad ogni modo, per un controesame duro che andrà avanti anche il prossimo 8 marzo, il Tribunale composto dalla terna di giudici La Rosa-Sergio-Romano ha deciso di imprimere un’accelerata a un processo a cui mancano all’appello altri due testimoni eccellenti: Agostino Riccardo e Renato Pugliese, oggi pentiti, ma un tempo affiliati al clan Travali. Testimonianze che, come questa di Pontecorvo, potrebbero voler dire tante udienze.

Considerata la complessità di un processo che presenta alla sbarra trenta imputati, con reati di mafia contestati, il III collegio del Tribunale di Latina ha deciso che da luglio ci saranno due udienze al mese, con un calendario molto serrato previsto fino a dicembre. Una scelta che va nell’indirizzo preciso di voler concludere più celermente un processo che promette di essere molto lungo e che, ad oggi, vede ancora tanti testimoni da ascoltare.

Leggi anche:
I GUAPPI CHE TERRORIZZARONO LATINA: NEL PROCESSO RESET LE VITTIME TRA AMMISSIONI E RETICENZE

Articolo precedente

COMMISSARIAMENTO PARCO CIRCEO, PD SABAUDIA: “UN DECRETO CHE FA SCEMPIO DELLO STATO DI DIRITTO”

Articolo successivo

BILANCIO DI GENERE A LATINA: SI AVVIA IL PERCORSO IN COMMISSIONE

Ultime da Giudiziaria