QUANDO BERTOLUCCI E LA BRUNI TEDESCHI SI FERMARONO A SEZZE “DA MENA”

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Nella prima scena del film di Bernardo Bertolucci si vede un presunto caporale esortare i lavoratori indiani ad uscire velocemente da un furgoncino. I braccianti scendono dalle colline dei Lepini fino alla pianura. Uno di loro, più anziano e assetato, si ferma in prossimità di un allevamento di bufale. Spetterà al compagno di lavoro più giovane reperire dell’acqua nei paraggi (vedi il cortometraggio integrale alla fine dell’articolo).

“DA MENA” GIÀ DA PRIMA DELLA BONIFICA

Alla ricerca dell’acqua il protagonista, l’attore indiano Amit Rayani Arroz, cadendo in una sorta di dimensione onirica si ritrova in una stradina sterrata immersa in un canneto. Qui si imbatte in una giovane italiana, Valeria Bruni Tedeschi, alle prese con un motorino ingrippato. La telecamera scorre lungo le gambe scoperte della ragazza ed è amore a prima vista. L’ambientazione nelle scene successive si sposta nei locali del bar e trattoria “Da Mena”. Luogo storico della Pianura pontina, sorto nel 1922 a Via del Murillo (non lontano dalla Migliara 47) ancor prima che l’opera di bonifica della palude avesse inizio. Oggi la struttura è gestita da Adele Deremigi, la figlia di Mena, e da suo marito Quintilio Malandruccolo. 

Trattoria e bar “Da Mena” (foto del 2013)

ANGELUCCIO A POCHI METRI DALL’UFENTE

Solo durante le scene relative alla festa di nozze il set si sposta in una sala da ballo riconducibile agli ampi spazi del ristorante “Angeluccio” in Via Ponte Ferraioli. Altro luogo storico di quell’area delimitata dai Lepini e dall’Appia, nato da un’iniziativa della famiglia Bottoni e un tempo luogo di ritrovo di pescatori e cacciatori. Qui abbiamo la rottura delle acque della protagonista: ancora il tema delle acque ritorna nel cortometraggio.

NELLE ACQUE DEL CANALE

In una delle ultime scene ritroviamo Rayani e la Bruni Tedeschi, che hanno ormai fatto famiglia (il figlio maschio è già adolescente), entusiasti per l’automobile “panda” appena acquistata dal capofamiglia. L’incantesimo si rompe quando la vettura finisce tra le acque di un canale. I quattro membri della famiglia sono salvi, ma bagnati e sconsolati guardano da un pontile il simbolo del loro presunto benessere affondare.

Foto della pianura setina e di Sezze Scalo dai monti Lepini

IN ATTESA DELL’ACQUA

A quel punto Rayani torna ad addentrarsi nella vegetazione del luogo in cui aveva lasciato il compagno più anziano all’inizio dell’episodio e lo ritrova ancora aspettare il bicchiere d’acqua dopo anni. 

BERTOLUCCI E IL POSTER DI JOHN WAYNE

Le ultime scene di Histoire d’eaux furono girate il 23 dicembre 2001. Una giornata freddissima e umida, da come le ricorda Adele. Bertolucci era già una celebrità assoluta che non poteva passare inosservata neppure a Via Murillo. Il regista di “Ultimo tango a Parigi”, “Novecento” e dei 9 nove premi oscar de “L’ultimo imperatore” preferiva però in quel periodo stare spesso seduto a causa di una brutta lombosciatalgia che gli creava non pochi fastidi. La sua attenzione fu però catturata da un poster di John Wayne, ben visibile anche nel corto, che tuttora Quintilio tiene appeso sul muro del locale. L’attore americano era stato una passione comune di gioventù. 

VALERIA BRUNI TEDESCHI: UN’ASCESA PASSATA PER SEZZE

Molto più attiva e dinamica era in quei giorni la Bruni Tedeschi. Allora la torinese, poi trasmigrata in Francia con la famiglia di origine, aveva già all’attivo film di buon successo come “La seconda volta” e “La parola amore esiste”, oltre che un “premio César” e due “David di Donatello”. A Sezze ancora la sua fama non la precedeva, ma destò le attenzioni di tutti per il carattere dolce e umile al tempo stesso. All’attrice parve naturale, dopo il pranzo consumato con la “troupe” in trattoria, andare ad aiutare Adele a lavare i piatti. L’idea di stare ferma e riposarsi tra una ripresa e l’altra proprio non piaceva a quella che sarebbe divenuta dì lì a qualche anno la sorella della “Prémière Dame” Carla.

