PROCESSO “RESET”, INIZIA LA TESTIMONIANZA DELL’EX CAPO DELLA SQUADRA MOBILE

Salvatore e Angelo Travali
Salvatore e Angelo Travali

Processo “Reset”: è iniziato l’esame di uno testimoni chiave, si tratta dell’ex capo della Squadra Mobile di Latina

Dopo due rinvii che hanno fatto slittare il processo alla data odierna – nel mezzo anche un tentato suicidio di Luigi Ciarelli, uno degli imputati – è iniziata davanti al collegio presieduto dal giudice del Tribunale di Latina, Laura Morselli, la testimonianza dell’ex capo della Squadra Mobile di Latina, Giuseppe Pontecorvo. Il vice questore è il firmatario della monumentale informativa che, a marzo 2020, costituì il perno sul quale si sostanziò l’indagine denominata “Reset”, da cui scaturisce l’attuale processo che vede alla sbarra 30 imputati e in cui si contesta l’associazione mafiosa al clan dei fratelli Travali e di Costantino Di Silvio detto “Cha Cha”.

Interrogato dai pubblici ministeri della Procura/DDA di Roma, Luigia Spinelli e Francesco Gualtieri, Pontecorvo ha iniziato ripercorrere le varie fasi dell’indagine antimafia scaturita, poi, nell’ordinanza datata febbraio 2021. Non sono mancate le tensioni tra l’accusa e il collegio difensivo composto dagli avvocati Marino, Angelo e Oreste Palmieri, Frisetti, Montini, Gullì, Marcheselli, Cardillo Cupo, Zeppieri, Siciliano, Vita, Vitelli, Farau, Censi, Iucci, Coronella. I legali hanno eccepito più volte sulla circostanza per cui l’ex capo della Mobile di Latina citasse, nel corso della sua testimonianza, fatti riguardanti il processo “Don’t Touch”, che con sentenza irrevocabile ha ritenuto il clan Travali/Cha Cha un’associazione per delinquere (non di stampo mafioso), e il processo “Alba Pontina”, nel quale per alcuni indagati l’associazione mafiosa è sentenza definitiva, mentre per altri, tra cui, il boss Lallà, non ancora (il processo è incardinato in Corte d’Appello a Roma).

Secondo gli avvocati difensori, Pontecorvo non poteva raccontare dettagliatamente gli episodi inerenti i due processi poiché non ha partecipato alle indagini (venne in servizio a Latina nel giugno 2019). Dirimente, quindi, per i difensori, il perimetro delle dichiarazioni dentro il quale deve muoversi il dirigente di polizia.

Alla fine il Tribunale ha rigettato queste eccezioni, pur invitando Pontecorvo a sintetizzare i fatti inerenti ai due processi. D’altra parte, come hanno motivato i due pubblici ministeri, Spinelli e Gualtieri, che si sono naturalmente opposti alle eccezioni delle difese, l’inchiesta Reset parte dallo studio delle indagini e dei processi “Don’t Touch” e “Alba Pontina”, con un trait d’union ineliminabile. I due collaboratori di giustizia, Renato Pugliese e Agostino Riccardo, le cui dichiarazioni, come ha specificato oggi Pontecorvo, sono state valorizzate e riscontrate nel quadro dell’inchiesta Reset, erano prima affiliati al clan Travali. Successivamente, con gli arresti dell’inchiesta “Don’t Touch”, avvenuti nell’autunno 2015, i due, Riccardo e Pugliese, passarono nel clan Di Silvio del ramo di Campo Boario, retto da Armando Di Silvio detto “Lallà”.

Non si può, in sostanza, sorvolare su quei due processi, perché costituiscono la base di quello che si sta celebrando.

Ad ogni modo, l’udienza è finalmente iniziata ed è finita nel primo pomeriggio. L’ex capo della Squadra Mobile ha descritto per sommi capi l’associazione dei Travali, soffermandosi sulla sua capacità di assoggettare e intimidire cittadini e territorio, oltreché all’altra capacità di interfacciarsi e entrare in relazione anche con altri gruppi del territorio, come ad esempio i Marano di Terracina, contigui al clan Licciardi dell’alleanza di Secondigliano: “Giuseppe Travali (nda: che sarebbe dovuto essere tra gli imputati di Reset, ma è deceduto) era socio con Gennaro Marano: cogestivano il King e due piazze di spaccio a Latina e Terracina”. Per la cronaca il King era un locale, ormai chiuso, che si trovava sulla SS Pontina.

L’informativa di Pontecorvo, al centro di indagine e processo, prende le mosse anche dal tentativo di suicidio di Roberto Toselli che, nel 2016, per primo rivelò l’esistenza del clan per poi ritrattare.

Il processo riprenderà il prossimo anno: il 12 gennaio, l’ex capo della Mobile sarà interrogato sui ruoli svolti dagli affiliati del clan Travali e sugli specifici reati contestati.

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