Q3, RIESAME MOTIVA IL DISSEQUESTRO: “NON È UN CENTRO COMMERCIALE”

Variante Q3, ecco come il Tribunale del Riesame ha motivato il dissequestro dell’opera realizzata su Via del Lido”: non è un centro commerciale

Non appare affatto condivisibile la classificazione dell’intervento edilizio quale “centro commerciale”, potrebbe essere riassunto in una frase il provvedimento con cui, a fine febbraio, il Tribunale del Riesame di Latina composto dalla terna di giudici Coculo-La Rosa-Trapuzzano Molinaro hanno motivano l’annullamento del sequestro dell’opera su Via Del Lido, eseguito dai Carabinieri Forestali, su ordine della Procura di Latina.

Una decisione, quella del del Riesame, che ha ribaltato il provvedimento della Procura, dando una spallata alla seconda indagine, per lottizzazione abusiva, che ha coinvolto il cosiddetto centro commerciale dopo che la prima inchiesta, come noto, fu archiviata nel 2020. Un colpo a favore della difesa indubbiamente, sebbene al momento rimanga appesa la questione dei passi carrabili per cui il Comune, il 30 novembre scorso, tramite un’ordinanza del Suap, ha bloccato l’attività di Maury’s e delle altre due attività di McDonald’s e Eurospin. Dopo che quest’ultimo gruppo, Eurospin Lazio, ha annunciato la prossima riapertura il 4 aprile, è arrivata nella giornata di ieri una nuova diffida al Comune da parte di alcuni imprenditori dell’area (centro commerciale Morbella) con cui ammoniscono su tale presunta prossima riapertura.

Ad ogni modo, è dirimente comprendere per quale ragione il Riesame di Latina ha annullato la decisione voluta dal sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Miliano.

Secondo i giudici – che hanno accolto il ricorso presentato (in realtà all’inizio erano due, successivamente riuniti dallo stesso Tribunale del Riesame) da Mario Borrelli di “Eurospin Lazio”, Luigi Corica di “Latina Green Building srl e Mauro Fusano di “Punto Immobiliare srl, assistiti dagli avvocati Luca e Giuseppe Ciaglia, e Massimo Tamburrini – gli indagati non avrebbero concorso tra loro nella realizzazione dell’intervento edilizio, mancando un accordo pregresso. Verrebbe così a cadere la fattispecie del reato in concorso così come invocato dalla Procura. Ad essere indagati, come noto, il titolare della Green Building, la società che ha realizzato il centro commerciale, Luigi Corica (50 anni); la progettista Viviana Anagni (45 anni); l’ex dirigente del Suap (attività produttive) del Comune di Latina, Stefano Gargano (63 anni); il titolare di una delle tre medie strutture di vendita, Eurospin Lazio, Mario Borrelli (55 anni); infine, il responsabile unico del procedimento nonché funzionario comunale del Suap, Mario Petroccione (49 anni).

In sostanza, il Riesame sottolinea che dopo il rilascio dei tre titoli autorizzativi rilasciati nel Suap tra il 2021 e il 2022 (due di essi), il privato ha agito di conseguenza avendo il lasciapassare alla realizzazione dell’opera in Via del Lido. “In presenza di un atto della pubblica amministrazione che autorizzi il privato ad agire e in mancanza di una macroscopica illegittimità dell’atto – si legge nel provvedimento del Riesame – deve essere compiuto un accertamento più approfondito in ordine alla sussistenza di una condotta quanto meno colpevole del privato”. Quindi, mancando “la prova di una collusione illecita tra il pubblico funzionario che rilascia il titolo abilitativo e il privato che lo esegue, si deve dare conto delle ragioni per Ie quali può escludersi che iI privato sia in corso in un affidamento incolpevole”.

L’unica “macroscopica illegittimità”, così come la definiscono i giudice del Riesame, potrebbe ravvisarsi nella realizzazione del centro commerciale, ossia in ciò che è principalmente contestato dagli inquirenti. In questo modo, infatti, ci sarebbe l’illegittimità di non aver coinvolto, come da normativa, la Regione Lazio (e le parti sociali) adibita a valutare la liceità dei titoli edilizi. Solo che, per il Riesame, “non appare affatto condivisibile la classificazione dell’intervento edilizio quale “centro commerciale”. Non si sarebbe realizzato un unico intervento edilizio avente una superficie di 5.484.80 metri quadrati ed una volumetria totale di 26.616,29 metri quadrati all’interno del quale sono inseriti “quattro esercizi commerciali collocati all’interno di una struttura funzionalmente unitaria” (sebbene le difese sostengano che il quarto esercizio sia in realtà sia un piccolo ufficio, posto al primo piano di uno dei tre edifici).

Il Riesame considera l’assunto del centro commerciale unico non riscontrabile nella documentazione trasmessa al Tribunale e nella planimetria; si tratta, invece, di tre distinte attività commerciali (Eurospin, Maury’s e McDonald’s). Viene così a mancare il riferimento alla legge regionale 33/1999 per il quale le medie strutture di vendita sono classificate come “centri commerciali’ quando sono composti da un minimo di quattro esercizi direttamente comunicanti. Ecco perché l’intervento edilizio non può essere qualificato come centro commerciale e di conseguenza di competenza della Regione ai fini del rilascio del titolo abilitativo.

Inoltre, l’assenza di un previo accordo tra gli indagati e Ia posizione dei rappresentanti di Latina Green Building s.r.l. e Eurospin Lazio, che si sono rivolti ad un progettista e al SUAP, “rende del tutto verosimile che essi abbiano fatto affidamento sulla legittimità dei titoli e dell’operato dell’amministrazione“.

L’amministrazione comunale concede, sulla scorda di atti votato dalla passata Giunta del Sindaco Damiano Coletta, il privato costruisce.

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