Valeria Bruni Tedeschi con il gestore del Bar “Da Mena” Quintilio Malandruccolo

CARATTERISTI DEL LUOGO

Come comparsa venne arruolato un agricoltore del posto, Michele Iacovacci. Le espressioni dell’uomo e un fazzoletto sempre in testa indussero Bertolucci a ritenere la sua presenza un valore aggiunto all’episodio. Iacovacci apprezzò di quei giorni soprattutto l’ aver mangiato e bevuto in compagnia del cast del film.

BICICLETTE E PETTORINE NEL BUIO DELLE MIGLIARE TRA SEZZE E TERRACINA

L’attore indiano al contrario era taciturno e appariva spaesato nella pianura setina. Chi l’avrebbe pensato che molti suoi connazionali avrebbero invece nei quindici anni successivi popolato in gran numero quelle terre? Per questo che la Storia delle acque conserva a 18 anni di distanza massima attualità. Da Sezze a Pontinia, da Sabaudia a Terracina migliaia di sikh provenienti dal Punjab si muovono alle 5 del mattino in bicicletta verso i campi per la raccolta e i recinti di bufale. Gli stessi li ritroviamo al tramonto e la sera fino a tardi percorrere le migliare con le stesse pettorine gialle (o arancio) per far ritorno a casa.

LE ACQUE TORBIDE DEI CANALI

Quasi invisibili e silenziosi coi loro turbanti colorati. Il loro scuotere la testa, o dondolarla, da sinistra a destra, è il gesto che li caratterizza più frequentemente. È il loro annuire, il loro dire di sì, mentre il loro gesto di rifiuto, il movimento del capo dall’alto al basso, seppur infrequente, assomiglia alla nostra manifestazione di consenso. L’equivoco e il malinteso tra i sikh e gli italiani sono dietro l’angolo solo per questa ragione. Fosse solo una storia, quella loro, di fatica, lavoro e dignità potremmo narrarla con distacco. Invece Singh Baljinder, il lavoratore 33enne ritrovato morto in un canale vicino a Via delle Industrie a Terracina, ci suggerisce che le acque sono meno limpide di quello che sembrano.

canale terracina cadavere
Cadavere rinvenuto la mattina del 10 giugno in un canale di Terrracina

L’OMAGGIO A HERZ FRANK

Histoire d’eaux” è inserito nel film collettivo “Ten minutes older: the Cello”, richiamo esplicito al cortometraggio risalenti al 1978 del lettone-israeliano Herz Frank (Par desmit minutem vecaks). Otto episodi ciascuno da 10 minuti appunto. Tra i registi degli altri corti ritroviamo figure del calibro di Jean-Luc Godard, che proprio nel 1958 aveva diretto con François Truffaut un altro corto dal titolo Histoire d’eau, Michael Figgis, che nel 2003 avrebbe lavorato a Oscure presenze a Cold Creek, e Michael Radford, il cui nome è legato a Il postino con Massimo Troisi.

DA BERTOLUCCI A SPIKE LEE

“Dieci minuti più vecchio: il violoncellista” fu presentato fuori concorso alla 59° del Cinema di Venezia nel 2002 e quasi contemporaneamente uscì un film che aveva lo stesso richiamo (Ten minutes older: the Trumpet) i cui sette episodi furono girati da altri colossi del cinema quali Spike Lee, Wim Wenders, Werner Herzog e Jim Jarmusch. Due film, un dittico, parte di un solo progetto che ha come tema il tempo e le sue interpretazioni.

BERTOLUCCI NELL’INDIFFERENZA 

La sosta di Bertolucci e della Bruni Tedeschi a Sezze in quei giorni pre-natalizi del 2001 fu pressoché ignorata dalla stampa. Solo Felice Zaccheo su “il Messaggero” il 16 dicembre gli dedicò un piccolo spazio.   Nell’indifferenza generale anche dei setini della collina, oggi sono in pochi a ricordare questa vicenda.

Articolo del 16 dicembre 2001 su “il Messaggero” relativamente alla presenza di Bertolucci a Sezze. La firma è quella di Felice Zaccheo

Dietro la trattoria “Da Mena” è possibile tuttora trovare dei bei cavalli di proprietà di Adele, Quintilio e del figlio Francesco. Il senso del tempo per la pianura di Sezze si ritrova nella passione dei proprietari per quegli animali lungo il corso degli anni.

https://youtu.be/UE71NLYqco4
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